Effetto Parma: “Debito del Comune ridotto del 60%”

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“Giunti alla fine del mandato possiamo annunciare un risultato che ci rende orgogliosi del lavoro svolto da quest’amministrazione: il debito di Parma è stato dimezzato. Da una situazione di partenza di 807.832 milioni di euro nel 2011, il debito consolidato del Gruppo Parma, al netto delle elisioni infragruppo, è sceso a 400.874 milioni al 31 dicembre 2015, ridotto esattamente del 50,38%. E nel 2017 calerà ulteriormente al 60% dell’indebitamento ereditato a inizio mandato.

Mettere a posto i conti non è stato semplice ma, attraverso un percorso responsabile e oculato, il Comune di Parma ha azzerato i propri debiti verso i fornitori, ridotto a 122 milioni di euro quelli contratti per mutui verso le banche e, non da ultimo, rispettato i vincoli sui pagamenti nella pubblica amministrazione.

Tutto ciò a fronte dell’aggravio dei tagli da parte del Governo centrale che ogni anno ha decurtato i trasferimenti agli Enti locali. Manovre che, dalla riduzione del fondo Imu e Tasi, alla Legge di Stabilità 2015, hanno un’incidenza sulle casse del Comune di Parma stimata in un taglio di oltre 36 milioni di euro per il bilancio 2017. Nonostante il venir meno di risorse così importanti in questi anni, il bilancio del Comune di Parma, non ha rinunciato alla qualità e alla quantità dei servizi per i cittadini, prevedendo inoltre, ove possibile, sgravi fiscali e agevolazioni per sostenere, con una serie di operazioni chirurgiche le fasce più deboli. Esempio ne è il fondo per le bollette insolute a sostegno dei nuclei in difficoltà economica, raddoppiato da quest’amministrazione nell’ultimo bilancio.

Tassello fondamentale dell’operazione di risanamento delle casse comunali è stato il lavoro sulle società partecipate, i cui debiti avrebbero potuto portare a ripercussioni pesanti sul bilancio dell’Ente. Nel caso più unico che raro di un Comune con sei società partecipate coinvolte in piani di ristrutturazione del debito, abbiamo riportato la situazione in pareggio. Guidati da una logica di utilità ed efficacia, abbiamo deciso di liquidare quelle che erano scatole vuote e inutili per far rientrare i debiti e sanare le società realmente da salvare, come, ad esempio, il Centro Agroalimentare.

Una riorganizzazione che ha portato alla chiusura di un terzo delle società, svolta secondo criteri di sostenibilità economica ed utilità strategica: emblematico è il caso della Holding Stt, che, grazie all’ultima operazione approvata martedì in Consiglio comunale, è stata snellita rispetto alle nove società originarie con il risultato dello stralcio di 25 milioni di euro di debito a cui si aggiungeranno ulteriori 50 milioni di debiti in meno quando l’intera operazione Stt sarà conclusa.

Si tratta di traguardi che non sarebbe stato possibile raggiungere senza prima aver recuperato una credibilità per Parma agli occhi dei creditori, all’interno e fuori dalla nostra città. Traguardi che, è bene ricordarlo, sono stati votati e resi possibili con le sole forze della maggioranza a sostegno di quest’amministrazione.
Ed è grazie al lavoro di quest’amministrazione, all’effetto di una gestione attenta, se oggi, in campagna elettorale, tutti i candidati possono parlare di progetti per Parma e non più di rischio default.

Oggi riconsegniamo una città con i conti a posto, equilibrata e stabile economicamente. Una città che vogliamo portare verso nuovi importanti traguardi, perché è da qui che si riparte rilanciando sul futuro.

Così, Federico Pizzarotti, Marco Ferretti e Marco Bosi hanno annunciato il crollo dell’indebitamento comunale.

“Alcuni non hanno percepito il rischio che abbiamo corso. Ora abbiamo ridato a Parma credibilità e stabilità senza tagli agli investimenti. Non è un punto d’arrivo ma di partenza” – ha detto soddisfatto il sindaco, Federico Pizzarotti.

“Oggi ricordiamo da dove siamo partiti. Nel 2012 c’era il rischio di non poter pagare neanche i dipendenti comunali. Si stava avviando la procedura di pre dissesto. Parma era sommersa dai debiti, la maggioranza (ora Effetto Parma) ha fatto scelte impopolari che però hanno portato a dove siamo oggi” – gli ha fatto eco Marco Bosi. 

“Abbiamo fatto un nuovo bilancio consolidato con l’Università di Parma da cui è risultato che nel 2012 c’erano 807 milioni di debiti. Nel 2015 siamo arrivati a una riduzione del 50%, nel 2017 arriveremo a -70% e speriamo che entro il 31 dicembre del 2018 si scenda sotto ai 300 milioni di euro. Abbiamo fatto delle operazioni che non sono solo di mera ragioneria o chiudendo solo le partecipate. Abbiamo elimanato sì le scatole vuote delle società dell’ente ma abbiamo anche dovuto far fronte a 36 milioni di euro da parte del Governo sui Comuni. Parma ha mantenuto nonostante tutto servizi e qualità. Nel 2014 la Corte dei Conti ha dichiarato che Parma stava rischiando grosso con i debiti delle partecipate e oggi invece ci troviamo qui con le società messe in sicurezza economica. Sono sei le partecipate in 162 bis contemporaneamente, siamo forse gli unici in Italia. Fuori Parma si spaventano a vedere quante società c’erano sotto all’Ente. Sono arrivato mandato dal Rettore dell’Università per aiutare Pizzarotti. Ora dico: Missione compiuta” – ha chiuso Marco Ferretti, assessore al Bilancio.

 

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