“Io molestata in un bar, non posso fare denuncia perché clandestina”

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E’ stata molestata nel bagno di un bar, ma non può fare denuncia per paura di essere espulsa.

Assurdità tutta italiana di una legge non a portata di donna…

Ana, diminutivo di un nome che non vuole svelare, broncio carnoso incorniciato da capelli biondi su occhi verde-azzurri, ha 30 anni, più o meno. Una laurea, nel suo paese dell’est, un posto da colf e badante irregolare.

E quando nel bagno del bar dietro casa e’ stata molestata da un uomo, italiano, barbetta, cappello in testa e occhiale nero, non ha sporto denuncia. “Se mi rimandano a casa come faccio? Parlo con te perché mi hanno detto che mi posso fidare, e spero che se tutte le donne denunciano cambi qualcosa”.

”A casa mi sono laureata in lingue – racconta. Poi un uomo, un amico di famiglia, mi ha promesso un lavoro qui. Ho lasciato in patria due genitore anziani, un marito che fa il camionista e due figli che vanno a scuola. Ero senza lavoro, ho provato”.

“Tramite amiche comuni ho trovato questa famiglia, dove lavorava una mia connazionale, tornata a casa. Bado alla casa, e all’anziana signora mentre i figli lavorano. Non posso, non voglio tornare in patria sconfitta. Ma senza un ruolo regolare…”.

L’altra sera, invece, un altro dramma.

”Nelle ore in cui posso uscire, frequento un bar… zona ovest della città. Un postaccio da vagabondi e ubriaconi, ma e’ uno dei pochi dove arrivo a piedi. L’altra sera sono andata in bagno e c’era quest’uomo. Mi ha detto qualcosa…mi ha chiesto se faccio la put…..

Io non ho risposto. Allora ho urlato. Poi si è messo davanti alla porta, non mi faceva uscire, mi ha palpato. Mi ha toccato, baciato. Io ho gridato, ma lui non smetteva. Poi e’ arrivato il proprietario del locale, e lui ha fatto finta di nulla, uscendo dalla toilette”.

E il barista cosa ha detto? “Che e’ un cliente affezionato, che e’ italiano, che e’ la mia parola contro la sua. E che se faccio denuncia mi cacciano a casa”.

E ora? “Ho paura. L’Italia non e’ una terra promessa. Le leggi sono medievali, e io sto in casa anche nelle ore libere. Vorrei un lavoro che mi dia dignità. Vorrei tornare a casa, ma non da sconfitta”.

 

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