Rinnovo parco bus, Tep: “I nostri perché”

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Approfittiamo delle osservazioni mosse a mezzo stampa rispetto alle scelte strategiche di TEP circa il piano aziendale di rinnovo del parco mezzi per spiegare ai cittadini, in ottica di massima chiarezza e trasparenza, le logiche oggettive e quantitative che hanno guidato le scelte di investimento.

Occorre, innanzi tutto, precisare che gli 82 mezzi che saranno acquistati sono solo in parte destinati alla città. Una quota rilevante andrà a rinnovare il parco in servizio extraurbano per il territorio provinciale. Per questi tipi di spostamenti, chiaramente, i bus elettrici non sono idonei (lunghe tratte da percorrere, scarsa possibilità di ricarica, scarsa autonomia dei bus a batteria).

Entrando nel merito delle scelte d’acquisto, da un lato, si è preferito massimizzare l’opportunità offerta dai finanziamenti regionali stanziati nell’ultimo anno – pari a € 3.750.000 e corrispondenti a circa 38 mezzi – che erano vincolati all’acquisto di bus non elettrici.

Obiettivo primario di questo stanziamento era quello di spingere le società di trasporto pubblico della regione a sostituire i vecchi mezzi Euro 0, 1 e 2 con altri di nuova generazione molto meno inquinanti. L’alternativa al diesel per questo tipo di acquisto era quella di perdere interamente il finanziamento regionale, opportunità invece che l’azienda ha ritenuto di voler sfruttare.

Per quanto riguarda, invece, i bus da acquistare in autofinanziamento (circa 37), prima di scartare l’elettrico TEP ha condotto un’analisi preliminare di sostenibilità, valutando sia l’aspetto ambientale che economico connesso con l’investimento

Non va infatti dimenticato che il concetto di sostenibilità – inteso come impatto che le scelte fatte oggi per soddisfare i nostri bisogni avrà su chi vorrà legittimamente soddisfare i propri bisogni domani – deve essere declinato su entrambe queste direttrici

I risultati delle verifiche fatte in merito all’acquisto di bus elettrici evidenziano che:

– dal punto di vista economico, il costo di un mezzo elettrico è più che doppio rispetto all’acquisto di un veicolo diesel, così come sono circa doppi i costi di esercizio e di manutenzione. A parità di investimento, dunque, è possibile acquistare meno della metà degli autobus rispetto alla scelta del diesel. Se avessimo optato per l’elettrico per i 37 mezzi in previsione d’acquisto in autofinanziamento nei prossimi 2 anni, avremmo avuto bisogno di ulteriori 10 milioni di euro di cassa aggiuntivi per pagare i fornitori, dovendo inoltre prevedere un aumento degli oneri in conto economico per 1,5 milioni di euro all’anno. Si tratta di un investimento insostenibile per l’azienda, a meno di far ricadere il fardello e le conseguenze di un grave indebitamento sulle generazioni future e su tutti i cittadini di Parma. Scelte del genere in passato sono state fatte in altre realtà che, di conseguenza, oggi si trovano spesso agli onori della cronaca, in nome del consenso sulle spalle di una comunità che ne sta ancora pagando le conseguenze.

– dal punto di vista tecnico e ambientale, il bus elettrico a batteria ha una tecnologia ad oggi non è ancora del tutto affidabile. In ambito autobus, la produzione industriale è ancora ad un livello sperimentale, quantitativamente limitata e meno sviluppata di quanto non sia in ambito automobilistico, dove pure il mercato non è ancora maturo per una produzione diffusa. I bus di questo tipo sono soggetti a problemi e anomalie più frequenti rispetto ai bus diesel e, per il momento, non possono garantire appieno la qualità e l’affidabilità del servizio.

Il beneficio ambientale offerto dai bus elettrici a batteria, inoltre, è limitato dal fatto che queste vetture richiedono la sostituzione periodica e lo smaltimento di pacchi batterie del peso di svariate tonnellate almeno, con ricadute negative evidenti dal punto di vista ambientale. Ad oggi, peraltro, gli autobus a batteria non sono utilizzati stabilmente nemmeno nelle altre città, se non su tratte limitate e in via sperimentale.

Tutto ciò non significa che TEP non tenga sott’occhio questa tecnologia e non intenda percorrere in futuro la strada dell’elettrico.

Al momento, però, l’unica tecnologia elettrica altamente affidabile è quella filoviaria, nella quale TEP ha sempre creduto. Al contrario di tante città dove la rete filoviaria è stata smantellata a partire dal primo dopoguerra, a Parma la rete è stata mantenuta e progressivamente ampliata. Certamente si tratta di un tipo di alimentazione che non si adatta a tutti i tracciati, ma laddove è utilizzabile, TEP intende senz’altro mantenerla e svilupparla, in virtù del beneficio ambientale reale (zero emissioni, zero batterie da smaltire, mezzi praticamente non soggetti ad usura) che questo genere di mobilità offre. In quest’ottica abbiamo previsto la sostituzione dei filobus attualmente in servizio sulla linea urbana 1 con 7 filobus full electric di ultima generazione.

L’azienda, inoltre, sta partecipando attivamente al progetto europeo LOW CARB, studiando l’opportunità di efficientare l’utilizzo di bus elettrici su tratte limitate come quella della linea 8 e prevedendo l’installazione di stazioni di ricarica multimodali presso il capolinea.

TEP si è anche resa disponibile con le industrie di produzione di autobus per condurre sperimentazioni locali e per testare prodotti attualmente in fase di sviluppo, così da poter integrare il nostro parco con questo tipo di veicoli non appena saranno offerti bus compatibili con le esigenze del servizio urbano.

Vi è, infine, un’ultima considerazione di carattere generale da fare.

Gli studi più recenti realizzati dalla Comunità Europea stimano che una persona che viaggia in auto inquina da 4 a 8 volte in più rispetto a un suo concittadino che si muove in bus, indipendentemente dal tipo di alimentazione utilizzata per i servizi di trasporto pubblico.

Le ricerche condotte dall’Università Bocconi, inoltre, valutano che l’impatto del trasporto pubblico sull’inquinamento dell’aria in area urbana sia pari al 2%, mentre la mobilità privata contribuisce per oltre il 30%. La quota rimanente è prodotta da industria, riscaldamento e altre fonti.

E’ evidente, dunque, che per quanti interventi si possano fare sulla composizione del parco autobus delle aziende di TPL, l’impatto complessivo inciderà in maniera estremamente limitata sul livello di inquinamento dell’aria che respiriamo come comunità. Per il bene della città e della salute dei suoi abitanti, di conseguenza, è tanto più importante agire sul 30% generato dal trasporto privato.

Questo è possibile solamente incoraggiando un numero sempre più ampio di persone a spostarsi in autobus rinunciando all’auto privata.

Noi, come TEP, cosa possiamo fare in tal senso? La ricetta è una e una sola: offrire il maggior numero possibile di autobus nuovi, affidabili e confortevoli allo scopo di produrre un servizio sempre più attrattivo e di qualità; a basso impatto ambientale ma anche sostenibile economicamente, evitando che le nostre scelte debbano essere pagate da chi verrà dopo di noi.

 

1 commento

  1. Scarpa, Lavagetto, Pezzuto: Bus diesel o bus ecologici: le scelte strategiche spettano al Comune di Parma. Non intendiamo polemizzare con Tep, ma l’ambiente deve essere una priorità

    Il comunicato di Tep S.p.A. difende la propria scelta di acquisto di Bus con motori diesel, ritenendoli più convenienti ed affidabili di mezzi con tecnologie più sostenibili.
    Comprendiamo le ragioni di convenienza di Tep, con la quale non intendiamo polemizzare, ma ribadiamo l’incoerenza strategica del Comune di Parma, che di Tep detiene il 50 % e che avvalla una scelta che noi continuiamo a ritenere profondamente sbagliata e in controtendenza con le modalità più avanzate di concezione sostenibile del Trasporto pubblico.
    Il diesel è una tecnologia inquinante e si avvia alla estinzione, per scelta delle stesse aziende motoristiche. Esistono numerose alternative al diesel, a cominciare dai bus a metano, che, è vero, hanno un costo di circa il 10 % in più dei diesel, ma garantiscono emissioni pulite.
    Parma nella sede di Parma della Tep dispone di un impianto efficiente e moderno di distribuzione del metano. Perché non puntare sul metano come scelta primaria?
    Vi sono poi città italiane ambientalmente avanzate come Bolzano che hanno deciso di investire sulla tecnologia dei motori ibridi, questa certamente più costosa del metano, ma di grande efficienza, su cui convergono anche grandi città come Parigi e Londra.
    Esistono infine le motorizzazioni elettriche, che iniziano a prendere piede in numerose realtà del trasporto pubblico, e Parma ha capacità tecnica per avanzare fasi di adozione progressiva, anche in collaborazione con le competenze avanzate della nostra Università.
    Parma deve fare una scelta di campo, facendo valere la forza di una visione strategica. O si punta sul risparmio economico immediato, accettando costi ambientali e inquinamento, oppure si punta davvero a diventare una smart city e le politiche devono essere conseguenti. Una visione ragionieristica anche del trasporto pubblico, e della politica in generale contrasta con le rivoluzioni annunciate.

    Per i gruppi consiliari:
    Lorenzo Lavagetto (Pd), Paolo Scarpa (Parma Protagonista), Fabrizio Pezzuto (Parma Unita)

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