Il congedo di Venturi: “Ho avuto paura il sistema sanitario crollasse. Rimpianti? Non aver annunciato un giorno senza morti”

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Si congeda Sergio Venturi, commissario ad acta per l’emergenza coronavirus in Emilia Romagna. Si congeda fra rimpianti “speravo di annunciare un giorno senza morti” e paure “temevo di crollare. Sia io che il sistema ospedaliero”.

 

 

“Mi fa piacere che dopo due mesi si apra una fase nuova, non mi sono sentito perso in queste settimana, ma vicino alla perdizione si’. Quando il virus cresceva e non si fermava, quando poco dopo la metà  di marzo siamo arrivati a quasi mille casi al giorno. Quello è stato un momento difficile. Ero preoccupato che tenesse il sistema degli ospedali, certo, ma lo ero anche per la tenuta del mio equilibrio personale. Quelli sono stati i momenti peggiori”.

E sulla situazione sanitaria Venturi ha ricordato come la risposta della Regione ha seguito l’impennata di casi di contagio, cercando di dare risposte adeguate anche in termini di test.

“Nella prima fase si facevano circa 2mila tamponi alla settimana, ora sono cresciuti a 5-6mila ma “sono sufficienti perchè praticamente non ci sono sintomatici nuovi”.

Ma Venturi ha precisato che questo numero di tamponi “non sarà sufficiente per l’autunno. A metà maggio arriveremo a 10mila e ci sarà il tempo per arrivare alle cifre che avete ascoltato in questi giorni cioè 20mila a settembre”.

Di certo ”nessuno si aspettava una virulenza cosi”’, sottolinea il commissario. Comunque, ”oggi non abbiamo più difficoltò a reperire i tamponi e c’è una rete di tracciatori giè sviluppata”.

Sulla individuazione geografica dei contagi ”la facciamo già col 118, la cosa che ha funzionato meglio” durante l’emergenza. “A Piacenza – ha ricordato – erano abituati a fare 10-15 interventi al giorno, ma non sono comunque mai andati in difficolta”. Ebbene proprio a partire dalla ‘mappa’ degli interventi del 118 si puo’ tracciare in qualche modo la presenza del virus.

Sul quadro attuale, Venturi ha ribadito: ”Tutto fa vedere che i numeri sono in riduzione fortissima. Soprattutto le positività che abbiano sono legate ancora a qualche piccolo focolaio negli ospedali, nelle case protette oppure tra i contatti che andando a cercare nelle famiglie. Siamo in una situazione in cui progressivamente si va verso zero contagi

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