Alfieri si candida: il sindaco e’ nervoso, il PD nel caos

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La candidatura a sindaco di Luigi Alfieri, che scende in campo come leader di un movimento spontaneo, Parma non ha paura, sta scombussolando il quadro politico parmigiano.

Il primo ad agitarsi, diremmo a allarmarsi, è il sindaco Federico Pizzarotti. Il podestà, che ha sempre ignorato gli interventi politici di Alfieri, questa volta reagisce.

Col suo solito “tatto” ha dichiarato a Tv Parma: chi si candida adesso ha tempo da perdere. Pizzarotti ha la memoria corta: proprio lui e il suo movimento partirono con largo anticipo nella “guerra” contro Bernazzoli alle ultime elezioni. E avere fatto una mossa anticipata li ha portati alla vittoria.

Teme che Alfieri faccia il Bis? Comunque un primo cittadino educato avrebbe accolto di buon grado un nuovo avversario.

E il Pd? Il partito un tempo della sinistra (ora partito dei civici tetravalenti) alla luce della mossa del “pragmatico” Alfieri, ha dato un’accelerata alle procedure per arrivare all’investitura di un candidato sindaco. Ma nell’area regna il caos più totale. Il Pd è diventato un arcipelago con tante isole in guerra una con l’altra. Il segretario cittadino, Lorenzo Lavagetto, dimenticando che si è già candidato per le primarie il “suo dominus” Massimo Rutigliano, ha messo insieme l’alleanza dei perdenti, tutti quelli che in questi ultimi anni hanno perso tornate elettorali: Roberto Ghiretti, Maria Teresa Guarneri, Nicola Dall’Olio (?), con Paolo Scarpa come candidato. La speranza è che come accade in architettura, l’unione di più debolezze faccia una forza (“l’arco è una forza che deriva dall’unione di più debolezze). Non si sa se a questa coalizione aderirà Massimo Iotti coi suoi scudieri dell’Arci.

Probabilmente non ci saranno il segretario provinciale Serpagli e il senatore Giorgio Pagliari, che deciderà solo dopo l’esito del referendum se mollare il suo comodo posto a Roma o tentare la corsa verso la fascia tricolore. E si devono ancora posizionare Giuseppe Romanini e Patrizia Maestri.
Non si sa quanto di buon occhio veda l’operazione il segretario regionale del Pd Calvano. Comunque molti ritengono che alla fine le primarie non si faranno e ci sarà un’investitura dall’altro.

Il centrodestra, cui non dispiace la battaglia di Alfieri sulla sicurezza, per ora sta a guardare, cercando di mettere in piedi una candidatura unitaria di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, anche se pure tra i berlusconiani non mancano le divisioni. E i civici? Quel che resta del gruppo Ubaldi? Sono impegnati a difendere la loro denominazione Doc. A far sapere in giro che il vero civico non è Ghiretti. Sono lì, difendono la posizione storica. E hanno tirato un respiro di sollievo quando Alfieri, in conferenza stampa ha detto: “non chiamatemi civico, questo aggettivo serve per nascondere altre appartenenze. Il nostro è un movimento spontaneo. Pragmatico: non siamo né di destra né di sinistra.

Individuiamo i problemi della città stando tra i cittadini, li analizziamo con la gente e con gli esperti e poi cerchiamo di individuare una soluzione sostituendo alle ideologie il buonsenso”. Già, il buonsenso, questo elemento per anni sconosciuto in città.

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