San Leonardo- Centro ricettivo e uffici in via Treves, Alinovi: “Progetto non nuovo e nessun supermercato approvato”

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Sulla realizzazione di attività di quartiere nell’area di via Treves l’amministrazione comunale risponde ai cittadini di Manifesto per San Leonardo che chiede lo stop alla cementificazione e allo smog.

Il progetto non è nuovo ma presente nel PSC, strumento di pianificazione urbanistica, del 1998. Da lì l’iter è passato da Ubaldi, Vignali al commissario Ciclosi che ne ha dato l’approvazione definitiva. Quali le novità sul progetto “Leonardo” commerciale e uffici della Corben Srl?

L’amministrazione Pizzarotti, nell’assessorato di Michele Alinovi, ha riorganizzato le percentuali massime per tipologia di attività. “Se nel piano iniziale si prevedeva un minimo del 65% di esercizi di ricettività (alberghi), uffici direzionali e d’amministrazione, attività professionali e servizi sanitari – spiga l’assessore all’urbanistica – Ora l’amministrazione ha accolto le richieste dell’imprenditore lottizzatore aggiungendo nella quota minima del 65% anche servizi di ristorazione, terziario alla persona e attività d’artigianato di tipo laboratorio al servizio alla persona”. Le attività commerciali non alimentari, i negozi che potrebbero fare da concorrenza ai vicini centri commerciali e negozi di quartiere, non possono superare il 35% dello spazio. Gli spazi vendita di alimentari non sono previsti. Nessun supermercato quindi in vista.

“Le opere di compensazione da parte del privato imprenditore – specifica invece la presidentessa di commissione urbanistica, Elisabetta Quaranta – sono già state tutte in gran parte ultimate (rotonda allo svincolo della tangenziale in via San Leonardo, tratti stradali e parcheggi, ndr.). Quello che l’amministrazione ha dovuto approvare ora è una rivalutazione delle attività possibili in vista dei cambiamenti delle esigenze e del mercato su richiesta del privato che, nonostante gli anni di crisi e difficoltà di fare impresa, decide di continuare a investire nel progetto di un’area comunque sottoutilizzata”.

“Non abbiamo aggiunto nulla di commerciale rispetto a quanto già previsto indipendentemente dalla nostra volontà e non sono state aggiunte aree edificabili” conclude Alinovi.

Si rivive in piccolo quindi quello che fu il dibattito per il mall nell’ex Salvarani, che diventerà uno dei più grossi centri commerciali d’Italia ma per cui tutti i passaggi dell’iter e accordi erano già stati presi nelle amministrazioni precedenti. In questo caso, tuttavia, si parla comunque di edifici di dimensioni contenute, in un’area di confine con la tangenziale e attualmente inutilizzata in cui dovrebbero sorgere per lo più attività di quartiere e servizi alla persona.

 

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