Uno studio di Entain conferma: i giocatori vogliono la normalità

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La voglia di tornare alla normalità è fortissima dopo un anno e mezzo in cui la vita è stata soppiantata da una pseudo-vita tra virtualità e distanze, tra affetti online, smartworking e DaD. Non fa eccezione il mondo del gioco, che ha visto chiudere interamente i negozi fisici, le agenzie di gioco, le sale da slot e quelle da bingo. Il giocatore è trasmigrato verso la dimensione online: questo tipo di gioco ha registrato numeri da urlo, ma non basta. Non si può soppiantare un’intera filiera da un giorno all’altro e anche gli utenti lo sanno. Lo studio Entain pubblicato da Gaming Insider parte da un assunto preciso: la gente ha il desiderio di tornare alla vita precedente. 

Entain è un operatore molto noto a livello internazionale e in Italia opera attraverso Eurobet e Bwin. Lo studio svela che nove adulti britannici su dieci (il 94%) credono di dover avere la libertà di decidere autonomamente come spendere il proprio tempo e il proprio denaro. L’ultima intervista risaliva al dicembre 2020 e registrava una percentuale minore del 15%. Insomma, il desiderio di tornare al pre-pandemia è forte e in crescita. 

L’obiettivo, però, è duplice: oltre alle chiusure da pandemia, si tende a sottolineare come i giocatori inglesi abbiano il senso della misura nel praticare il gioco d’azzardo e lo facciano in modo coscienzioso e responsabile. Gli altri risultati significativi sono: Il 55% del campione intervistato – 2000 individui britannici – considera il gioco d’azzardo come un’attività sociale. Il 25% ha addirittura ampliato la propria cerchia di amici grazie al gambling. Il 78% degli intervistati realizza una scommessa almeno una volta a settimana.

Più o meno la metà degli scommettitori è favorevole al fatto che l’industria del gioco sostenga i club dei campionati minori – come già accade. In Italia, invece, il Decreto Dignità ha bloccato le ingerenze del gioco all’interno del mondo del calcio e dello sport. Anche i dati sul comparto online sono significativi: quasi tutti gli intervistati hanno visto aumentare la propria attività online nei mesi della pandemia, non soltanto per motivi lavorativi o didattici ma anche per il gambling. Una trasmigrazione, come detto. 

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