Puntualità nei pagamenti? Parma è la terza più ritardataria in regione

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Le imprese della provincia di Parma, dati aggiornati a fine marzo 2017, si posizionano al terzultimo posto in Emilia e ventinovesime in Italia in tema di puntualità nei pagamenti commerciali.

Il 43,2% infatti ha saldato puntualmente le fatture, mentre il 48,5% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati e l’8,3% oltre i 30 giorni. Una performance inferiore alla media regionale (44,8% di pagamenti puntuali) ma nettamente migliore di quella nazionale (35,6%). Si segnala inoltre il peggioramento dei ritardi gravi, passati in 7 anni dal 4,2% del 2010 all’8,3% attuale.

È quanto emerge dallo Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese emiliane nel primo trimestre 2017.

Entrando nel dettaglio provinciale, è Forlì e Cesena la provincia più puntuale della Regione, con il 49% di imprese puntuali. Seguono nella classifica Modena (47,5%), Piacenza (45,7%), Bologna (45,4%), Reggio Emilia (45,2%), Ferrara (44,8%), Parma (43,2%), Ravenna (43,1%) e Rimini (38,8%).

A livello nazionale le imprese emiliano romagnole sono delle ottime pagatrici e si posizionano al secondo posto in Italia, dopo il Veneto, in tema di puntualità nei pagamenti commerciali nei confronti dei fornitori. Ben il 44,8% delle 401.200 imprese infatti ha saldato alla scadenza le fatture, il 47,2% entro il mese, solo l’8% oltre i trenta giorni di ritardo. Sul terzo gradino del podio troviamo la Lombardia con una percentuale del 44,4%. Ma le buone notizie non finiscono qui. In un solo anno sono calati del 9,1% i ritardi gravi nei pagamenti, uno dei principali indicatori dello stato di salute delle imprese.

Rispetto al 2016 è anche leggermente diminuita (-0,2%) la percentuale dei pagamenti alla scadenza.Rispetto al 2010, invece, i ritardi gravi delle imprese emiliano romagnole sono aumentati del 70,2%, quelli alla scadenza hanno registrato una crescita del 9,8%.

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