Raffaele Sollecito, la Cassazione dice no: nessun rimborso per ingiusta detenzione

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Nessun risarcimento per ingiusta detenzione per Raffaele Sollecito. E’ quanto deciso in serata dalla IV sezione della Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso con cui gli avvocati di Raffaele Sollecito avevano chiesto di annullare la decisione della Corte d’Appello di Firenze. Anche i giudici fiorentini infatti avevano negato il risarcimento all’ingegnere pugliese, assolto definitivamente dall’accusa di aver ucciso Meredith Kercher.

“Coerentemente con la decisione della stessa Cassazione che, quando ha assolto Raffaele e Amanda aveva parlato di gravi contraddizioni, ci si attendeva un minimo di risarcimento quindi è ovvio che questa decisione ci sembra un po’ contraddittoria”, dice, parlando con l’Adnkronos, l’avvocato di Sollecito, Giulia Bongiorno. “Questo ovviamente non scalfisce l’assoluzione di Raffaele e posso affermare che non finisce qui, intendo andare avanti in sede europea perché il riconoscimento dell’ingiustizia detenzione mi sembrerebbe il giusto epilogo”, conclude Bongiorno.

Il risarcimento per aver scontato ingiustamente 4 anni in carcere (tra cui 6 mesi in isolamento) doveva ammontare a 516 mila euro, che avrebbe coperto solo una piccola parte dei costi di spesa legale affrontati dalla famiglia Sollecito, 1 milione e 300 mila euro.

Raffaele Sollecito, che ora vive nella nostra città e Parmapress24 aveva intervistato in esclusiva, ripercorrendo con lui la sua lunga vicenda giudiziaria, ha passato quasi 4 anni in carcere: l’accusa nei suoi confronti era quella di concorso nell’omicidio volontario della studentessa inglese Meredith Kercher, uccisa a Perugia nella notte tra il primo e il 2 novembre del 2007.

Nel 2015, però, la Cassazione ha chiuso il processo pronunciando in via definitiva l’assoluzione di Sollecito e di Amanda Knox, la ragazza statunitense con cui il giovane all’epoca dei fatti aveva una relazione sentimentale.

Per il delitto di Perugia l’unico condannato per concorso in omicidio è stato Rudy Guede: il giovane di origini ivoriane, giudicato con rito abbreviato, sta scontando nel carcere di Viterbo una condanna a 16 anni di reclusione.

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