Lenz Fondazione: riparte stagione teatrale con spettacolo al Ponte Nord

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Lenz Teatro, sede di un’esperienza trentennale di produzione culturale nazionale e internazionale ma sempre rivolta in primis alla città diventa, anche come spazio fisico urbano, di proprietà pubblica. Grande soddisfazione dei direttori artistici Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, del Presidente onorario Rocco Caccavari e di tutti i collaboratori della Fondazione, già al lavoro in vista della prova aperta al pubblico del prossimo 11 ottobre, e successivo debutto assoluto al Ponte Nord, di Paradiso. Un Pezzo Sacro, dai Quattro Pezzi Sacri di Giuseppe Verdi, creato su commissione del Festival Verdi.

La stagione 2017-2018 di Lenz Fondazione prende avvio con due rilevanti novità.

Si è da poco perfezionata, grazie agli assessorati all’Urbanistica e alla Cultura della nuova amministrazione di Parma, l’acquisizione di Lenz Teatro da parte del Comune di Parma. Dopo l’ingresso del Comune e dell’Università di Parma in Lenz Fondazione come soci sostenitori, l’acquisizione di Lenz Teatro rappresenta un definitivo riconoscimento istituzionale della funzione pubblica e inclusiva delle attività artistiche e formative di Lenz Fondazione.

«L’immobile acquistato dalla società Scedep nel 1930, è stato costruito nel 1893 dall’azienda Tosi & Rizzoli, l’industria di conserve alimentare piemontese, che era arrivata a Parma nel 1892» ricorda Francesco Pititto «Nel 1904 subentrò la Società Parmigiana di Prodotti Alimentari e nel 1930 la Scedep vi installava una linea di produzione di barattoli in banda stagnata. L’azienda ha continuato a svilupparsi fino agli anni Cinquanta e ben 110 operai lavoravano nello stabilimento, poi ha ridotto progressivamente la produzione, fino al 1976 data in cui ha cessato definitivamente l’attività. Successivamente solo abbandono, degrado, perdita di ogni funzione sociale, economica e urbana durata ventidue anni. Nel 1988 Lenz Rifrazioni, allora associazione culturale, decideva di procedere al recupero dello spazio in funzione di produzione culturale e artistica optando per uno spostamento dal centro alla periferia. Diversi artisti di fama internazionale e nazionale hanno presentato le loro opere a Lenz Teatro, intervallate da una continua attività di produzione artistica e formazione culturale».

«In seguito ad un grave incendio che ha reso inagibile lo spazio per circa due anni, Lenz Teatro è stato riaperto al pubblico nel settembre 2001» aggiunge Maria Federica Maestri «Dal lavoro al lavoro, dalla produzione industriale alla produzione culturale: oggi la città si riappropria di un pezzo della propria memoria storica».

Lenz Fondazione prosegue, inoltre, la nuova produzione d’autunno con la collaborazione del Teatro Regio di Parma, di Paradiso. Un Pezzo Sacro (11-22 ottobre), dai Quattro Pezzi Sacri di Giuseppe Verdi, creato su commissione del Festival Verdi in prima assoluta.

Lo spettacolo, seconda parte di un grande progetto biennale dedicato alla Divina Commedia di Dante Alighieri, sarà allestito nei suggestivi spazi del Ponte Nord di Parma, macro opera inaugurata nel 2012, ma fin dall’inizio inutilizzata per imprevisti impedimenti burocratici, che l’installazione site-specific di Lenz Fondazione contribuirà a rendere di temporanea fruizione pubblica.

In scena oltre sessanta artisti, performer di Lenz Fondazione e coriste dell’Associazione Cori Parmensi dirette da Gabriella Corsaro.

Soddisfazione è stata espressa dall’assessore alla cultura Michele Guerra.

Francesco Pititto, responsabile di drammaturgia e imagoturgia, suggerisce: «Il vero incontro tra Verdi e Dante avviene con le Laudi alla Vergine Maria, dall’ultimo canto del Paradiso, incluse nei Quattro Pezzi Sacri del 1898. È una composizione di carattere sacro per coro di soprani e contralti, voci femminili senz’accompagnamento: la santa orazione di S. Bernardo vi è intonata con pura trasparenza sonora, con l’essenzialità della polifonia classica. Un Verdi che guarda alla polifonia antica che, come scrive Massimo Mila, con i Quattro Pezzi Sacri assicura “la continuità storica della Cantata dai tempi di Bach a quelli di Stravinskij: senza di loro il filo della tradizione si sarebbe spezzato”».

 

Conclude Maria Federica Maestri, che del Paradiso cura installazione site-specific, elementi plastici, costumi e regia: «L’installazione riempie lo spazio di involucri-sarcofagi molli sacchi mortuari collocati a terra, all’interno dei quali forme pesanti emettono suoni e movimenti fino a presentarsi progressivamente con forme umane. L’opera scenica realizzata per il Paradiso si innesta sulle figurazioni sacre di Piero della Francesca per farsi pienamente contemporanea secondo la lezione delle ‘pitture’ immaginifiche di Jannis Kounellis. L’innalzamento dal basso all’alto progredisce di pari passo con l’intonazione, prima singola e poi corale, delle Laudi. Altre figure femminili, attrici storiche di Lenz e dei diversi laboratori sensibili, accompagnano la moltitudine verso il piano superiore, attraversando scale e percorsi testuali, visuali, di luce fino a raggiungere la condizione del distacco definitivo, della sparizione dei corpi, di cui rimangono soltanto scie materiche oscillanti».

 

La drammaturgia musicale di Paradiso, a cura di Andrea Azzali, «si concentra in particolare sulla forma musicale della composizione sacra verdiana con variazioni di tempo e timbro, fluttuazioni e ondulazioni d’altezza e sull’elaborazione degli accordi».

 

Paradiso. Un Pezzo Sacro, realizzato da Lenz Fondazione su commissione in esclusiva del Festival Verdi/Teatro Regio di Parma, con il sostegno di MiBACT, Comune di Parma, Regione Emilia-Romagna, DAISM-DP Ausl di Parma, Fondazione Monte di Parma, con il patrocinio del Comune di Parma e in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma, sarà presentato dall’11 al 22 ottobre (11 ottobre prova generale aperta al pubblico, 12 ottobre debutto, dal 13 al 15 e dal 18 al 22 ottobre repliche).

 

«Il nostro Paradiso» concludono Pititto e Maestri «è un viaggio di progressivo apprendimento estetico, una salita collettiva di coro, attrici e spettatori verso una superiore dimensione etica, una ricerca costante della verità illuminata che solo una particolare sensibilità oltre l’intelletto, uno stato sovrasensibile e misterioso, nella sua estrema debolezza può raggiungere».

Un ringraziamento particolare alla STT Holding – Società per la trasformazione del territorio, per la collaborazione nell’utilizzo di Ponte Nord.

PARADISO. UN PEZZO SACRO

PONTE NORD_FESTIVAL VERDI 2017

11 | 22 ottobre

 

TEATRO REGIO DI PARMA/LENZ FONDAZIONE

 


Drammaturgia e imagoturgia | Francesco Pititto
Installazione site-specific, elementi plastici, costumi, regia | Maria Federica Maestri
Musica | installazione sonora | Andrea Azzali
Maestro del Coro | Gabriella Corsaro
In scena | Ensemble di Lenz Fondazione e Associazione Cori Parmensi
Cura | Elena Sorbi
Organizzazione | Ilaria Stocchi
Ufficio stampa | Michele Pascarella

Shooting fotografico | Fiorella Iacono
Media video | Stefano Cacciani
Cura tecnica | Alice Scartapacchio, Lucia Manghi, Gianluca Losi

Assistente | Monica Bianchi

Produzione | Lenz Fondazione

Commissione del Festival Verdi in prima assoluta
in collaborazione con: Teatro Regio di Parma < Festival Verdi
con il sostegno di: MiBACT, Comune di Parma, Regione Emilia-Romagna, DAISM-DP Ausl di Parma

 

    Dentro il grande ponte d’acciaio e vetro, il “regno della pura intuizione” e “categoria mentale dell’inconoscibile” – come ebbe a definire il Paradiso dantesco il linguista e critico letterario Salvatore Battaglia – debutta in prima assoluta PARADISO. Un Pezzo Sacro di Lenz Fondazione, commissione in esclusiva per il Festival Verdi 2017.

L’installazione site-specific verrà presentata con un grande coro di voci femminili, azioni performative d’attrici, elaborazioni musicali originali e immagini virtuali. La musica divina delle Laudi alla Vergine Maria di Verdi e le terzine di Dante comporranno una drammaturgia ampia e variegata diretta a riempire di grazia estatica e materia contemporanea questo spazio urbano privo, per ora, di funzione pubblica ma manufatto monumentale la cui figura ondeggia come corpo sospeso nell’aria.

 

    Il vero incontro tra Verdi e Dante avviene con Le Laudi alla Vergine Maria, dall’ultimo canto del Paradiso, incluse nei Quattro Pezzi sacri del 1898. È una composizione di carattere sacro per coro di soprani e contralti, voci femminili senz’accompagnamento: la santa orazione di S. Bernardo vi è intonata con pura trasparenza sonora, con l’essenzialità della polifonia classica. Un Verdi che guarda alla polifonia antica che, come scrive Massimo Mila, con i Quattro pezzi sacri assicura «la continuità storica della Cantata dai tempi di Bach a quelli di Stravinskij: senza di loro il filo della tradizione si sarebbe spezzato».

 

    Il Canto XXXIII del Paradiso di Dante Alighieri si apre con la preghiera alla Vergine che San Bernardo rivolge a Maria, affinché Dante possa assistere alla visione di Dio. I primi versi sono per la Vergine, poi seguono quelli per permettere al Poeta di alzare lo sguardo sino a Dio, senza perdere l’uso delle facoltà umane. Dante guarda verso l’alto cercando di vedere e penetrare la luce divina, di avvertire la percezione dell’unità dell’Universo in Dio, la rivelazione della Trinità e del mistero dell’Incarnazione. L’ultimo canto dell’intera commedia si compie nel luogo della visione di Dio, dell’estasi totale.

 

    L’installazione riempie lo spazio di involucri-sarcofagi molli-sacchi mortuari a terra, all’interno dei quali forme pesanti emettono suoni e movimenti fino a presentarsi progressivamente con forme umane. L’opera scenica realizzata per il Paradiso si innesta sulle figurazioni sacre di Piero della Francesca per farsi pienamente contemporanea secondo la lezione delle ‘pitture’ immaginifiche di Jannis Kounellis. L’innalzamento dal basso all’alto progredisce di pari passo con l’intonazione, prima singola e poi corale, delle Laudi. Altre figure femminili, attrici storiche di Lenz e dei diversi laboratori sensibili, accompagnano la moltitudine verso il piano superiore, attraversando scale e percorsi testuali, visuali, di luce fino a raggiungere la condizione del distacco definitivo, della sparizione dei corpi, di cui rimangono soltanto scie materiche oscillanti.

 

    “Il colossale fiume di luce scorto da Dante assomiglia in tutto e per tutto al “mare” di Dirac, soprattutto in virtù di quelle scintille vive che escono da esso per poi rientrarvi, esattamente come le particelle che si riuniscono alle corrispettive antiparticelle, dissolvendosi in pura energia!” La composizione dell’imagoturgia riprende visioni e relazioni della scienza quantistica che sembrano, a posteriori, ridisegnare il Paradiso dantesco con le geometrie delle teorie più recenti.

 

    La drammaturgia musicale si è concentrata in particolare sulla forma musicale della composizione sacra verdiana, con variazioni di tempo e timbro, fluttuazioni e ondulazioni d’altezza, sull’elaborazione degli accordi.

    Il Paradiso di Lenz Fondazione è un viaggio di progressivo apprendimento estetico, una salita collettiva di coro, attrici e spettatori verso una superiore dimensione etica, una ricerca costante della verità illuminata che solo una particolare sensibilità oltre l’intelletto, uno stato sovrasensibile e misterioso, nella sua estrema debolezza può raggiungere.

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