Sei anni di violenze – La picchia fino all’emorragia cerebrale: carcere per un 33enne

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E’ mancato poco alla tragedia per l’ennesimo femmicidio. Una giovane donna di soli 27 anni di origine lituana poteva essere la nuova vittima a pochi mesi di distanza dalla morte di Arianna Rivalta, Gabriela Altamirano, La Kelly, Elisa Pavarani.

Lei, giovane e già madre di una figlia, conviveva con un uomo di Reggio Emilia, D.I.L.M. di 33 anni. I due stavano insieme da 7 anni e dal 2011 convivevano: anno in cui per la donna iniziò anche una serie di violenze, minacce e soprusi mai denunciati, mai confessati a parenti e amici.

Lo scorso 17 marzo tuttavia la violenza feroce dell’uomo ha messo in pericolo di vita la ragazza facendo togliere il velo sulla situazione drammatica della famiglia.

La donna lavora in una azienda del parmense ma quella mattina un malore la costringe a recarsi all’Ospedale Maggiore di Parma. I medici e gli operatori sanitari hanno visitato la giovane constatando un evidente ematoma sul mento che lei scusa con una caduta mentre giocava con la figlioletta. Dichiarazione che tuttavia con convince i medici che procedono con una TAC. Dagli esami emerge infatti che la donna ha una grave emorragia celebrale per cui serve un ricovero urgente nel reparto di neurologia. Il forte spavento e la delicatezza degli operatori sanitari convincono la ragazza a denunciare la violenza subita la notte prima dal compagno e a far partire così la macchina della giustizia.

Iniziano le indagini da parte dei Carabinieri di Parma appoggiati dagli operatori del centro antiviolenza e dei servizi sociali che sono stati vicino sia alla donna che alla figlia minore. Visto l’aggravante del pericolo di vita il Tribunale di Reggio ha celermente emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 33enne. Misura restrittiva infrequente nei casi di violenza famigliare ma che in questo caso ha permesso probabilmente di salvare la vita alla donna che sarebbe dovuta tornare a casa da quell’uomo violento. Uomo che ora dovrà rispondere di estorsione, maltrattamenti e lesioni gravissime.

I Carabinieri hanno registrato 3 episodi di particolare violenza feroce ma i soprusi sono durati dal gennaio del 2011 sino al marzo del 2017: 6 anni quindi di maltrattamenti anche davanti agli occhi della figlia.

Le cause che facevano accendere l’uomo erano delle più banali. Nell’ultimo caso infatti il 34enne, nel cuore della notte, pretendeva che la donna gli desse 20 euro per andare a fare benzina. Al rifiuto di lei la costringe a salire in macchina e la conduce sino sotto casa del datore di lavoro. Qui i “no” si fanno più decisi e l’uomo inizia a picchiarla con calci e pugni sino a provocarle l’emorragia celebrale che i medici scopriranno il giorno dopo.

Grazie alle tempestive risposte delle forze dell’ordine, dei servizi sociali e della giustizia si è quindi posto fine all’ennesimo triste caso di maltrattamento verso le donne. Dinamiche famigliari difficili da affrontare e denunciare ancora oggi, nonostante il nuovo millennio, nonostante le lotte per la parità dei sessi e per il rispetto che molti movimenti femministi e non stanno portando avanti tutt’ora (leggi: Anche Parma c’è! “Non una di meno” in piazza contro la violenza sulle donne (FOTO)). L’appello delle Forze dell’Ordine, ancora, è quello di non lasciarsi intimorire, di denunciare i soprusi nel rispetto di se stesse e della propria dignità di donna.

 

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