Francesca Von Felten: sabato il Rosario. Il dolce addio del marito Simone

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Sono in programma per sabato sera e lunedì pomeriggio il Rosario e l’ultimo addio nella chiesa di Via Case Bianche a Francesca Von Felten, la sfortunata 43enne parmigiana morta assiderata dopo essere rimasta bloccata in una tempesta sulle alpi svizzere insieme ai compagni di cordata.

Intanto il marito Simone, padre dei suoi tre figli di 10, 8 e 6 anni, sul proprio profilo Facebook, le tributa strazianti e dolcissimi addii.

L’ultimo addio – Ciao Polly, Fra tutti i doni che mi hai lasciato non vorrei che ci fosse anche quello di farmi diventare mio malgrado uno scrittore…..mi è stato chiesto di raccontare altro di te,di noi.
Francamente credo però che sia arrivato il momento di spegnere l’emotività che naturalmente si manifesta anche da parte di chi aveva poco a che fare con te e lasciare il posto alla preghiera.
Quello che è stato rimarrà in noi ed in chi a condiviso i tuoi 43 anni “concentrati”, credo sia giusto così.
Ti dedico queste ultime righe che valgono come addio alla nostra vita terrena insieme in attesa e nella speranza di riabbracciarti un giorno, per non smettere più.

Hai illuminato la mia esistenza con il tuo sguardo ed il tuo sorriso dal principio, hai affrontato con la tua ferma determinazione e giusta consapevolezza tutti gli ostacoli che si sono opposti ai tuoi progetti di vita,che sono diventati i nostri progetti di vita..
Hai sempre raggiunto le mete che ti sei prefissata dal principio(1997) superando ostacoli non comuni, ma soprattutto lo hai fatto facendo intendere al mondo esterno che di ostacoli non ce ne sono mai stati.
Hai portato carichi non indifferenti con una forza che a volte mi lasciava incredulo per la sua grandezza.
Non sei più tra noi ma sarai ovunque noi andremo.
Questo mi dà forza e gioia nell’affrontare il domani.
Grazie a te.
Amen”.

I ringraziamenti – “Grazie a tutti per la vicinanza e le attenzioni spesso non solo di facciata che mi avete dimostrato
Nel dolore di questi giorni sono medicina fondamentale.

“Le cose belle non durano in eterno….forse per questo mi hai prematuramente abbandonato”
Non ti fermare”.

La prima, straziante, lettera di addio –  “Ciao Polly, riposa in pace e sii la nostra guida da lassù, avremmo avuto ancora tanto,troppo, bisogno di te.

Sono le 4 di mattina di giovedì, dopo le notti insonni di questi giorni sono riuscito a dormire qualche ora ma non appena aperto gli occhi la terribile nuova realtà che ci ha travolto mi ha tolto la voglia di stare nel letto,ripenso a quella tua ultima maledetta notte tra le montagne e provo ad immaginare quanto sia stato pazzesco ciò che hai vissuto e provato in quell’ inferno che solo la potenza della natura sa’ scatenare quando vuole…
Non potrò mai sentirti raccontare tutto questo per capire…se penso che avrei potuto essere con te mi illudo anche che avrei potuto aiutarti, e la cosa mi devasta dentro.
Eccomi qui innanzi ad un foglio per provare a scrivere qualcosa,dirti cosa sei stata per me,salutarti,forse solo raccontarti e provare così a continuare ad averti qui con me..non potrò mai scordare la notte terribile in auto che mi ha accompagnato a Berna al tuo capezzale,dopo aver appreso la notizia dal telegiornale e dai carabinieri,nell’ospedale dove un elicottero ti ha portato dopo averti recuperato in fin di vita,da troppo tempo non chiamavi e piano piano ciò che avevo dentro come un timore da scacciare si è trasformato in un incubo.

Sei partita per una delle tue spedizioni trafelata e, come spesso ci accadeva, con un marito arrabbiato per questo, arrabbiato e geloso, geloso delle montagne nei confronti delle quali nutrivi un amore che avrei voluto tutto per me, ora quest’amante nemmeno troppo segreto ti ha tenuto con se, e la gelosia diventa rabbia, una rabbia indescrivibile.

Cerco di ripercorrere i momenti degli ultimi 21 anni insieme ma grazie a te i momenti belli sono stati talmente tanti che si accavallano uno sull’altro offuscando e facendomi dimenticare anche quelli brutti o le difficoltà affrontate insieme a partire da quelle avute per dare alla luce i tre figli che oggi ti piangono con me,tua figlia nella sua incredibile somiglianza interiore ed esteriore porterà dentro la tua forza e la tua bellezza per tanti anni e di questo ti sono grato.

Ti hanno ucciso la tua troppa voglia di vivere e la tua grande ed inesauribile energia,la tua voglia di mettere dentro alla giornata quante più cose possibili,per vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo ed ora che quest’ultimo giorno troppo presto è arrivato a noi resta una montagna da scalare,una montagna che nemmeno tu hai mai provato a conquistare rappresentata dal vuoto della tua scomparsa.

Dacci la metà della tua forza per affrontarla,sarà sufficiente.

Addio moglie e mamma ci mancherai più dell’aria e di tutto ciò che serve per vivere”.

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