Picchiata e minacciata di morte davanti ai figlioletti, presa a pugni, umiliata e pestata anche quando era incinta.
L’incubo di una donna è iniziato nel 2011, poco dopo la decisione di iniziare la convivenza con il fidanzato: è finito solo nel 2017 con la denuncia ai carabinieri di Langhirano.
Martedì il 43enne, protagonista di quelle violenze, è stato condannato a due anni di carcere e la pena non è stata sospesa.
La storia di violenza viene da Lesignano dè Bagni e racconta di unaa storia iniziata nel 2011 e quasi da quasi subito degenerata con la nascita del primo figlio: lui ha esercitato diverse forme di violenza, fino ad un pugno in testa.
Quando la donna era incinta fu presa per il collo e sbattuta sul pavimento, ma anche presa a schiaffi e pugni perchè aveva messo la panna negli anolini, come richiesto da uno dei bambini.
Poi ci furono le minacce di morte: “Quando torno di ammazzo”, “Preparati la bara e scavati la fossa”. Nel maggio del 2017 la donna ha trovato il coraggio di denunciare il convivente: da quel momento sono scattate le indagini, poi la sentenza di condanna.