Parma e D’Aversa. Cinque anni insieme: tempo di bilanci

Siamo alla fine di un lustro che purtroppo si chiuderà in modo triste, gli obiettivi raggiunti dal mister però sono tanti… o forse no?

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di Antonio A.

Siamo alla fine di un lustro che purtroppo si chiuderà in modo triste, gli obiettivi raggiunti dal mister però sono tanti… o forse no?

I fattori che influiscono nel raggiungimento degli obiettivi.

Da tifoso con il sangue gialloblù sono davvero sfinito e sfiancatonel leggere persone che, con cecità e follia inaudita, continuano a difendere il mago di Stoccarda, sostenendo che Lui ha raggiunto tanto obiettivi, due promozioni e due salvezze, quando invece, il fantasmagorico mister, è riuscito nell’unica, complessa magia, di far sparire la grinta dei nostri calciatori, anno dopo anno.

Quando dopo le imbarazzanti strisce negative qualcuno ha osato criticare, seppur educatamente e con argomentazioni sensate, il nostro amato allenatore, c’è sempre stato qualcuno pronto a chiudere la discussione a gambatesa presentando come insensata prova il continuo raggiungimento degli obiettivi. Ma è stato davvero lui a raggiungerli?

Sappiamo bene che il calcio è un gioco complesso ed ogni stagione dipende da un’incredibile serie di fattori:

– la bravura dell’allenatore che permette alla squadra di affrontare le gare nei modi più diversi, adattandosi agli avversari e sfruttando al meglio le capacità della rosa, guidando i giocatori verso una crescita personale e di gruppo. Il suo saper essere psicologo, guida, amico, fratello maggiore dei giocatori. La sua gestione tattica delle partite, con la capacità di leggere la gara e cambiare eventualmente in corsa.

– le abilità dei calciatori grazie alle quali si possono apprezzare giocate da campioni, passaggi di prima, tiri potenti e precisi o interventi di qualità. Un calciatore estroso, con mentalità da vincente, molto spesso può cambiare una partita da solo.

– la sicurezza e la mentalità vincente trasmesse dall’ambiente e dallo staff tecnico, da presidenti intelligenti e grintosi, che mettono cuore e passione nella squadra

– la capacità dei preparatori atletici e del team medico che permette all’allenatore di avere giocatori sempre al massimo della loro forma, pronti a sfruttare tutta la potenza della loro giovane età

– la grinta trasmessa dai tifosi non è da meno, sappiamo bene che giocare una partita al renato curi non è la stessa cosa che giocare alla “bombonera”, il tifoso è spesso l’uomo in più

potrei continuare a lungo ad elencare i fattori che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di una squadra, ma credo non serva.

I fattori appena citati bastano a comprendere in modo piuttosto evidente quanto un risultato difficilmente possa dipendere da un solo giocatore, allenatore o presidente, ma è invece un misto di queste cose. Una vittoria quanto una sconfitta sono raramente dipendenti da un solo elemento.

Andiamo allora ad analizzare l’intera era D’Aversiana del Parma.

Stagione 2016/2017 – L’arrivo del Mister

Il Parma inizia il campionato con Apolloni in panchina che dopo aver dominato la stagione precedente con una squadra nettamente superiore alla categoria, si trova ad affrontare un campionato molto difficile. Per aiutare il mister a raggiungere il suo obiettivo, il mercato estivo gli ha portato nuovi giocatori, i cui più importanti sono: Scavone, Nocciolini e Calaiò.

Mister Apolloni viene però sollevato dall’incarico dopo 14 gare con una media punti pari a 1,78.

Arriva D’Aversa (vista la grandiosità del progetto, penserete forseche arrivi dal Liverpool, dal Real Madrid e invece no, era statoappena esonerato dal Lanciano essendo al penultimo posto della serie B, ma cerchiamo di non essere prevenuti.) e conclude il campionato con la tanto agognata promozione.

Obiettivo raggiunto! Bravo D’Aversa… o forse no?

Il buon Roberto conclude il campionato con una media punti di 2, un valore non di molto superiore a quella dello storico difensore crociato, nonostante per aiutare il nostro caro D’Aversa, la società ha pesantemente rinforzato la squadra, acquistando Frattali, Di Cesare, Iacoponi, Munari, Scaglia, Scozzarella ed Edera.

Un occhio attento noterà che gli acquisti fatti sono tutti di livello molto alto per la serie C, tanto che molti dei giocatori citati sono rimasti l’ossatura gialloblù anche in serie B o addirittura in A.

Il Parma, dopo una stagione complicata, riesce a salire in serie B grazie ai playoff in cui soltanto i calci di rigore permettono ai crociati di superare il Pordenone, dopo una partita dominata dai friulani e vinta francamente per episodi. Ma tifiamo Parma, quindi a noi sta bene.

Analizzando questa stagione direi che l’obiettivo è stato raggiunto, ma da chi? Dall’allenatore che ha avuto una media punti non dissimile di quella del mister esonerato nonostante la squadra decisamente più forte? I dati parlano chiaro e se analizziamo statistiche ancor più chiare come il ridicolo possesso palla o i pochissimi tiri, risulta evidente come nel mix di fattori che han permesso il raggiungimento dell’obiettivo… la forza della dirigenza e la qualità dei singoli sono stati decisamente le chiavi di volta della stagione. L’allenatore invece, dati alla mano, risulterebbe forse l’anello debole della stagione.

Stagione 2017/2018 – Come noi nessuno mai!

Arriva il presidente Cinese e si festeggia con un mercato estivo sontuoso. A rinforzare la rosa già piuttosto forte dei crociati si aggiungono: Gagliolo, Sierralta, Barillà, Di Gaudio, Ceravolo, Insigne, Siligardi ed il giocatore tre anni consecutivi “miglior centrocampista del campionato di serie B” Jacopo Dezi.

Dopo due promozioni consecutive il Parma, salendo in A potrebbe fregiarsi di un’impresa storica, tre promozioni consecutive, dalla D alla A, dall’inferno al paradiso. L’impresa è quasi mitica, pertanto si reputa di difficile compimento, ciononostante i pronostici sono tutti per i crociati.

Il Parma per i bookmaker è una delle favorite, infatti la rosa è senza dubbio tra le più forti insieme a Frosinone, Palermo ed Empoli. I siciliani hanno una squadra con nomi davvero importanti, le altre due invece uniscono giocatori importanti ad altri meno blasonati, la loro forza però è incentrata principalmentesu allenatori estremamente preparati: l’arcigno Longo, che nel 2020 ottiene una fantastica salvezza in A con il Torino. e lo spettacolare Andreazzoli, che gioca un calcio da applausi.

Il campionato inizia ed il cammino del Parma è in salita, dopo una prima gara giocata discretamente e vinta grazie ad un rigore di Calaiò, pur portando a casa diversi buoni risultati, i gialloblù non riescono a tirare in porta. I giornali iniziano a parlare del problema crociato: non vengono create azioni offensive ed il Parma segna ma soltanto da palla ferma, addirittura fino alla decima giornata.

Alcuni tifosi, iniziano ad essere preoccupati: il Parma soffre con le piccole e gioca buone gare soltanto con Frosinone e Palermo, ottenendo poi una terribile disfatta con l’Empoli.

Molti iniziano a chiedere la testa dell’allenatore, infatti, dopo i 4 goal subiti in una gara dove i toscani hanno letteralmente massacrato gli emiliani con una vera e propria lezione calcistica, i giornali iniziano a scrivere di un possibile esonero.

La dirigenza però non parla, non si capisce bene chi ha il compito di essere il volto della squadra e molte volte la palla viene passata tra Carra e Malmesi che con toni sempre sommessi liquidano tutti con semplici frasi di circostanza “dobbiamo essere vicini alla squadra ora più che mai”.

Irrompe spesso in conferenza il DS Faggiano, che con grinta che sfocia spesso in presunzione, s’infuria con i tifosi difendendo il suo pupillo in panchina.

Fortunatamente per noi il campionato è strano e mentre l’Empoli galoppa veloce e si rende presto irragiungibile, il Frosinone ed il Palermo perdono spesso punti per strada, permettendo ad un Parma che gioca un calcio imbarazzante, di stargli dietro.

I crociati hanno le solite pessime statistiche, possesso palla inesistente, riesce a farsi schiacciare nella propria aria di rigore praticamente da qualsiasi squadra, sia da quelle di metà classifica che da quelle che lottano per non retrocedere.

Un Frattali insuperabile riesce spesso a salvare il risultato permettendo al Parma di restare a galla. Per tutta la stagione i gialloblù faticano a tirare in porta ed è soltanto grazie a Bob che viene raggiunto lo storico traguardo delle tre promozioni. Dimenticavo… il buon Bob di cui sopra è Floriano, uno straordinario attaccante. Ah, dimenticavo ancora, Floriano non gioca nel Parma ma è un attaccante del Foggia (attualmente al Palermo).

Dunque altro obiettivo raggiunto da D’Aversa… o forse no?

Questa promozione con possesso palla inesistente, con difficoltà enormi a tirare in porta, infortuni a gogò, diversi titoloni riferiti al possibile esonero dell’allenatore e con l’unica statistica positiva quella della miglior difesa con soli 37 goal subiti… sembra essere frutto sicuramente di ottime prestazioni del portiere e di una difesa solidissima. In quest’anno molte squadre avversarie per la prima volta lamentano una certa sudditanza arbitrale in favore del Parma, ed in alcuni casi molti episodi in effetti vanno a favore dei crociati, ma noi siamo tifosi gialloblù quindi godiamo la promozione in silenzio e senza lamentarci delle sviste dei direttori di gara.

Abbiamo dimostrato facilmente dunque che le due promozioni son state sicuramente una gran goduria, ma di certo i meriti non sono dell’allenatore che ha ottenuto la prima facendo pochi punti in più di quello esonerato nonostante una squadra decisamente rinforzata e che nella seconda, stando ai giornali, ha rischiato spesso l’esonero.

Stagione 2018/2019 – Bentornata cara serie A

Il Parma torna nella serie che gli spetta (quest’anno decisamente non la meritiamo) ed inizia in modo ambiguo. I giornalisti sono divertiti dallo stranissimo atteggiamento tattico crociato, letteralmente un autobus davanti la porta per 90 minuti in attesa di qualche giocata in contropiede di un immarcabile Gervinho.

Le prime gare il Parma perde punti con le dirette concorrenti ma poi sbanca San Siro con una prestazione ultraterrena di Gagliolo ed un eurogoal di Di Marco. L’italosvedese erge un muro infrangibile e da solo riesce a vanificare ogni tentativo milanese di far goal. Nonostante l’assedio il Parma dunque porta a casa tre punti e tanto, tanto orgoglio.

 

La carica aumenta dopo una vittoria contro il cagliari dove Gervinho si consacra con un goal straordinario in cui scarta metà squadra avversaria partendo dalla difesa.

L’anno continua in modo particolare, il Parma gioca allo stesso modo contro la Juventus e contro la Spal, come se non conoscesse altri atteggiamenti tattici.

La rosa però brilla grazie a prestazioni straordinarie di diversi giocatori. Sepe termina il campionato come portiere che ha realizzato più parate, molte miracolose, tanto che il procuratore inizia a parlare di nazionale e di grandi squadre che lo attendono, dando non poco fastidio ai tifosi.

Bruno Alves diventa il capitano coraggioso, che troneggia sulla difesa bloccando ogni pallone aereo al punto da esser richiesto dalla Juventus quando s’infortuna Chiellini.

Gagliolo alterna partite discrete a gare straordinarie che lo portano a vestire la maglia della nazionale.

A centrocampo nasce il mito di Nino Barillà, giocatore che seppur privo di particolari abilità tecniche, mette in campo una grinta tale da togliere con fierezza palla ad un Ronaldo in formissima.

Inglese tra vari infortuni riesce a regalare grandi giocate al punto da essere attenzionato da Mancini per la nazionale.

Infine che dire di Gervinho? E’ il suo anno. Viene considerato imprendibile e diventa il terrore di ogni difesa, Juventus ed Inter lo valutano per farlo giocare in Europa.

Il Parma ha le solite terribili statistiche, viene dominato da ogni avversario sul possesso palla, viene schiacciato costantemente nella propria area di rigore anche dalla squadra dell’oratorio, ma i singoli sono in formissima e permettono al Parma di ottenere un buon numero di punti, così da chiudere il girone d’andata in una posizione incredibile, vicino all’Europa. I tifosi iniziano a sognare e dimenticano il modo rocambolesco con cui i risultati vengono portati a casa.

Arriva il girone di ritorno e qualcosa non funziona, il Parma non riesce più a vincere. Torna a rumoreggiare l’esonero dell’allenatore che però non arriva. I giornali che prima esaltavano il Parma il quale nonostante lo strano modulo era quasi in odore d’Europa, ora lo prendono in giro mostrando come il gioco “catenaccio e contropiede” sia ormai conosciuto dagli avversari che per tutto il girone di ritorno massacrano la squadra emiliana.

A fine campionato il Parma soffre e crolla in classifica. Dai sogni d’europa si comincia incredibilmente a parlare di rischio retrocessione.

Il condottiero Kucka, arrivato col mercato invernale, riesce a far conquistare pochi ma decisivi punti al Parma, che grazie ad un autogoal di Gerson con la Fiorentina riesce a tranquillizzarsi.

Nonostante un girone di ritorno da retrocessione accade l’impensabile, viene rinnovato il contratto di D’Aversa non di un anno, non di due, ma di tre anni!

Notoriamente i contratti degli allenatori son piuttosto brevi, se aggiungiamo poi che l’allenatore crociato veniva da un girone di ritorno imbarazzante, la cosa risulta ancor più strana.

Qualsiasi persona di buonsenso avrebbe rinnovato, ma di un solo anno… perché blindare il contratto di un allenatore ancora piuttosto inesperto che viene da una striscia di gare estremamente e follemente negativa?

La risposta a questo è ignota, quel che è evidente però è che il merito di questa salvezza è tutta nelle straordinarie prestazioni dei singoli, in particolar modo nel girone di andata. Nel girone di ritorno infatti i tifosi si trovano spesso a fine gara a chiedere a gran voce di voler vedere la maglia sudata, i giocatori latitano.

Stagione 2019/2020 – La consacrazione di D’Aversa

Siamo alla seconda stagione di D’Aversa in A, quando arrivano tre giocatori in sordina, Darmian, Kulusevski e Cornelius, ragazzi che faranno la fortuna di questa stagione.

Il Parma inizia male, i soliti problemi di costruzione del gioco e la totale mancanza di tiri o possesso palla. Alla sesta giornata però si accendono le stelle di Kulusevski e Cornelius che insieme ad Inglese regalano tre punti al Parma contro il Torino. Il Parma continua a perdere punti contro le dirette concorrenti come la Spal ma poi vince gare inaspettate.

I giornalisti continuano a parlare del Parma come di una squadra curiosa, che vince pur senza giocare. I goal arrivano infatti sempre da palla ferma oppure da giocate incredibili del talento Kulusevski, del solito Gervinho o del condottiero Kucka.

Il copione è simile a quello dell’anno precedente, ottimi risultati (si parla di punti, le statistiche relative al gioco sono sempre ridicole) nel girone di andata vengono annullati da un girone di ritorno devastante in cui il Parma esce dal campo spesso con le magliette asciutte. Il centrocampo emiliano riesce raramente a fare azioni sensate, gli infortunati sono sempre tantissimi e soltanto tanta fortuna aiuta il Parma a raggiungere la salvezza.

In campo lo scempio è continuo, i numeri sono chiari. Minor possesso palla della serie A, squadra con bassissimo numero di tiri in porta, uno dei minori minutaggi nella metà campo avversaria, una tra le squadre che risulta perennemente schiacciata nella propria area di rigore.

Gli schemi sono i soliti, tutti in difesa, baricentro bassissimo e si tenta il contropiede. La bravura di Darmian permette talvolta al Parma di vedere qualche azione sulla fascia destra che più di una volta si conclude con punti fondamentali per la salvezza. Per il resto, escludendo le giocate dei singoli come Kulusevski e Gervinho il Parma è senza idee, una volta che la squadra prende palla non ha idea di cosa fare ed i difensori dopo qualche passaggio tra loro si trovano spesso a mandare la palla indietro al portiere. La difesa messa costantemente sotto forte pressione inizia a vacillare e non essere più il muro dell’anno passato. Gagliolo alterna ottime gare a partite imbarazzanti, Alves inizia a sentire il peso degli anni, Iacoponi mette sempre tanta buona volontà ma la tecnica è quella che è. Sepe fortunatamente è ancora piuttosto in forma.

Le statistiche parlano chiaro, il Parma la squadra più derisa dai telecronisti, per la totale mancanza di gioco, raggiunge l’obiettivo grazie ai singoli.

 

Di certo lo staff medico non è brillante visti i continui infortuni che ormai affliggono il Parma da anni, né tantomeno brilla lo staff tecnico, che guidato dal Merlino Tedesco, mostra un calcio inguardabile.

Stagione 2020/2021 – Liverani e D’Aversa per un triste epilogo

L’anno dopo, l’anno in cui a causa del covid, per la prima volta non c’è tempo di fare il classico ritiro estivo per preprare la squadra… i fantastici 7 scelgono di imitare la donna invisibile dei più noti fantastici 4 e spariscono lasciando in fretta la squadra al povero Krause. Prima di abbandonare la nave che non vedeva uno straccio di gioco da 4 anni, che era ormai piena di cariatidi svogliate e impossibili da vendere grazie alle magie contrattuali del caro Faggiano… i capitani del vascello decidono di cambiare improvvisamente marinaio ed esonerano D’Aversa nell’unico momento in cui forse non avrebbero dovuto. Al suo posto, subito dopo aver visto il simpatico ds scappare via a gambe levate, chiamano il tecnico Liverani.

Il nuovo allenatore, con una filosofia calcistica diamentralmenteopposta a quella D’Aversiana, si ritrova così, a pochi giorni dall’inizio del campionato, a dover allenare una rosa totalmente inadatta al suo calcio. Il tecnico romano chiede almeno un trequartista, per poter dirigere il gioco di una squadra fatta di giocatori rudi, con grosse lacune tecniche e che aveva perso i due gioielli Darmian e Kulusevski.

Tutto questo, come già detto, mentre cambia addirittura la proprietà della squadra. L’americano porta tanta passione e tanto denaro, ma il Parma non gira. Liverani già dalla seconda gara viene stranamente messo sotto pressione dalla tifoseria del Parma, tifoseria atipica che soltanto in rarissime occasioni, hadebolmente contestato o fatto pressione…

A quanto pare però il tecnico, forse poiché viene da una retrocessione col Lecce, spaventa i tifosi che lo criticano da subito senza dargli tempo di ambientarsi. Dopo varie gare negative in cui il tecnico prima prova ad imporre il suo gioco e poi non vendo risultati si arrende cercando di  utilizzare il modulo già conosciuto alla squadra… viene esonerato.

Il tecnico andava esonerato per dare una scossa alla squadra, è giovane ed inesperto per una situazione così complessa, ma ha dalla sua due fattori non da poco: la squadra è decisamente contro di lui ed entra in campo senza alcuna voglia di correre, inoltre molti dei pilastri del Parma hanno perso smalto, Sepe da odore di nazionale inizia a dimenticare completamente come fare al meglioil suo mestiere, Alves viene relegato in panchina a furor di popolo, Gagliolo segue il suo compagno portoghese quanto a prestazioni opache e soprattutto Gervinho ha finito la voglia e la benzina.

I tifosi chiamano D’Aversa a gran voce. Carli dopo aver fatto quanto chiesto dalla dirigenza (dagli ex prima che da Krause, che giustamente avrebbe dovuto essere guidato dai predecessori in un percorso lungo almeno vari mesi) ed avendo acquistato discreti prospetti, si assume le colpe ma prega Krause di dare altre chance a Liverani. Il diesse infatti pare essere totalmente contrario al ritorno di D’Aversa, infatti dopo che Krause obbliga Carli a richiamare il tecnico abruzzese, si assiste ad una conferenza stampa imbarazzante in cui Marcello e Roberto si guardano in faccia a malapena.

L’ambiente è palesemente fuori controllo. D’aversa richiamato a gran voce dai tifosi non azzecca una partita. Il éarma come accaduto sin dall’arrivo di Bob, inizia a perdere un gran numero di gare dopo essere passato in vantaggio. L’allenatore infatti non appena si assicura un goal, schiaccia la squadra in difesa con i soliti cambi e permette agli avversari di chiudere il Parma nella propria area di rigore fino a prenderlo a pallonate.

La media punti di D’Aversa è più bassa di quella di Liverani, peggio di come accadde in C con Apolloni, ma come allora, per qualche assurdo mistero, nessuno parla di esonero anzi in tanti osannano il tecnico con statistiche inferiori a dispetto di quello più concreto.

In conclusione

Simpatia o meno, in questo mio lungo post ho riportato dati chiari. I risultati ottenuti dal Parma in questi anni sono dipesi da tanti fattori, ma di certo D’Aversa ha più colpe che meriti.Questo vale per i successi quanto per la disfatta di quest’anno, in cui il tecnico non è decisamente l’unico colpevole.

Dopo aver letto questo lungo testo, se in difesa dell’indifendibile volete continuare a portare come argomentazione i suoi obiettivi raggiunti, fatelo pure, ma sappiate che state prendendo in giro soltanto voi stessi.

Ormai il Parma è retrocesso e personalmente mi auguro che la risalita venga affidata ad un direttore d’orchestra capace, in grado di farci vedere partite in cui si possa applaudire, gare con grinta dove trionfi il gioco del calcio prima ancora delle squadre in campo.

Se Perez ed Agnelli lamentano che il calcio ha sempre meno pubblico, probabilmente dipende anche dal fatto che questo sport è diventato più business e meno passione. Il ruolo del fantasista, che tanto ha dato a questo sport, è stato praticamente cancellato. Il tiki-taka, il calcio totale di Cruyff, i dribbling ubriacanti, le azioni di prima, le bombe da fuori area alla Batistuta… sono ormai soltanto un ricordo, immagini stampate nella nostra memoria o video che guardiamo su youtube o in tv con gran malinconia. I calciatori non giocano più con la fame di un tempo, pensano soltanto ai macchinoni, ai tatoo, al taglio di capelli alla moda o ai social. Da quanto tempo non si vede una bandiera? Da quanto tempo non si vede un giocatore che corre sul pallone con fame?

 

Forse il problema del calcio non è la durata delle partite, forse i millennials non riescono ad appassionarsi a quello sport che per noi italiani di una certa età è significato tanto… perché lo sport stesso ha perso la passione. Riuscireste a provare passione per qualcosa di freddo come un business? Chi non ha nostalgia dei tempi in cui le gare si ascoltavano alla radiolina di domenica, alle 15, tutte insieme? Guardarsi la partita sul divano vedendola interrotta dallo sponsor milionario non è certo come sentire la gara interrotta da “interrompo da Brescia per un mirabolante goal di Baggio”.

 

Purtroppo, tornando a noi, ho il terribile timore che il tanto amato Bob resti saldo al suo posto, cosa che in tal caso mi farebbe iniziare a dubitare anche dei buoni propositi della presidenza. Ai posteri l’ardua sentenza.

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