Condannati per 19 furti nel 2017, erano irreperibili: arrestati a Madregolo, avevano già ricominciato a rubare – FOTO – VIDEO

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Mercoledì la Polizia di Stato di Parma ha tratto in arresto Ciobanu Constantin e Cociorva Vladimir, resosi irreperibili dopo essere stati condannati rispettivamente a 1 anno e 9 mesi e 3 anni e 5 mesi di reclusione per una serie di rapine compiute nel 2017. 

I due, nel novembre 2017,   erano stati tratti in arresto, da parte della Squadra Mobile di Parma unitamente a Vieru Vitale, nato in Moldavia il 20/12/1984; Poclit Vladimir, nato in Moldavia il 15/11/1991; Varguta Mihail, nato in Moldavia il 12/09/1993; Ciobanu Mihail, nato in Moldavia il 25/10/1995 e Luca Vitalie, nato in Moldavia il 15/01/1980, in quanto ritenuti responsabili, a vario titolo, di 19 furti pluri-aggravati commessi nelle province di Parma, Reggio Emilia, Cremona, Piacenza e Padova nel periodo marzo/ottobre 2017 e di vari episodi di ricettazione. Tra i più eclatanti, un furto alla Pinko di Fidenza: in quel caso rubarono oltre 70mila euro di capi. 

I due soggetti, successivamente sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari, erano evasi, rendendosi di fatto irreperibili.   

I servizi di monitoraggio hanno consentito di individuare in un casolare sito in località Madregolo, un loro possibile rifugio e pertanto, nella mattinata, si è proceduto alla perquisizione dell’immobile, sorprendendo all’interno i due latitanti che hanno cercato la fuga attraverso il tetto dove, però, sono stati bloccati.

Nel corso della perquisizione dell’immobile, è stato rinvenuto denaro contante ed altri oggetti certamente provento di ulteriori furti, radioline, ricetrasmittenti, e strumenti da effrazione, nonché la chiave di un’autovettura rubata, rinvenuta poco distante dal casolare, su cui erano state apposte targhe di altro veicolo per occultarne la provenienza illecita.

Inoltre, il tubo di un idrante, spesso utilizzato nelle rapine del 2017 per ganciare le casseforti a un’auto e smurarle, e alcune banconote straniere, probabilmente rubate da qualche collezione.

In un portafogli, anche una carta d’identità romena: era uso dei due utilizzare identità e documenti falsi per fuggire ad eventuali controlli.

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