20° Musica in Castello, le visioni di Guaitamacchi su un uomo chiamato Bob Dylan tra i TRA I LAMPI DI CASTELNUOVO FOGLIANI (FOTO)

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(Gabriele Majo da www.stadiotardini.it– Da una decina d’anni, almeno, ho avuto modo di conoscere ad apprezzare Ezio Guaitamacchi e Brunella Boschetti: l’affiatato duo, infatti, ha partecipato a molte delle iniziative culturali sul territorio di Gianluigi Negri, a partire dal capostipite Mangia come Scrivi, e poi i più recenti MangiaMusica e MangiaCinema di cui StadioTardini.it era media-partner; la consolidata formula, che si può sintetizzare nel sottotitolo “spettacolo di racconti, suoni e visioni”, ha via via consentito di conoscere i segreti e le curiosità delle più grandi star del rock, raccontate dal qualificato giornalista, scrittore, musicista e autore radiotelevisivo milanese, accompagnato dalla vocalist che lavora con lui dal 1999 e che, per le indubbie qualità canore ho già espresso il desiderio possa, nel giorno delle mie esequie, eseguire dal vivo “Hallelujah” di Leonard Cohen, di cui la ritengo essere la miglior interprete in assoluto al mondo.

Non che ci sia il desiderio, da parte mia, di lasciare presto questa valle di lacrime: non ho ancora fatto testamento, benché sia in corso il maledetto 59, però riferire questa mia volontà pubblicamente, vuole essere soprattutto un omaggio alla cantante, la cui estensione vocale raggiunge vette davvero emozionali. E la conferma l’ho avuta in occasione della sua esibizione di martedì 25 luglio 2023 a Castelnuovo Fogliani (Alseno, PC), assieme ad Ezio Guaitamacchi, certamente, ma anche ad Andrea Mirò – la cui voce è pulita, e al pianoforte è maestra – che da qualche tempo si è aggiunta stabilmente al duo, diventandone la direttrice musicale e a Davide Van De Sfroos, al secolo Davide Enrico Bernasconi, cantautore, chitarrista e scrittore brianzolo che completa il poker artistico che ha estasiato il pubblico di Villa Sforza Fogliani per “Un uomo chiamato Bob Dylan”, inserito nella ricca locandina di eventi di Musica in Castello che festeggia il proprio 20° anniversario.

Per la primavera-estate 2023, infatti, Ezio Guaitamacchi propone uno dei suoi inimitabili viaggi narrativi e sonori questa volta alla scoperta, appunto, di un uomo chiamato Bob Dylan.  Assieme a lui, sul palco, come compagni di questo viaggio, oltre a Brunella Boschetti, dicevamo, anche le guest star Davide Van De Sfroos – in un inedito triplice ruolo di musicista, attore e pittore (durante l’esibizione continuava a disegnare, donando, nel commiato finale, l’opera, lanciata al pubblico, come un calciatore la maglia…) – che si cala nei panni di Bob Neuwirth, cantautore amico di Dylan, di cui italianizza le canzoni in lingua madre, con traduzione personalizzata, ed espone i pensieri, ed Andrea Mirò, che interpreta la figura di Joan Baez, icona musicale degli anni ’60 che con Dylan aveva intrecciato una storia non solo musicale. Narrazione, quella delle donne di Dylan, che scorre durante lo spettacolo, strappando sorrisi per i pensieri espressi a voce alta, senza censura, di BaezMirò verso la concorrenza…

Storie accattivanti e aneddoti gustosi, come solo Guaitamacchi sa infilare, si alternano a brani di Dylan e dintorni (appunto anche della Baez, ma cito, a memoria, più o meno nell’ordine, Blowin’ In The Wind, Just Like A Woman, My Back Pages, All Along The Watchtower, Like A Rolling Stone, Hurricane, The Times They Are A-Changing, Shelter From the Storm, Not Dark Yet) in chiave acustica e, a impreziosire il tutto e a suggestionare il pubblico, immagini storiche del tempo – locandine, giornali, copertine di dischi, ed altre memorabilia originali – proiettate sul grande schermo alle spalle della formazione (dall’ala destra, in cui ero seduto, ahimè non si vedeva Andrea Mirò, nascosta dal pianoforte, ma solo gli altri tre interpreti che hanno cantato, recitato e dato voce al racconto di parte della vita del Bardo di Duluth.

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