Furto del bancomat al supermercato, poi 19 prelievi per 5mila euro: anziana signora risarcita

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Chi viene derubato del bancomat, che viene poi utilizzato ripetutamente da malviventi per prelevare denaro, ha diritto al rimborso almeno delle operazioni che sarebbero state evitate se l’intermediario avesse attivato un efficace sistema di allerta.

L’sms-alert, infatti, induce il consumatore a mettersi al riparo, e a bloccare la carta di pagamento. È quanto ha ribadito l’Arbitro Bancario Finanziario – Collegio di Bologna – a cui si è rivolta un’anziana signora con l’assistenza dello sportello di Parma di Confconsumatori.

IL FURTO – La vittima del furto aveva utilizzato il bancomat all’interno di un supermercato, riponendolo, al termine, nel trolley porta spesa. Solo in serata, grazie alla telefonata di una persona che la avvisava di aver ritrovato la sua busta portatessere, si era accorta della mancanza della carta di pagamento. La mattina seguente la signora, recuperando il portatessere, ha scoperto che il bancomat era in effetti scomparso, e a quel punto ne ha disposto il blocco. Contattando la sua filiale, ha scoperto che nel frattempo erano state compiute 19 operazioni fraudolente per un totale di poco superiore ai 5.000 euro.

LA DECISIONE DELL’ABF – Nonostante la donna avesse dichiarato di non aver mai custodito la carta di debito insieme al codice Pin, l’intermediario finanziario si era rifiutato di riconoscerle il rimborso, sostenendo che i ripetuti prelievi dovevano essere avvenuti a seguito dell’inserimento del Pin corretto. La titolare del conto si era così rivolta allo sportello di Confconsumatori e, con il suo aiuto, all’Abf, autorità preposta alla risoluzione stragiudiziale delle controversie nel settore bancario. L’Arbitro, pur evidenziando che le prime 4 delle 19 operazioni disconosciute erano state effettuate a ridosso dell’ultimo utilizzo effettuato dalla signora nel supermercato e quindi, apparentemente, inserendo il Pin corretto, ha riconosciuto all’associata di Confconsumatori il diritto a essere rimborsata di una somma pari a circa 4.000 euro. Si tratta dell’importo sottratto con le 15 operazioni successive, effettuate più tardi rispetto alle prime, che avrebbero potuto essere evitate se l’istituto di credito avesse provveduto all’invio di un sms-alert.

“Una decisione molto importante – commenta l’avvocato Grazia Ferdenzi, che ha assistito la risparmiatrice – perché riconosce il principio in base al quale l’intermediario deve farsi parte attiva nell’arginare il dilagante fenomeno delle truffe compiute a mezzo di strumenti di pagamento, istituendo a favore di ciascun cliente un pronto sistema di efficace allerta che possa permettere l’immediata evidenza di un’operazione fraudolenta in atto”.

 

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