Caso Esposito, l’allarme del sindacato Fisi: “Dopo le denunce qualcuno ha tagliato le gomme della sua bicicletta”

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“La professoressa Esposito – si legge in una nota del sindacato Fisi – ci informa, con preoccupazione, che ha dovuto presentare una denuncia contro ignoti dopo che ha rinvenuto uno squarcio da taglio sulla ruota posteriore della bicicletta nel cortile della propria abitazione. Non è la prima volta.

Infatti, precedentemente ad agosto, la professoressa ha trovato il velocipede forato il giorno dopo la deposizione della sua denuncia in Procura ma non ha denunciato il fatto. Un secondo “avvertimento”, quindi, molto inquietante se si nota la concomitanza temporale degli episodi di danneggiamenti subiti, con le denunce che Susanna Esposito ha presentato alla Procura della Repubblica di Parma”.

“La paura è che a Parma ci siano delle lobbies in grado di influenzare a proprio vantaggio l’attività e le decisioni della pubblica amministrazione” sottolinea il segretario generale della Fisi Rolando Scotillo. “La Fisi è molto preoccupata  – prosegue la nota – per l’incolumità della propria dirigente sindacale che, per aver denunciato il sistema, potrebbe rischiare la vita. Infatti, non possiamo sapere cosa c’è dietro a queste minacce. Che la Procura di Parma intervenga e metta in sicurezza la professoressa Esposito”.

1 commento

  1. Egregia Direttrice,
    Con la presente vorremmo esprimerle la nostra estrema preoccupazione riguardo l’apertura della terapia intensiva pediatrica. Questa preoccupazione è nei confronti degli operatori sanitari, dei cittadini e soprattutto dei bambini che necessitano di cure intensive.
    Attualmente la situazione, è completamente allo sbando. Viste le pressioni mediatiche, lo sceriffo (così chiamato) e la sceriffa (chiamiamo così la Direttrice del 1° servizio di anestesia e rianimazione, essendo in costante combutta con lo sceriffo) stanno organizzando in modo assolutamente superficiale, frettoloso e in assenza di alcuna professionalità, l’apertura del suddetto reparto.
    E’ vero che i muri e i macchinari sono presenti da tempo, sovvenzionati da privati, che devono sapere che non bastano i muri per costruire un reparto. Ci vogliono i pazienti e il personale adeguato (formato e altamente specializzato)per fornire le cure ottimali. Riguardo questi punti purtroppo attualmente a Parma non possediamo né l’uno, né l’altro: il numero di pazienti/anno non è sufficiente per giustificare una spesa tale e per garantire l’expertise del personale. Si deve inoltre considerare che esistono importanti Ospedali Pediatrici di riferimento nazionale a poca distanza che hanno sempre accolto i casi più complicati e che comunque dovranno continuare a farlo.
    Riguardo al personale innanzitutto manca il numero adeguato di medici (sarebbero intorno agli 8 medici a dover farsi carico di tutte le guardie e le reperibilità e la maggior parte di questi ha pochissima esperienza di anestesia e rianimazione pediatrica e addirittura qualcuno deve ancora specializzarsi) e infermieri. Questi ultimi sono praticamente tutti neo assunti senza alcuna esperienza di bambini; i pochi con qualche esperienza hanno presto abbandonato questo progetto scriteriato e non ancora organizzato.
    Attualmente non vi è ancora nessun percorso né protocollo formalizzato, anche perché ci si chiede come possano persone inesperte in materia sottoscrivere addirittura dei protocolli di lavoro?
    D’altra parte la persona designata come responsabile (dott.ssa Clelia Zanaboni) non ha mai lavorato da medico strutturato in una terapia intensiva pediatrica; immaginiamo come possa organizzarne una mai esistita prima.
    Lo sceriffo vuole farsi vanto dell’apertura di un Reparto così complesso ed altamente specializzato a discapito del personale che dovrebbe fare turni massacranti, ma soprattutto sulla pelle dei piccoli pazienti curati da personale assolutamente non adeguato in un settore così delicato.
    Le chiediamo pertanto di aiutarci a diffondere questa denuncia per far comprendere alla cittadinanza la gravità assoluta di ciò che sta succedendo.

    Grazie
    I cittadini, i genitori e gli operatori sanitari che tengono alla vita dei piccoli pazienti.

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