Nei giorni scorsi è stato visto un bel setter da caccia bianco e nero vagare nei campi di una frazione. Il cane si era allontanato troppo da casa e non riusciva più a trovare la via del ritorno.
Al collo non aveva un collare normale, ma uno di quelli che da la scossa. La cosa assurda è che sono in commercio, ma non possono essere utilizzati perchè all’animale provoca dolore.
Gli uomini della Cooperativa Avalon, che gestiscono il canile gattile “Lilli e il Vagabondo”, sono subito intervenuti: arrivati sul luogo, sono riusciti a prendere il setter e portarlo al sicuro nella struttura di Via Melvin Jones. E grazie all’assessore Nicoletta Paci, assessore al Benessere animale del Comune di Parma, sono riusciti a intervenire i carabinieri, che hanno fatto regolare denuncia e sequestrato il collare.
Dopo il ritrovamento del cane, Francesco Cavalli, capo nucleo delle Guardie zoofile, ha commentato l’utilizzo di questo “strumento”:
“Negli ultimi dieci anni solo a Parma ci sono state ben 20 condanne definitive per l’utilizzo di collari elettrici. Purtroppo nonostante l’utilizzo sia vietato, la vendita è libera. Il collare elettrico costituisce per l’animale una forma di sofferenza. L”utilizzo che provoca dolore al momento in cui rilascia la scarica provoca aggressività, paura e timore nell’animale. Ma, è convinzione diffusa tra i cacciatori che possa addestrare l’animale.
Nessuno si rende conto di quanto sia grave il reato che sta commettendo. Il proprietario rischia una condanna per il reato di maltrattamento che viene commutata in sanzione pecuniaria con o senza la non menzione, che può arrivare a 5mila euro. Analoga cosa vale per coloro i quali utilizzano il collare elettrico per impedire l’uscita dalla proprietà (collare elettrico perimetrale). A differenza di altre province, alla procura di Parma va riconosciuta l’attenzione che ha sempre dimostrato nei confronti di utilizzatori di collari elettrici, condannandoli a pene di un certo rilievo.”
