Messa al bando del comunismo: la Lega Nord presenterà una mozione in consiglio comunale

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Dopo Soragna anche il gruppo consiliare della Lega Nord presenta anche a Parma una mozione per la messa al bando del Comunismo a firma Laura Cavandoli (capogruppo), Emiliano Occhi, Maurizio Campari, Carlotta Marù.

 

MOZIONE
Ai sensi dell’art. 30 dello Statuto comunale e dell’art. 28 del Regolamento del Consiglio Comunale

Premesso che
che il Comune di Parma ha più volte espresso il proprio apprezzamento ad iniziative per la Pace, la Democrazia e la condanna di tutti gli Estremismi;

Considerato che
– la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di Legge “Fiano”, ora al vaglio del Senato, che punisce: “chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero le relative ideologie” specificando poi che il comportamento è punibile anche se commesso solo: “attraverso la riproduzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità”, con pena aumentata se il reato dovesse avvenire per via informatica (es. Facebook);
– le dittature che si sono ispirate all’ideologia comunista hanno cagionato la morte di oltre cento milioni di persone sotto il simbolo Falce e Martello, come storicamente evidenziato anche in Italia e in particolare in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto con le epurazioni durante gli anni dal ’44 al ’46 e con la sistematica negazione dell’eccidio delle Foibe,
– ancora oggi l’ideologia comunista in molti paesi del Mondo è sinonimo di feroci dittature o deboli democrazie, tra le più note: Corea del Nord e Venezuela;
– anche nel nostro Paese tutti i gruppi antagonisti si rifanno a tale ideologia, ai suoi simboli e leaders.

Il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta
ad avanzare presso il Governo la richiesta di perseguire penalmente con pene severe: “chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri dell’ideologia comunista” specificando che il comportamento è punibile anche se commesso solo: “attraverso la riproduzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti, persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità”, con pena aumentata se il reato dovesse avvenire per via informatica (es. Facebook, Twitter, Instagram).

 

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