Batterio killer: due decessi a Reggio tra pazienti di cardiochirurgia. Macchinari sotto controllo in tutta la Regione

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Si sono verificati due casi accertati di morte causata dal ribattezzato batterio killer, il micobatterio Chimera a Reggio Emilia. Ma potrebberosalire a 4, per altri due decessi infatti sono in corso le indagini.

I casi accertati riguardano persone ricoverate e operate al Salus Hospital, in via Levi a Reggio, la stuttura è tra le sei in Regione Emilia Romagna che effettua interventi di cardiochirurgia in cui vengono utilizzate macchine cuore-polmone che consentono la circolazione extracorporea durante l’intervento.

“Il legame macchina-batterio è l’acqua, che serve infatti per raffreddare l’apparecchiatura: è da qui che può liberarsi un aerosol con il microrganismo” si legge nella nota ufficiale diffusa dalla Regione Emilia Romagna in cui l’assessore Sergio Venturi dichiara che è un ”evento è raro, ma l’allerta è massima. Sono iniziati i controlli, la sicurezza dei pazienti è sempre la priorità. Controlli che in particolare si stanno concentrando su una ventina di macchinari sui 29 totali presenti sul territorio regionale, 5 dei quali già dismessi perché vecchi”.  Da quest’estate a oggi sono scattate le verifiche dell’Ausl, la segnalazione al ministero della Salute, oltre agli accertamenti investigativi del Nas di Parma che hanno ispezionato la cardiochirurgia di Salus in agosto e sottoposto a sequestro i dispositivi, anche se già accantonati e sostituiti dall’ospedale per capire se ci sia stata un’anomalia nel funzionamento o scarsa manutenzione.

Della questione è stato informato anche il Ministero della Salute, ed è stata avviata una verifica anche sui casi di altre 130 persone decedute dopo interventi di cardiochirurgia effettuati in Emilia Romagna tra il 2010 e il 2017, soprattutto a carico delle valvole cardiache.Queste particolari macchine cuore-polmone incriminate, appartengono a un particolare lotto prodotto dall’azienda Stockert di Friburgo.

In una nota chiarisce anche Salus Hospital “fra il 2011 e il giugno 2015 e segnalati in seguito alla presunta contrazione del Mycobacterium chimaera, su circa 2mila interventi cardiochirurgici eseguiti presso la struttura di Reggio Emilia, si evidenzia che attualmente sono stati presi in considerazione solo due casi. I pazienti cardiochirurgici coinvolti nell’indagine erano affetti da polipatologie e al momento non risultano ulteriori comunicazioni di casi accertati. I processi di sterilizzazione degli ambienti, del personale preposto per tutto il periodo di impiego dei macchinari e dei macchinari stessi in uso nelle sale operatorie di Salus Hospital sono sempre stati eseguiti con estrema accuratezza di tutti i protocolli previsti. E tutti i certificati di analisi sono sempre risultati negativi al Mycobacterium chimaera. (Dopo la segnalazione) I macchinari sono stati immediatamente dismessi e sostituiti con modelli aggiornati, prima della verifica delle autorità inquirenti. L’Ospedale ha sempre attuato con tempestività tutti gli adeguamenti e le verifiche richieste e necessarie al corretto utilizzo dei macchinari, con l’obiettivo di preservare in ogni aspetto la salute dei pazienti e degli operatori. Infine il macchinario di riscaldamento extracorporeo è attualmente ancora in fase di valutazione da parte degli organi preposti”. In una seconda nota del 5 dicembre la struttura rende noto che: “I due pazienti, già citati, sono stati operati al Salus Hospital fra il 2011 e il 2015, erano affetti da polipatologie e sono stati regolarmente dimessi dopo la verifica dell’adeguato stato di salute. Il decesso si è quindi verificato dopo diversi anni e non durante il ricovero. Non è a noi noto se i pazienti siano stati ricoverati presso altri ospedali successivamente all’intervento cardiochirurgico condotto al Salus Hospital e la segnalazione di contagio attualmente emersa. Pertanto, vista la verifica ancora in corso delle oggettive e ufficiali relazioni fra decesso e contagio, non è oggettivamente possibile considerare riconosciuto il legame fra i due eventi. Il terzo caso emerso nelle ultime ore si riferisce a un paziente che è stato operato al Salus Hospital nel 2011, ed è deceduto nel 2015 e sul referto successivamente analizzato post mortem sarebbe emersa una presenza di Mycobacterium chimaera. Anche in questo caso i legami fra l’intervento, il contagio e il decesso sono attualmente in fase di verifica. Da ultimo, precisiamo che il quarto paziente di cui si parla è attualmente vivo”.

LEGA IN REGIONE ACCUSA VENTURINI DI RITARDI NEL GESTIRE L’EMERGENZA- “È ingiustificabile il ritardo col quale l’assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi, si sta attivando per arginare i rischi connessi al “batterio killer” (Mycobacterium chimaera ndr), che ha già fatto 2 vittime in Emilia-Romagna (decessi avvenuti al Salus Hospital di Reggio Emilia) e 6 in Veneto, benché il medesimo assessore fosse a conoscenza sin dalla scorsa estate dei probabili rischi connessi alla “macchina cuore-polmone”, utilizzata per regolare la temperatura del sangue in circolazione extracorporea durante gli interventi cardiochirurgici”.

Così il consigliere regionale della Lega Nord, Gabriele Delmonte, commenta la notizia del prossimo invio da parte della Regione di una lettera ad almeno diecimila pazienti operati in cardiochirurgia con l’utilizzo della macchina cuore-polmone, in cui spiegherà quel che sta succedendo e in cui inviterà i pazienti, in caso di sintomi febbrili persistenti, di recarsi dal proprio medico di base.

“La nota alla stampa dell’assessore regionale alla Sanità nella quale si afferma che “siamo di fronte ad un evento raro, causato probabilmente da un lotto di macchinari prodotti dalla stessa azienda”, non rassicura certamente la popolazione emiliano-romagnola e tantomeno è rassicurante apprendere che la Regione sta preparando un’informativa che invierà a tutti i pazienti operati nelle cardiochirurgie che hanno richiesto l’utilizzo della macchina cuore-polmone considerando anche il periodo di incubazione del batterio. Tanto più che i decessi dei due pazienti ricoverati al “Salus Hospital” di Reggio Emilia (struttura accreditata dal servizio sanitario nazionale) avvenuti la scorsa estate vennero segnalati per tempo al Ministero della salute” rincara il consigliere leghista.

Ora non c’è più tempo da perdere, pertanto la Regione non “ritiene opportuno attivare con immediatezza controlli ed indagini di laboratorio specifiche su tutti i pazienti sottoposti a interventi di cardiochirurgia con ausilio delle apparecchiature per individuare i potenziali infettati?” scrive Delmonte nell’interrogazione alla Giunta regionale. “È altresì necessario effettuare i medesimi controlli, tramite la medicina del lavoro, su tutti gli operatori sanitari presenti nelle sale operatorie in cui veniva utilizzato il macchinario “cuore-polmone” oggi sotto inchiesta” conclude il leghista.

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