Selvatici feriti- Rainieri (LN): “Il pasticcio della regione continua. Dall’inizio dell’anno il servizio non è ancora attivo per metà provincia di Parma”

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“Non è stato ancora risolto il pasticcio della Regione Emilia-Romagna per la raccolta degli animali in difficoltà a Parma: il servizio non è ancora attivo per metà del territorio provinciale, quello a ovest del Taro”. È quanto ha dichiarato il Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega, Fabio Rainieri, tornando sul problema della vacanza dall’inizio dell’anno del servizio di raccolta e trasporto della fauna selvatica ferita e malata sul territorio della provincia di Parma oggetto di numerose lamentele di tanti cittadini e che lo stesso Consigliere regionale leghista aveva evidenziato con una interrogazione alla Giunta regionale lo scorso mese di gennaio.

“Dopo oltre due mesi ho finalmente ricevuto dall’Assessore regionale all’agricoltura ed alla caccia Simona Caselli l’incredibile risposta al mio atto ispettivo in cui vanta essere stato più che positivo il riscontro all’impostazione che il suo assessorato ha dato per l’affidamento di questo servizio – ha quindi proseguito Rainieri – Non credo sia molto positivo che in metà provincia di Parma dal 1 gennaio 2018 non vi sia un servizio di trasporto verso i luoghi di assistenza per gli animali selvatici feriti o malati, quasi sempre intrasportabili per i comuni cittadini e quindi destinati a morire nei campi, nei boschi o, peggio ancora per ovvi motivi di pericolo e intralcio, sulle strade. E ci vorrà almeno un mese ancora per affidare il servizio dove è vacante con una gara, secondo il nuovo codice dei contratti, come promesso. Per non dire che i probabili quattro mesi di assenza di questo servizio sul 2018, si aggiungono agli 8 mesi di assenza ma su tutto il territorio provinciale nel 2017 (da gennaio ad agosto). Nella parte orientale della provincia, comunque, il servizio è attivo solo da qualche giorno ed è a cura di un’associazione di Reggio Emilia che dovendo correre fino alle rive del Taro ha sicuramente qualche problema a gestirlo nel modo migliore.

La principale contestazione fatta nell’interrogazione non riguardava l’affidamento del servizio alle associazioni di volontariato ma la mancata previsione di una soluzione alternativa ad esso da attivare in tempi rapidi. Ma non si sa per quale motivo, perché l’assessore si è guardata bene dal rispondere al quesito sulla mancata previsione dell’alternativa, della nefasta esperienza passata del 2017 in cui nessuna associazione di volontariato aveva manifestato interesse a esercitare il servizio, non si è tenuta nessuna considerazione. E così, con buona pace dell’autodifesa dell’assessore e della sua difesa da parte di qualche audace Consigliere regionale del PD, è stato combinato un brutto e grande pasticcio”.

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