Gruppo Ferrarini: cessione del colosso dei salumi. Si temono tagli, a rischio posti di lavoro

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Anche se ancora sotto massimo riserbo, le trattative tra la famiglia Ferrarini, la società Italmobiliare e il fondo QuattroR per la cessione del gruppo agroalimentare potrebbero portare ripercussioni sui lavoratori. Il gruppo Ferrarini, che produce salumi fra Parma e Reggio, con due stabilimenti a Lesignano Bagni e a San Michele Cavana (Stabilimento Effe), potrebbe presto passare di proprietà attraverso una fiduciaria lussemburghese ai due fondi di investimento e avrà un riflesso importante sui possessori delle obbligazioni emesse dall’azienda e si teme anche per i dipendenti.

Tra il 2015 e il 2016 – come spiega Reggionline-  la Ferrarini ha collocato due bond del valore complessivo di 35,5 milioni di euro con scadenza nel 2020. Se la famiglia Ferrarini cedesse la maggioranza delle azioni a Italmobiliare e QuattoR, l’assemblea degli obbligazionisti avrebbe la facoltà di approvare una delibera di rimborso anticipato e i 35 milioni prestati alla Ferrarini diventerebbero immediatamente esigibili con gli interessi. Dopo le indiscrezioni di stampa sulla trattativa, il bond da 30 milioni si è deprezzato di circa 7 punti: passando da 102 a 95.

A preoccupare, secondo alcuni, tra cui vari politici locali, il passaggio di proprietà che potrebbe causerebbe la perdita di molti posti di lavoro: 1.000 dipendenti diretti e 2.500 dell’indotto, in gran parte riferibili ai territori di Reggio e Parma.

Il Gruppo Ferrarini in questi anni ha accumulato debiti (nel 2016 subì una perdita di 34 milioni di euro a causa del fallimento della Veneto Banca, la società dovette chiedere un prestito obligazionario di 30 milioni di euro) e il cambio di proprietà porterebbe importanti sostegni finanziari ma anche un piano drastico di riduzione costi, che potrebbe partire da quelli del lavoro.

Sul caso sono intervenuti i consiglieri regionali Fabio Rainieri e Gabriele Delmonte di Lega, che hanno sollecitato la Regione Emilia-Romagna ad occuparsi della situazione per salvaguardare integrità aziendale e posti di lavoro: “Si parla del rischio di perdere tantissimi posti di lavoro, eppure i presupposti per il rilancio industriale e per la salvaguardia sociale dovrebbero esserci, perché nel 2017 c’è stato un forte incremento nei ricavi. Il pericolo è che i fondi di investimento subentranti nella proprietà, come spesso capita, non ne tengano conto ma facciano prevalere logiche speculatorie, le stesse che hanno portato ai problemi finanziari anche nei confronti della famigerata Veneto Banca ora in liquidazione. Per questo è importante l’intervento delle istituzioni pubbliche del territorio ed anche della Giunta regionale il cui Presidente, Stefano Bonaccini, ha sempre detto che il lavoro è la sua principale priorità. Speriamo che almeno questa volta una importante amministrazione del PD non assista inerme alla speculazione ma tuteli le vittime della stessa”.

Sull’argomento interviene anche Cristiano Manuele, segretario del PSI Parma: “Da molto tempo seguo da vicino il caso Ferrarini e mi rendo conto che nei vari articoli si sente più che altro parlare dei problemi dell’azienda e mai dei problemi degli operai. Ovviamente è triste sapere che una mega azienda si trovi in difficoltà, ma bisogna dar voce anche agli operai che stanno vivendo una brutta situazione economica e lavorativa. Ho parlato con alcuni dipendenti. Ormai, cose semplici come una ricarica telefonica o una serata tra amici, sono diventate avventure impossibili. Qualcuno si arrangia con lavoretti extra di sera o nei fine settimana, ma questa non è vita, è sopravvivenza! Di conseguenza, con gli stipendi in ritardo, vengono a crearsi disagi tra i dipendenti, le banche, le finanziarie…. C’è chi ha fatto sacrifici per comprarsi la casa e ora fa fatica a pagarsi il mutuo. Chi non riesce a pagarsi l’assicurazione della macchina, chi ha figli piccoli, chi ha lavorato tutta la vita e poco prima di andare in pensione si ritrova in un mare di guai. Molti non hanno neanche i soldi per fare benzina per recarsi al lavoro. Arrivare a fine mese è diventata un’impresa. Alla Ferrarini lavorano anche intere famiglie e quando i bonifici non arrivano in una casa vengono a mancare 2 o 3 stipendi. Io spero che l’azienda risolva i propri problemi, ma aggiungo che le famiglie hanno tutto il mio appoggio e la mia comprensione. Il PSI sarà sempre dalla parte dei più deboli e degli operai”.

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