Casino dei Boschi di Carrega, l’urlo di dolore dell’architetto Rovaldi: “Increduli, gravissimo venderlo”

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(di Chiara Corradi, da Il Parmense, foto in evidenza di Paolo Gepri) – A seguito della recente notizia di vendita della parte pubblica del patrimonio monumentale Casino dei Boschi, abbiamo interpellato Umberto Rovaldi, architetto paesaggista e presidente dell’associazione Amici del Parco e del Casino dei Boschi, che da anni sta lottando per la difesa e la valorizzazione di questo inestimabile gioiello altamente rappresentativo del paesaggio storico di Parma città e provincia, il Casino dei Boschi, sito nel cuore del Parco Regionale dei Boschi di Carrega (nella parte rientrante nel Comune di Sala Baganza), che ormai sta cadendo a pezzi.

Architetto, vuole esprimerci – a caldo – il suo pensiero in merito a questa decisione?

Il pensiero mio e quello dell’associazione che rappresento è che sta succedendo qualcosa di estremamente grave, come se a Parma vendessero la Pilotta o il Parco Ducale o la Reggia di Colorno o il Battistero di Antelami o la cupola del Correggio in San Giovanni…nostri più rappresentativi inalienabili “gioielli di famiglia”! E questo non è pensabile, non è ammissibile, gravissimamente contrasta e affossa il dettato e lo spirito della Costituzione Italiana (articolo 9)  e della Convenzione Europea del Paesaggio. Come Amici del Parco e del Casino dei Boschi di Carrega esprimiamo pubblicamente la nostra incredulità nei confronti dell’amministrazione del Parco Regionale dei Boschi di Carrega, istituito nel 1982 proprio per la conservazione e valorizzazione di questo straordinario complesso di importanza architettonica, artistica, ambientale e paesaggistica che invece oggi  – a mo’ di resa o peggio – vuole mettere in vendita.

Ci racconti di questo luogo e di come già si inserisce all’interno un filo narrativo a scala geografica, con sicure ricadute economiche sul territorio…

Sono in molti ormai a conoscere i Boschi di Carrega e il Casino dei Boschi, a Parma e provincia, tradizionale meta di ristoratrici passeggiate infrasettimanali o domenicali, a piedi e in particolare in biciletta, partendo da Parma città per pedalare fino a Sala Baganza, lungo la strada Farnese (poco più di 10 piacevolissimi km per accedere nel modo più paesaggisticamente salutare, piacevole ed ecologico al Parco Regionale Boschi di Carrega) vocata ad essere strada ciclabile di qualità, in sponda sinistra del torrente Baganza, la storica strada Farnese, antica strada delle cacce ducali, da sempre prevalentemente percorsa da ciclisti locali ma anche dai cicloturisti, molti dei quali negli ultimi anni anche mittel e nord europei viaggiatori in bici, transitanti da Parma e provincia, da nord a sud, dal Po alla Val Baganza, al passo della Cisa (e oltre), per la Val Magra e Lunigiana fino al mar Ligure e Tirreno, sulla ciclovia Bre-Ti (Bre-nnero/ Ti-rreno); Dolce (Verona/ lago di Garda/ Mantova/Sabbioneta/Casalmaggiore); Greenway delle Tre Residenze Ducali (Colorno-Parma-Sala Baganza) alias Ciclovia Regionale Tirrenica ER9 Interregionale di importanza nazionale dell’Emilia Romagna.

Molti lo sanno già ma perché tutti sappiano di cosa stiamo parlando ci descriva il Casino dei Boschi, ci parli del suo valore…

Dobbiamo iniziare col dire che si tratta di un luogo in cui è stata scritta un pezzo di storia, di quella che si studia sui libri di scuola. Il Casino dei Boschi venne concepito come luogo di delizia, nel cuore nascosto dei Boschi ducali di caccia di Sala, dalla duchessa Maria Amalia di Borbone su progetto dell’architetto A.E. Petitot, per poi acquisire sembianze neoclassiche per volontà di Maria Luigia d’Austria, granduchessa di Parma, che lo ha acquistato nel 1819, affidandone la ristrutturazione all’architetto di corte Nicolò Bettoli (lo stesso del Teatro Regio).

Maria Luigia ha voluto anche la costruzione, a fianco della struttura esistente, di un lunghissimo colonnato (noto come la Prolunga), da cui si accedeva ai locali di servizio. Al centro del colonnato è stato eretto il Casinetto, edificio con orologio e torre campanaria, sede del teatrino di corte. Non ultima la realizzazione di un giardino all’inglese – in armonia con il bosco circostante – ad opera di Barvitius, famoso giardiniere dell’epoca. Tutti elementi che hanno conferito al complesso grande pregio per molteplici aspetti. Maria Luigia amava molto questa che divenne ben presto la sua residenza ducale extraurbana estiva prediletta. Trascorreva con piacere il suo tempo in quel luogo nascosto e ovattato. Al Casino dei Boschi di Sala fu conferito altresì il peculiare carattere di villa-fattoria agroforestale. Carattere quest’ultimo confermato e sviluppato con l’insediarsi della famiglia Carrega, a partire da fine ‘800.

Nel tempo questo complesso ha visto dei subentri di proprietà. Oggi quante sono le proprietà?

Attualmente le proprietà sono due: una privata, che fa capo alla famiglia Carrega e una pubblica che fa capo ai Parchi del Ducato. Vede questa foto? Mostra tutto il complesso monumentale del Casino dei Boschi.

Ecco, sommariamente, per farci intendere da chi ci legge, possiamo dire – guardando la foto – che la parte a sinistra del Casinetto (che è al centro della prolunga), comprendente la villa e una buona fetta del colonnato, è di pertinenza dei Carrega, mentre la parte a destra del Casinetto (altra fetta di colonnato) e rustici è di pertinenza dei Parchi del Ducato. In entrambi i casi vanno inclusi anche i terreni di pertinenza.
A parte queste due doverose distinzioni, bisogna dire che siamo allo sfascio su entrambi i fronti, con l’aggravante di una messa in vendita della parte pubblica, dove non ci è dato di sapere che sorprese ci potranno essere riservate a breve.

Quali sono i rischi?

Innanzitutto nella delibera dell’esecutivo n.22 del 14 marzo 2023 si fa appello a più tipologie di utilizzo, che tranquilli non ci lasciano: uso abitativo (U1) intendendosi per uso residenziale la residenza temporanea e non la residenza permanente (fatti salvi alloggi di servizio ed assimilabili);  uso ricettivo (U2); uso politico-amministrativo e sede istituzionale (U18);  uso ad attrezzature culturali (U21).
Nella recente intervista che Agostino Maggiali, presidente dell’ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità  Emilia Occidentale, ha rilasciato alla Gazzetta di Parma, fra gli usi ammessi cita anche operazioni socio-assistenziali. Giusto quest’ultimo riferimento ci fa interrogare su quale potrebbe essere l’applicazione…

Quale messaggio volete lanciare come associazione?

Ci rivolgiamo agli amministratori regionali e all’opinione pubblica non solo locale e cittadina ma anche nazionale ed europea affinché ai più alti livelli severamente venga stigmatizzato e fermato ciò che sta avvenendo al Parco Regionale Boschi di Carrega, ovvero a Parma, e vengano presi urgenti provvedimenti di ben altro tipo rispetto a quelli che sono all’ordine del giorno, volti alla seria responsabile difesa e valorizzazione di questo nostro Bene Comune di inestimabile valore per la conoscenza, per i saperi della natura e del paesaggio storico, per l’educazione alla percezione e al godimento della natura, della sua storia, per l’educazione all’architettura del paesaggio, per il piacere della ricreazione dell’anima, dello spirito, dei suoi genius loci e delle forme che armonicamente lo compongono, per la tutela, conservazione e valorizzazione, – con sensibilità contemporanea, su serie e aggiornate basi conoscitive e progettuali – , di un Giardino Storico tanto importante e imperdibile come dovrebbe continuare ad essere il Casino dei Boschi di Sala Baganza, secondo un progetto di alta qualità che sappia davvero porre al centro il paesaggio e una fruibilità per tutti nei dovuti e corretti modi. Chiara Corradi, da Il Parmense, foto in evidenza di Paolo Gepri

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