Lupi danneggiano bestiame? Una legge per autorizzare abbattimento. Sul web parte la petizione

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La “presenza incontrollata di branchi di lupi” sta scoraggiando sempre di più nelle aree dell’Appennino le attività di allevamento, “mettendo a rischio non solo uno dei principali tessuti economici delle aree montane, ma lo stesso equilibrio ambientale e l’assetto idrogeologico che trova nella presenza delle attività umane un fattore di stabilità”.

Lo sostiene Coldiretti, commentando positivamente i contenuti del piano nazionale per la conservazione del lupo che prevede anche l’eventuale abbattimento di capi. “Se nella grande manifestazione del giugno scorso- ricorda Coldiretti- avevamo posto con forza la questione dei danni da animali selvatici, tra cui quelli del lupo, senza avere risposte concrete dalla Regione, con il Piano nazionale si prende almeno in considerazione il problema e se ne prospettano soluzioni”.

In provincia di Modena, calcola Coldiretti, sono 233 gli allevamenti di pecore e capre ‘a rischio lupi‘, per un totale di quasi 5.000 capi. “Gli allevatori- continua l’associazione- non ne possono più di allevare capi per alimentare i lupi.

Nel 2015 sono stati uccisi in Emilia-Romagna più di 300 capi, che costituiscono però solo la punta dell’iceberg, in quanto molto più pesanti sono i danni collaterali. Gli animali, infatti, a causa dello stress provocato dagli attacchi riducono drasticamente la produzione di latte, con pesanti tagli al fatturato aziendale”. Senza contare “il rischio per le persone e gli altri animali, come dimostrano i recenti fatti di cronaca. Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Ispra nell’Appennino emiliano-romagnolo- conclude Coldiretti- ci sono mediamente più di 200 lupi ai quali bisogna aggiungere un numero indefinito di ibridi, cioè di capi nati dall’incrocio di cani e lupi“. (agenzia Dire)

A questo proposito si è tenuta una Conferenza Stato-Regioni il 24 gennaio 2017 che ha autorizzato l’abbattimento dei lupiL’approvazione definitiva del “Piano per la conservazione del lupo” ci sarà il 2 febbraio, in sede politica, quando lo voteranno il ministro dell’Ambiente e i rappresentanti delle giunte regionali.

Questa specie è in drastico calo in Italia. Da più di 30 anni l’associazione Wwf e altre associazioni ambientaliste stanno tentando la ripopolazione del lupo negli appennini. Un lavoro che stava iniziando ad avere i suoi frutti riportando il lupo a essere degnamente presente nella biodiversità locale. Sforzi che ora potrebbero essere totalmente vani.

Nonostante la sensibilizzazione che si è cercata di dare in questi anni per la tutela di questo animale e nonostante l’inserimento tra le specie protette, sono ancora troppo numerosi i casi di lupi brutalmente uccisi da colpi di fucile, bocconi avvelenati o lacci di filo metallico. In nome dell’economia, a quanto pare indifferente al concetto di rispetto dell’ambiente e alle dinamiche di equilibrio ecosistemico, si rischia di commettere l’ennesimo ecocidio.

Per fermare l’approvazione di legge è partita una petizione online rivolta al presidente della conferenza Stato-Regione Stefano Bonaccini, al Ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti e al primo ministro Gentiloni ( petizione su change.org)

 

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