Violenza sulle donne, Parlamento approva legge sul Codice Rosso. Cavandoli: “Corsia preferenziale per denunce e giustizia più rapida”

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“Dopo la legge che mette fine agli sconti di pena per gli assassini, la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge sul Codice Rosso che prevede, oltre alla norma che contrasta il Revenge porn, una corsia preferenziale per le denunce e indagini più rapide in caso di violenza domestica: si deve intervenire prima che la situazione volga al peggio. Ne sono orgogliosa come donna e come parlamentare”, dice Laura Cavandoli, deputata parmigiana della Lega dopo il voto di Montecitorio sul disegno di Legge del Ministro Giulia Bongiorno.

“C’è chi si riempie ogni giorno la bocca con i diritti delle donne e poi preferisce non votare un disegno di Legge così importante, come ha fatto il PD – aggiunge la Cavandoli -, la Lega alle parole preferisce i fatti. Dopo questa riforma, le denunce per maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori, lesioni aggravate, corruzione e atti sessuali contro i minori, commessi in contesti familiari o di convivenza saranno portate direttamente sul tavolo del Pubblico Ministero, il quale dovrà sentire la donna vittima di violenza entro tre giorni. Anche la polizia giudiziaria dovrà dare massima priorità alle indagini. Questo perché non si può perdere tempo quando ci sono situazioni pericolose prima che diventino tragedie”.

“Ci vuole sempre un grande coraggio per una donna a denunciare la violenza in famiglia – conclude Cavandoli – in questi casi lo Stato deve intervenire con grande velocità e attenzione facendo partire subito, quando serve, tutte le procedure necessarie con provvedimenti protettivi e di non avvicinamento”.

Dopo l’approvazione della Camera dei Deputati il testo, fortemente sostenuto dalla Lega e dalla campagna del Ministro Bongiorno con Michelle Hunziker, passa ora al Senato.

SCHEDA
CODICE ROSSO E REVENGE PORN: ECCO COSA CAMBIA

🔺 DENUNCE E INDAGINI – La polizia giudiziaria dovrà comunicare al magistrato le notizie di reato di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate avvenute in famiglia o tra conviventi. Il Pubblico Ministero dovrà sentire la vittima entro 3 giorni dall’iscrizione della notizia di reato.

🔺 VIOLENZA SESSUALE – Le pene salgono a 6-12 anni (prima erano 5 – 10 anni). La violenza diventa aggravata in caso di atti sessuali con minori di 14 anni a cui è stato promesso o dato denaro o qualsiasi altra utilità.

🔺STALKING – La reclusione sale a 1-6 anni (prima era 6 mesi-5anni).

🔺BOTTE IN FAMIGLIA – Per maltrattamenti contro familiari o conviventi, la reclusione passa a 3-7 anni (era 2-6 anni). La pena è aumentata fino alla metà se il fatto avviene in presenza o ai danni di un minore, di una donna in gravidanza, di un disabile oppure se l’aggressione è armata.

🔺SFREGI – Il codice penale si arricchisce di un articolo sui casi di aggressione a una persona, con lesioni permanenti al viso fino a deformarne l’aspetto. Il responsabile è punito con la reclusione da 8 a 14 anni. Se lo sfregio provoca la morte della vittima, scatta l’ergastolo. E per i condannati sarà più difficile ottenere benefici come il lavoro fuori dal carcere, i permessi premio e le misure alternative.

🔺STOP ALLE NOZZE FORZATE – Punisce chi induce un altro a sposarsi (anche con unione civile) usando violenza, minacce o approfittando di un’inferiorità psico-fisica o per precetti religiosi. La pena è di 1 – 5 anni e sale a 2-6 anni se coinvolge un minorenne con aggravio della metà se danneggia chi non ha compiuto 14 anni al momento del fatto.

🔺STOP AL REVENGE PORN – Chiunque invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda foto o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito di una persona senza il suo consenso, rischia 1 -6 anni di carcere e una multa da 5000 a 15.000 euro. La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o acquisito le immagini, le invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso dell’interessato per danneggiarlo. La pena viene aumentata se l’autore della vendetta è il coniuge (anche separato o divorziato), un ex o se i fatti sono avvenuti con strumenti informatici.

 

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