Morte di Michela Merighi: la Cassazione assolve il neurochirurgo parmigiano

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La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado per il neurochirurgo, oggi 39enne, parmigiano, accusato di omicidio colposo.

Il medico, M.I., era accusato di aver provocato il decesso della 39enne parmigiana Michela Merighi durante un’operazione all’ernia del disco nella clinica “Villa Azzurra” di Rapallo nell’agosto 2008.

A gennaio di quest’anno la corte d’appello di Genova aveva confermato la sentenza in primo grado emessa dal Tribunale di Chiavari: condanna a un anno di reclusione con pena sospesa e non menzione nonostante il Procuratore Generale avesse richiesto l’assoluzione.

L’annullamento è arrivato dopo l’accettazione del ricorso presentato dall’avvocato difensore Daniele Carra. L’avvocato ha ritenuto il risultato dell’aula come frutto di un erronea applicazione della legge penale, oltre che di motivazione illogica e carente.

Come si legge nei documenti del ricorso, la sentenza sarebbe affetta da nullità assoluta per aperta violazione del disposto dell’art. 525, comma 2, perchè deliberato da un Collegio diverso da quello del dibattimento. L’avvocato aveva espresso da subito dissenso per la diversa composizione del Collegio, ma la Corte d’Appello aveva disposto il procedersi vista l’indispensabilità all’accertamento.

Secondo l’avvocato Carra questa sentenza sarebbe inoltre nulla per aver violato il principio di correlazione tra l’imputazione contestata e la sentenza emessa: in secondo grado  l’imputato è stato ritenuto colpevole di aver eseguito l’intervento in assenza del consenso della paziente, mentre in primo grado non si era giudicato in tal senso.

Ritenute inoltre illogiche le motivazioni in conclusione a conferma dell’insussistenza della correlazione tra il decesso e il comportamento del medico. Anche il Procuratore Generale di Genova in secondo grado aveva infatti richiesto l’assoluzione.

Ora, si dovrà svolgere un’altra sentenza davanti alla corte d’appello di Genova. 

 

 

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