Redditi – A Parma un dipendente guadagna in media 23.876 euro

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A Parma nel 2017 un lavoratore dipendente ha guadagnato in media 23.876 euro. Cinquanta euro in meno rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge da un indagine Cisl che ha preso come riferimento il campione dei lavoratori dipendenti che, attraverso il CAF-Cisl, ha provveduto alla dichiarazione dei redditi negli anni 2017 e 2018. 

“Negli ultimi anni la ricchezza prodotta in regione non si è tradotta in una corrispondente capacità redistributiva all’interno della società emiliano-romagnola. Mentre il Pil ha fatto registrare una variazione media annuale del 2,28% (annualità 2014-17), il reddito pro capite da lavoro dipendente privato dello stesso periodo segna una variazione media annuale dello 0,33%. Bisogna puntare sull’estensione dell’azione contrattuale decentrata, salario di produttività e qualità del lavoro”. 

E’ chiara Marina Molinari, segretario generale della Cisl di Parma e Piacenza, nel commentare i dati dell’indagine “Redditi da lavoro dipendente in Emilia Romagna e province” realizzata dalla Cisl Emilia-Romagna. 

Dall’analisi, emerge chiaramente che anche a Parma le retribuzioni sono condizionate in modo negativo da alcuni fattori: essere giovani, donne e lavoratori non stabilizzati.

Reddito medio e giovani

Nelle province della nostra Regione il 70% dei giovani in età 20-24 ha un reddito inferiore a 15.000 euro l’anno e metà dei 35-39enni, la fascia di età in cui maggiormente si dovrebbe progettare la propria vita e la propria famiglia, prende meno di 25.000 euro lordi annui. 

Incidenza delle tipologie contrattuali discontinue

I contratti a tempo determinato hanno garantito (2017) una retribuzione pro capite media regionale pari a 10.705 euro per gli oltre 324.000 i lavoratori coinvolti, mentre quella a tempo indeterminato una retribuzione pro capite media regionale pari a 28.038 euro annui. Il tempo determinato, quindi, è causa di retribuzioni mediamente più basse del 62% rispetto alla media reddituale pro capite dei tempi indeterminati .

Retribuzioni orarie modeste e retribuzione femminile

Nell’analisi delle retribuzioni orarie, emergono due aspetti: il valore modesto delle retribuzioni e la distanza tra maschi e femmine, dove per i maschi la retribuzione oraria è più alta del 28,7% (anno 2017, fonte INPS) rispetto alla retribuzione delle femmine. 

Contrattazione decentrata disomogenea

L’azione contrattuale decentrata (aziendale e territoriale) – contrattazione che determina l’erogazione di salario o di welfare privato – non raggiunge in modo adeguato l’intero territorio regionale e coinvolge solo il 18,92% dei lavoratori dipendenti di Parma.  

“Neppure un lavoratore su sei riceve il premio di produttività per un importo medio di 1130 euro – commenta Marina Molinari – E’ un dato ancora insufficiente, specialmente per il numero dei lavoratori coinvolti. Quando la contrattazione di secondo livello viene definita, l’importo è sicuramente interessante per i lavoratori e in linea con gli importi degli altri territori”.

Conclusioni e proposte

Lanciamo una sfida alle imprese e alle istituzioni – dichiara Marina Molinari– per aumentare la percentuale di copertura del premio sui lavoratori e adeguare l’importo al reale andamento aziendale. Il salario di produttività è un’opportunità che va colta per aumentare i salari dei lavoratori dipendenti che, assieme ai pensionati, muovono i consumi del Paese. E’ lo strumento che unisce gli interessi dei lavoratori e delle imprese perché distribuisce una parte di produttività aziendale creata grazie alla collaborazione dei dipendenti.” 

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