Marzio Carrara, il The King bergamasco della stampa e dell’agenda

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Il principio era ed è, ancora oggi, Silvio Berlusconi. Un uomo, professionalmente nato prima come imprenditore edile e diventato, successivamente, il gigante dell’editoria italiana. Il Giornale, fondato nel 1976 e guidato per anni da Indro Montanelli, l’inizio del suo impero. Dalla vecchia Telemilano nacque la Fininvest, oggi Mediaset, il secondo polo televisivo che ruppe il monopolio RAI, affermandosi presto sul panorama nazionale. Nel bergamasco, c’è un altro Silvio Berlusconi, definiamolo così, che ha scritto pagine altrettanto significative della storia dell’imprenditoria italiana. Il suo nome è Marzio Carrara. Un industriale a tutto tondo che con il mondo degli affari ci ha saputo fare nel vero senso del termine. Carrara è il titolare della Cpz, azienda di famiglia dove entrò, per la prima volta, quarant’anni fa circa, ereditando pian piano tutto il lavoro cominciato e sviluppato da suo padre. Quando il giovane Marzio entrò a lavorare, si è trovato di fronte una realtà con al suo interno solo 70 dipendenti. Oggi, nel cuore di una provincia sofferente per l’emergenza Coronavirus, il nome di Marzio Carrara è legato a una grossa multinazionale che concentra tutto il suo lavoro giornaliero nelle stampe e nel settore digitale. Stiamo parlando della Boost (Marzio Carrara).

Com’è arrivato questo signor imprenditore a padroneggiare un mondo che, nel bel mezzo di una crisi economica-generale, purtroppo senza fine, si rivela produttivo come non mai? La lunga scalata verso il successo e il conseguente monopolio di settore, è cominciata un paio di anni fa quando Carrara iniziò una partnership professionale con la Johnson, successivamente comprandosela e diventandone il capo assoluto. In parallelo alla Johnson, Marzio Carrara è il titolare di una grossa società finanziaria, Arti Group Holding, con la quale acquisisce l’Arti Group, un grosso nome per quanto riguarda la stampa digitale. Un brand che, per poco più di cinquant’anni, è stato in mano ad una grossa multinazionale tedesca e che, dopo mezzo secolo, è tornata a parlare italiano anzi bergamasco. E così la finanziaria Arti Group Holding, grazie al gran fiuto di questo coraggioso imprenditore, ha sotto il suo controllo tre brand: Arti Group, che prima aveva il nome di BePrinters, l’Eurogravure con sede a Treviglio, e il Niaag, Nuovo Istituto Italiano di Arti Grafiche. Nel frattempo, si verificano altre due grosse operazioni di business: nella Johnson confluisce la Lediberg che, fino a non molto tempo fa, controllava un’altra società, la Castelli Bolis Poligrafiche, mentre la stessa Castelli entra nell’assetto societario dell’azienda della famiglia Carrara, la Cpz. Cpz che oggi è società “figlia” della Boost, la nuova holding.

Nell’organigramma, sottoposti alla Boost, troviamo ben cinque nomi: Cpz, Castelli Bolis Poligrafiche Milano, Nazareno Gabrielli, Cangini Filippi, e Nota Bene. Quest’ultimo marchio è conosciuto per il suo sostanzioso portfolio nella produzione di agendine e stampe per la scuola. Arti grafiche, stampe tradizionali e digitali, stampe a colori, ma soprattutto l’agenda. Quel libricino tanto amato e a portata di mano, ancora oggi, da professionisti e non. Un’ampia finestra dentro la quale annottiamo tutto quel che accade durante le nostre lunghe e intense giornate. L’unica realtà, fatta di carta e penna, che otto persone su dieci ancora usano, nonostante l’alta tecnologia, le nuove applicazioni, e un mondo contorto, il lavoro, in parte in crisi e al tempo stesso immerso nella completa digitalizzazione di archivi, dati, calendari, appuntamenti vari, impegni o trasferte lavorative. Dimensioni, colore, e qualità della stampa; sono i fattori chiave che fanno dell’agenda un valido prodotto da mettere in tasca o portare nella propria borsa professionale o 24 ore.

La Boost, ragionando con i numeri, vanta ben quattro siti di produzione, più di 15 filiali, numerosi distributori sparsi nel mondo, più di 1000 dipendenti, tonnellate e tonnellate di carta stampata, milioni di agende confezionate e spedite, in Italia e nel resto del globo. Una produzione che, ogni anno, sforna un fatturato globale che si aggira attorno ai 150 milioni di euro. Il tutto nel segno di un solo nome, Marzio Carrara. Ritratto di un imprenditore, diventato Re, che ha permesso ad una città, Bergamo, di diventare, a sua insaputa, capitale della stampa classica e digitale, e dell’agenda.

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