Indagine Pasimafi: via agli interrogatori di garanzia. Sentiti Grondelli senior e Allegri

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Sono iniziati giovedì pomeriggio davanti al Gip Maria Cristina Sarli gli interrogatori di garanzia di alcuni degli arrestati nell’ambito dello scandalo che sta scuotendo la sanità locale, denominato dagli inquirenti Pasimafi.

Rileggi: Maxi indagine Pasimafi: 13 medici e operatori sanitari di Parma arrestati e indagati. Tutti sotto al boss Fanelli

In attesa dell’audizione di colui che è considerato il “superboss” Guido Fanelli, prevista per sabato mattina, sono sflilati davanti al giudice Ugo Grondelli, membro del consiglio d’amministrazione della Alteco Medical Ab. Grondelli difeso da Luigi De Giorgi ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, rilasciando però alcune dichiarazioni spontanee.

Lui, secondo gli inquirenti amministratore di fatto anche della Spindial di Lemignano, avrebbe convinto Fanelli a fare sperimentazioni con i filtri dell’Ups Absorber, in cambio di regalie varie. Ma lui nega ogni “donazione” a Fanelli, parlando solo di un paio di incontri conviviali per discutere di sistemi medici e di dispositivi approvati nel 2009.

Massimo Allegri, dirigente medico dell’Anestesia 2a, vice di Fanelli, era coi suoi legali milanesi Paolo Della Sala e Antonio Sanson, e ha rilasciato una lunga dichiarazione davanti Gip Sarli respingendo le accuse. 

Ha sostenuto che il suo spostamento da Pavia a Parma sia stato assolutamente regolare, figlio dei propri meriti e di una brillante carriera, e non di un inciucio ad opera di Fanelli e del rettore Borghi.

Poi, il rapporto con la Angelini, i contatti nel 2015 per le sperimentazioni sul Vellofent, rapporti dimostrati, doni ricevuti, ma Allegri nega tutto: “Facevo solo studi scientifici e progetti di ricerca. Niente di non legale”.

Previsti invece per venerdì gli interrogatori degli imprenditori Marcello Grondelli e Giuseppe Vannucci. Per sabato dovrebbe arrivare quella del boss Ugo Fanelli. (arianna belloli)

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1 commento

  1. Gianpaolo Serpagli (PD)
    L’inchiesta che ha coinvolto l’ospedale di Parma è un fatto grave che non va sottovalutato: siamo certi che la magistratura farà il suo dovere e accerterà con velocità e correttezza eventuali responsabilità. Questo ennesimo caso, però, sottolinea che a Parma c’è una questione morale da affrontare tutti insieme: istituzioni, forze economiche e sociali della città. Su questi temi il Partito democratico sarà in prima fila e a disposizione per una discussione con la città”. Gianpaolo Serpagli, segretario provinciale del Partito democratico di Parma, interviene sull’inchiesta Pasimafi chiedendo che non venga fatto di ‘tutta l’erba un fascio’. “Chi oggi, incautamente, chiede il commissariamento della dirigenza l’azienda Ospedaliera sbaglia obiettivo e dimostra di essere in malafede: è stato proprio il direttore generale Massimo Fabi a denunciare quanto stava accadendo oltre un anno fa, chiedendo la sospensione del Dottor Fanelli ma il comitato dei Garanti, che fa capo all’Università, non ha accolto la sua proposta. Le responsabilità, quindi, vanno cercate altrove”.

    Secondo il segretario provinciale, quanto emerge dall’inchiesta, è comunque molto preoccupante. “Dalle notizie che abbiamo – spiega Serpagli – è stato scoperto un sistema dedito alla corruzione in un settore molto delicato come la sanità, questo cancro deve essere sradicato con forza. Se pensiamo agli ultimi anni, la nostra città è stata spesso in prima pagina per casi di malaffare e questo deve spingerci a riflettere in maniera approfondita su quanto sta accadendo, un invito a ragionare insieme sul futuro di Parma che allargo a tutte le istituzioni”.

    Per l’esponente Pd, però, si deve essere attenti a non generalizzare. “Siamo certi che la stragrande maggioranza dei dipendenti del Maggiore operi nel migliore dei modi e onestamente al servizio dei pazienti, a loro e ai dirigenti che per primi hanno denunciato il malaffare, va tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà. L’ospedale cittadino è il secondo hub in Emilia-Romagna: poche mele marce non possono certamente mettere in dubbio le capacità di centinaia di professionisti che hanno dedicato la loro vita alla cura degli altri e che, ogni giorno, fanno il proprio difficile lavoro con attenzione e dedizione

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