Coronavirus, cosa succede al nostro cinema? Cosa possiamo fare a Parma? FAQ

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CINEMA ASTRA

(dalla newsletter Cinema a Parma) – Cosa succede al nostro cinema? Mi sono accorto che il cinema sta, poco alla volta, scomparendo dai nostri pensieri. non i film – molto presenti, ne parliamo dopo – ma proprio l’idea del cinema. Le tre sale d’essai della nostra città (e anche questa pagina/newsletter) non aggiornano fb dai primi di marzo. Il D’Azeglio ha fatto un saluto agli spettatori qualche giorno fa. Sui canali istituzionali ho trovato solo Filiberto Molossi, appassionato vero, che continua a raccontarci film da inseguire

Oggi provo una cosa semplice: metto insieme una serie di domande che ho ricevuto in queste settimane e rispondo in brevemente: nei prossimi giorni approfondiamo, invece, le varie questioni, parliamo insieme dei film che si sono perduti, delle cose più belle viste all’ultima Berlinale e di tutto quello che vorrete. Proviamo…

Quando riapriranno i cinema in Italia?

Non lo sappiamo, però si stanno facendo tante ipotesi. Ne azzardo una: cresce l’idea di un’apertura a fine maggio, recuperando qualche titolo importante per poi sviluppare una stagione forte nelle arene estive. Non più solo recuperando seconde visioni, ma con un programma che mescoli anche nuove uscite.

Sì, ma come riapriranno?

Non lo sappiamo. c’è che parla di una trasformazione degli spazi (il sindaco di Milano Giuseppe Sala), chi si prepara ad un esercizio ibrido sala/streaming (Romeo a Bologna, Cerri a Milano), chi pensa di ripartire esattamente come prima. Spero solo una cosa: che sia una riapertura vera. non riapriamo per far entrare in sala solo un sesto degli spettatori, mischiandoci dentro lo streaming, e non raccontiamo più i nostri cinema come spazi in cui si va con il rischio di ammalarsi. Portiamo pazienza e apriamo per davvero quando sarà possibile.

Che fine faranno i film programmati per marzo e aprile?

Questo lo sappiamo. alcuni, già usciti, restano in attesa di riprendere il loro percorso (Giorgio Diritti), alcuni slittano di sei mesi/un anno (vari blockbuster), alcuni sono già andati direttamente in streaming (“Onword” su Disney+, ma anche tanti altri), alcuni restano legati al destino dei festival (Nanni Moretti) e altri verranno ricalendarizzati, sicuramente con qualche ingorgo, alla riapertura delle sale.

Ma gli italiani torneranno al cinema?

C’è il legittimo timore che alla fine della quarantena ci si dimentichi un po’ del cinema e si viva il più possibile all’aria aperta 🙂
Credo che andremo incontro a due reazioni. si perderà una fetta di spettatori occasionali, specie in assenza di blockbuster, mentre si rafforzeranno la fiducia, il dialogo e le presenze in quelle sale indipendenti che hanno fatto negli anni un cammino al fianco dei propri spettatori.

Alcuni cinema chiuderanno?

Ahimè sì. di fatto, sta già succedendo. tante sale d’essai in Italia e nella nostra regione sono a gestione famigliare. dovete pensare che il mondo per loro era già incredibilmente difficile prima del lockdown e questo intervallo di mesi sarà letale per qualcuno. Anche a Parma? non credo, ma ci sono situazioni da monitorare con attenzione.

Quali conseguenze avremo sulla distribuzione?

In una situazione già estremizzata, con i grandi che schiacciano sempre più gli indipendenti, rischiamo la scomparsa di qualche casa di distribuzione coraggiosa e una “normalizzazione” dei film proposti sul mercato italiano. credo, però, che anche in questo caso il rapporto costruito con il pubblico sarà decisivo e ci proteggerà.

Lo streaming salverà il cinema o lo ucciderà?

Oggi abbiamo infinite possibilità di guardare film online. sono convinto che ci sia anche troppo prodotto e ci stia sommergendo in modo disordinato. non penso affatto che questo sia il futuro del cinema e, anzi, mi pare che il “tutto” che ci travolge ora aumenti solo la nostalgia per quel percorso coerente e ideale che abbiamo costruito nelle nostre sale.

Cosa possiamo fare a Parma?

Non smettere di pensare al cinema e non smettere di parlare di cinema. Pretendere, addirittura, nuovi spazi, nuovi percorsi e nuove strutture per sviluppare al massimo l’offerta di cinema in città, coinvolgendo le scuole, le associazioni, le istituzioni, gli spettatori, tutti. Non difendiamo un’idea conservativa di quello che era il cinema a Parma, ma avviamo stati generali per rivoluzionare il nostro futuro. Pretendiamo da subito una porta per il mondo nuovo.

Come hanno reagito i cinema a Parma (e nel resto d’Italia)?

Dovete pensare che Parma presenta una situazione di anomalo silenzio: i nostri cinema dialogano poco con gli spettatori, non propongono iniziative, non raccontano come cambierà il futuro e non costruiscono canali per lo streaming. siamo un po’ fermi, cosa che in parte mi preoccupa.

Parlando nelle ultime settimane con esercenti di Milano, Roma, Firenze, Torino, Bologna, Padova, Mantova, Piacenza, Reggio Emilia, Treviso, Modena, Trento, Ferrara, Brescia, Lecce… mi sono accorto di come sia cresciuta, da subito, la voglia inarrestabile di non interrompere il legame con gli spettatori. vi parlo brevemente delle diverse reazione:

– i multiplex fanno cose standard: calendarizzano post su facebook con meme, sondaggi, fotogrammi di film, pezzi di colonna sonora… Poco utile, sinceramente. mi resta l’idea di essere per loro un consumatore che deve, prima o poi, tornare a consumare

– tanti esercenti di sale d’essai continuano a parlare con il pubblico raccontando le iniziative fatte nel corso dell’anno, suggerendo film che passano in tv o in streaming gratuito e consigliando, addirittura, di seguire le iniziative costruite da altri cinema. vero che permane la necessità di non perdere il rating su facebook… Ma c’è una sincerità assoluta nel rapporto con lo spettatore e, spesso, la nostalgia autentica per i momenti passati insieme. Avete letto la newsletter di Antonio Sancassani? Leggetela…

– sale come Beltrade (Milano), Postmodernissimo (Perugia) e Orione (Bologna) sono partite subito con un nuovo servizio streaming, trasformando il proprio sito in una piattaforma per vedere film a pagamento o a titolo gratuito. a questi, nel corso delle settimane, si sono aggiunti Odeon (Vicenza), Nuovo Eden (Brescia), Visionario e Cinemazero (Udine e Pordenone)… Ne parleremo più nel dettaglio nei prossimi giorni, analizzando meglio quello che rischia di diventare un modello forse inevitabile. E’ importante, infatti, studiare bene il tipo di film in programma, la modalità di acquisto, le regole e le prospettive. Ne riparleremo…

– qualche sala – Truffaut (Modena) o Don Bosco d’essai (Lecce), sono i primi che ho notato – reindirizza il pubblico su una piattaforma streaming di film d’essai a pagamento con un’offerta gratuita per i primi tre mesi. Personalmente, sono molto contrario a questa soluzione, specie se promossa da spazi con contributi pubblici (ignoro se sia il caso delle sale che ho citato), perché è come se gli esercenti si vendessero i loro contatti, costruiti in anni di lavoro con il pubblico, in cambio di un magro ricavo. Trovo fuorviante che siano accompagnati da articoli di giornale del tipo “film in streaming d’autore gratis grazie alla sala X” e particolarmente grave che la cosa sia sponsorizzata da Europa Cinemas. Ma in questo, riconosco, sono un po’ integralista…

– un cinema, l’Arsenale di Pisa, può diventare anche un vero e proprio laboratorio che rielabora il passato, struttura un presente e pianifica il futuro. L’Arsenale non vende film sulla propria piattaforma, ma fa da suggeritore per le proposte che si trovano gratuitamente in streaming giorno per giorno. Presenta i film con un video, invita gli spettatori a partecipare ad approfondimenti, ripropone gli incontri in sala e invita nuovi ospiti a distanza. Ad esempio, ripropone il video con Mario Martone all’Arsenale per introdurre il link di Raiplay a “Il sindaco del rione Sanità”. Da approfondire.

…e poi ci sono i cinema in silenzio. So bene che non significa scomparire e non lavorare più. avverti, però, un retroterra di preoccupazione, la burocrazia dei contributi e l’incertezza per un’attività interrotta che rischia di non ripartire più. Ecco, cerchiamo di essere più di questo. (Dalla newsletter Cinema a Parma)

1 commento

  1. Condivido questa analisi.
    Trovare nuovi percorsi che ci permettano di arricchirci ancora con questo linguaggio di comunicazione così prezioso.

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