Blitz dei Nas nelle Rsa di tutta Italia: pochi piani Covid, oltre 50 irregolarità, arresti e 4 chiusure

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Piani per le misure anti-contagio mai eseguiti o attivati, dispositivi di protezione individuali inadeguati e sovraffollamento delle strutture. Da Bologna a Reggio Calabria, i Nas aprono le porte di 232 Residenze socio assistenziali e spuntano irregolarità in decine di casi.

Le Rsa, principali luoghi focolai del virus nella prima fase dell’emergenza di marzo, tornano sui verbali dei carabinieri, che in 37 strutture riscontrano irregolarità, contestando in tutto 59 violazioni (9 penali e 43 amministrative), con undici persone denunciate, e in alcuni casi arrestate, e altre 42 segnalate.

In quattro situazioni sono emerse criticità così gravi tali da richiederne la chiusura. Di fronte alla continua diffusione del contagio, preoccupa ancora una volta la mancanza di prevenzione: dal 40% delle anomalie emerse dai controlli dei militari – effettuati su esplicita richiesta del ministro della Salute, Roberto Speranza – riguardano proprio violazioni in materia di misure di contrasto alla diffusione da Covid.

Tra i casi, quello di Campobasso dove sono state sanzionate sei comunità alloggio e case di riposo, a vario titolo, per carenze strutturali e organizzative, mancanza di un numero adeguato di operatori rispetto agli ospiti presenti e sovrannumero di ospiti rispetto ai posti letto autorizzati.

A Catanzaro sono state sequestrate confezioni di medicinali scaduti e conservati nell’infermeria di una comunità alloggio per anziani. A Bologna quattro persone sono finite agli arresti domiciliari (la titolare e tre collaboratrici di una casa di riposo), per maltrattamenti, esercizio abusivo della professione sanitaria e omissione di soccorso.

A Catania è stato denunciato il gestore di una Rsa per aver omesso di comunicare le generalità dei pazienti ospitati nella struttura, sovraffollata e all’interno della quale mancavano infermieri. Nella stessa provincia è stato arrestato il titolare di una casa di riposo, dopo alcuni episodi di maltrattamento all’interno del Centro.

A Reggio Calabria la responsabile di una struttura socio assistenziale, nonostante un’ordinanza di sospensione dell’attività emessa dal Comune nel maggio 2020, continuava a tenere aperta la Residenza socio assistenziale.

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