Ple Pablo: nuova piazza o centrale elettrica dell’Enel? – Seconda parte

Anche l'impianto dell'illuminazione non convince

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Non si placano i malumori nel quartiere Pablo per la realizzazione del nuovo piazzale. O meglio, il rinnovo è visto chiaramente con favore, sono tuttavia le modalità realizzative che lasciano più di un dubbio. A rinfocolare la polemica è stata la prova deludente dell’impianto di illuminazione eseguita nei giorni scorsi.

Già perchè, in molti non se ne erano proprio accorti, ma i nuovi corpi illuminanti nel piazzale ci sono già. Guardando questi enormi piloni rossi da stadio, in tanti si aspettavano che sulla sommità sarebbero comparsi i corrispondenti fari, del tipo che si trovano appunto nei campi sportivi. Una dimensione consona per illuminare il piazzale a giorno, cosa richiesta dai residenti – quasi supplicata – al fine di disincentivare il degrado e lo spaccio di sostanze stupefacenti che regolarmente si verifica.  E invece no, sebbene si veda a stento l’illuminazione c’è già. Osservando meglio, infatti, quasi con il binocolo verrebbe da dire, si notano cinque cavi d’acciaio che partono dalla sommità di ogni pilone, attraversano il piazzale, e si vanno ad innestare sul pilone corrispondente, collocato sul lato opposto.

“Che siano cavi tesi per farci camminare i funamboli in occasione della festa di quartiere?” si è chiesto qualcuno. “Ecco la spiegazione dei pali doppi con aste orizzontali a mo’ di scala. È per salirci sopra” aggiunge un altro. E invece no. Avvalendosi sempre dell’uso del binocolo, mettendolo un po’ più a fuoco, su ciascuno dei cavi che attraversano sospesi il piazzale si notano cinque minuscoli corpi illuminanti a forma di vaso rovesciato di colore grigio. Corpi illuminanti che ricordano i minimalisti vasetti da fiori in latta stampata dell’ikea. O, forse meglio, i campanacci che hanno le mucche al collo. Una tristezza, insomma.

“Sembrano fatti apposta per il tiro a segno” aggiunge una terza persona. Risultato: una illuminazione indicata “a zone”. In alcuni punti quasi sufficiente, in altri per niente. Come davanti all’ampio sagrato della Chiesa, che qualcuno ha indicato come “completamente al buio”. E, in effetti, di faretti in quella zona non se ne notano. Tanto che, nonostante il piazzale sia ancora transennato – l’inaugurazione è prevista per mercoledì 25 novembre alle ore 11 e 30 – davanti al sagrato della parrocchia è già ricominciato l’abituale smercio e consumo di sostanze stupefacenti. Al punto che qualcuno ha dovuto chiamare nuovamente le forze dell’ordine arrivate con due pattuglie. Tutto come prima, insomma. Quindi, di fatto, un impianto dell’illuminazione che vede la presenza contrastante di pali di sostegno imponenti e faretti mignon – un accostamento che fa venire in mente la battuta della montagna che ha partorito il topolino – e che per di più non soddisfa nemmeno lo scopo richiesto.

Ma le perplessità non si fermano all’impianto di illuminazione. Ci sono altri particolari che sembrano più di immagine che di sostanza. Probabilmente più adatti ad un giardino privato extra lusso con piscina, come quelli che si vedono nelle riviste patinate di settore, che non ad uno spazio pubblico. Particolari che fanno dubitare sulla possibilità di mantenere nel tempo il piazzale in condizioni di decoro e fanno temere, al contrario, di doverlo vedere ritornare in poco tempo alle condizioni di degrado in cui era prima. Le aiuole senza cordolo, ad esempio, che consentiranno ai giovani in bicicletta di entrarvi e rovinare il prato e, con le piogge, di riportare il terreno sul camminamento sporcandolo, visto anche il colore chiaro scelto, particolarmente delicato.

E, infatti, nei giorni scorsi, sempre con il piazzale ancora transennato, alcuni ragazzi provvisti di skateboard sono entrati per “collaudare” il leggero declivio in cemento posto a lato della lunga seduta centrale. E nel percorrerlo sono finiti nel prato a lato, rovinandolo. Appunto per l’assenza di cordoli di contenimento. Anche la stessa seduta centrale in conglomerato, lunga una decina di metri, oltre a non essere provvista di schienale, cosa particolarmente scomoda per gli anziani, sembra un chiaro invito ai bivacchi, con le conseguenti rimanenze di avanzi e bottiglie del giorno dopo. Seduta anche questa di colore chiarissimo. Un bianco panna che sarà molto difficile mantenere tale e che, infatti, le foglie che cadono in questo periodo stanno già macchiando in modo vistoso e irreparabile. Diventerà una seduta a puà? Beato chi ce l’ha. Migliore sorte pare non l’abbiano nemmeno le due lunghe panchine poste a ridosso dei giochi bimbi. Vedendole da fuori sembrano del tipo stilizzato, con curva dello schienale molto accentuata. Forse armoniche da vedere, ma non aderenti alla conformazione fisiologica della schiena, e quindi con forte supplizio per chi ci si siede. Sembra di essere seduti sulla poltrona del dentista. Una verifica che potrà essere fatta non appena il piazzale verrà inaugurato. Ammesso di riuscirci. Perchè alcune delle lunghe doghe in legno pregiato con cui sono formate queste panchine interessano evidentemente a qualcuno che ha l’hobby della falegnameria e che le ha già sottratte in parte per ben due volte. La prima volta le hanno rimpiazzate.

Avverrà anche dopo l’inaugurazione? O dopo l’inaugurazione in caso di ulteriore sottrazione non ci si potrà più sedere?

Ha poi sconcertato la completa rimozione dei parcheggi auto disposti sul lato del piazzale che si affaccia su viale Piacenza. Operazione eseguita per aumentare la parte pedonale del piazzale di cui non si avvertiva il bisogno, essendo già sufficientemente ampio così com’era. Parcheggi auto che erano, invece, particolarmente utili per dare una boccata di ossigeno ai numerosi negozi di vicinato che si affacciano sul piazzale. Ma questa amministrazione non è quella che va sui media un giorno sì e uno no a dichiararsi prodiga nel promuovere mille iniziative per favorire il mantenimento del commercio di vicinato?

Lo fa in questo modo?

Parcheggio auto che serviva, inoltre, per caricare nel baule le bottiglie di acqua prelevata dal distributore installato su quel bordo del piazzale. Distributore voluto tenacemente proprio dall’amministrazione Pizzarotti per disincentivare l’acquisto di bottiglie di plastica e ridurre l’inquinamento. Una rimozione del parcheggio che appare, quindi, un doppio contro senso.

Ciliegina sulla torta i cestini per i rifiuti. Li ha forse visti qualcuno? O per caso non si intonavano con l’aspetto architettonico che si è voluto imprimere al piazzale?
In conclusione, un rifacimento che, valutando come corrette le perplessità argomentate dagli abitanti, sembra avere privilegiato più la forma che la sostanza. Sicuramente con un aspetto più moderno rispetto al precedente, ma quanto a gradevolezza, fruibilità e durata, molti sono i dubbi che rimangono. E anche l’amaro in bocca.

Lettera firmata.

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