Villa Matilde, indagato il direttore. I familiari: “Mai immaginato nulla”

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L’operazione Cerbero e le violenze al secondo piano della casa di riposo Villa Matilde a Neviano degli Arduini continuano a tenere banco, con gli strascichi che portano con se.

Tra gli indagati è finito anche il direttore della struttura di Neviano degli Arduini. Il dirigente sostiene di non essersi accorto di nulla, ma a lui la tirocinante, sconvolta per aver visto un anziano in gionocchio, costretto a mangiare la pasta che gli era caduta per terra, aveva segnalato l’accaduto. Dovrà rispondere di omessa denuncia.

Decine gli episodi di violenza e di denigrazione contestati ai sette operatori finiti in manette – Hafida El Fathaoui, 36 anni, marocchina residente a Neviano; Silvia Guazzetti, 46, di Ramiseto; Annamaria Selva, 48, campana residente a Canossa; Angelo Lamacchia, 28, siciliano residente a Quattro Castella; Agnese Palladini, 33, residente a Lesignano; Malika El Wahab, 57, marocchina residente a Traversetolo; Pietro Di Nuzzo di 30 anni, origini campane ma residente a Canossa – accusato anche  di abbandono d’incapace perché salle indagini sarebbe emerso che durante il turno di notte si sarebbe allontanato dalla struttura lasciando da soli pazienti affetti da gravi patologie, quali appunto l’Alzheimer.

Un’altra operatrice, G.M., invece, è indagata perché con uno schiaffo avrebbe provocato a un assistito lesioni guaribili in 10 giorni; C.V., altra indagata, deve rispondere di schiaffi e tirate di capelli ai danni di pazienti che si addormentavano. Non è finita: S.M. deve rispondere di aver lasciato per terra un paziente sporco di feci, insultandolo per l’accaduto, C.M., accusata di minacce per aver detto alla tirocinante “se parli ti rovino la macchina e ti faccio male.”.

Nessuna delle persone indagate per le gravi violenze agli anziani di Villa Matilde lavora più nella struttura. E da venerdì,è in corso la sostituzione di tutto il personale che opera al servizio degli ospiti affetti da Alzheimer. A scanso di equivoci e dubbi di qualsiasi genere.

Lo hanno assicurato la responsabile della cooperativa Kcs per Felino e Bazzano, Silvia Pizzi, e lo stesso presidente del gruppo, Aldo Frichiami, che ha voluto subito incontrare le famiglie nella sala riunioni di Villa Matilde per scusarsi con loro e con i dipendenti che anche a Neviano lavorano correttamente e con passione al servizio degli anziani.

Un danno d’immagine notevole per la cooperativa sociale con sede ad Agrate Brianza che opera in 15 regioni italiane impiegando oltre 4.000 dipendenti. Frichiami ha ammesso una carenza di vigilanza da parte della cooperativa che ha portato a questa deriva, annunciando la costituzione di parte civile nel procedimento contro gli indagati dell’operazione Cerbero. A tutti sarà chiesto il risarcimento del danno subito dalla Kcs.

Un danno per le vittime, di cui i familiari hanno candidamente ammesso  di non essersi mai accorti di nulla, pur andando con costanza a far visita alle mamme e ai papà.

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