Omicidio Kelly e Gabriela: Alessio Turco, accusato di duplice omicidio, rischia l’ergastolo

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fotocollage Parmapress24.it - immagini La Stampa.it

Da giovane cucciolo indifeso e succube del padre a brutale omicida: la Procura ha chiuso le indagini, e le accuse in capo ad Alessio Turco sono pesantissime: duplice omicidio premeditato.

Le vittime, Luca Manici, in arte La Kelly, e Gabriela Altamirano, brutalmente uccise la notte di natale nel casale di San Prospero, l’Angelica Vip Club, che Kelly aveva trasformato in casa a luci rosse.

A compiere la mattanza, Alesso Turco, 22 anni, e il padre, Samuele, che si è tolto la vita in carcere lo scorso luglio.

Lui, Alessio, che aveva portato gli inquirenti sul luogo dove aveva nascosto i coltelli e i cellulari rubati al casale, lui, che il padre scagionava accollandosi tutta la colpa del duplice omicidio, avrebbe inferto a Kelly il primo colpo, alla schiena.

La ricostruzione della Squadra Mobile e della Procura  – Secondo la ricostruzione, Alessio avrebbe chiamato Luca Manici da davanti al casale, per farsi aprire e farle richiamare i due pitbull, come di consueto tutti i clienti. Una volta entrato, avrebbe finto di seguire Manici, colpendolo alla schiena. Poi, l’intervento di Samuele che avrebbe inferito una serie di fendenti in serie.

Proprio in carcere, Samuele in un dialogo con la figlia avrebbe detto “non parlo sennò inguaio Alessio”.

In seguito hanno  nascosto il corpo dietro un divano sotto il portico, e mandato un sms a Gabriela dal telefono della Kelly: vieni, c’è un cliente.

Qui Gabriela, arrivata in abiti comuni, sarebbe stata costretta dai due a bere una dose potentissima di barbiturici e ansiolitici che da soli l’avrebbero uccisa: nel sangue nessuna traccia di alcool, solo le medicine. Poi i due l’hanno cambiata, vestendola con gli abiti da prostituta, e Samuele Turco, che non accettava la fine di quella relazione, l’ha strangolata con una calza a rete, poi colpita ripetutamente all’inguine con un coltello.

Uno sfregio, una violenza estreme, quelle dell’amante respinto. Poi il ritorno a Cassio con l’auto prestata dall’amico, la notte successiva la sceneggiata davanti alla polizia, chiamata dallo stesso Turco davanti al casale. Le lacrime, le inerviste deliranti, il finto tentativo di sucidio. La confessione di Alessio, ora solo a portare il peso di un omicidio così violento. Alessio, rinviato a giudizio, che rischia due ergastoli per duplice omicidio premeditato aggravato dalla crudeltà e dalla minorata difesa. Se sceglierà il rito abbrevviato, eviterà l’isolamento diurno: ma se condannato, potrebbe non conoscere mai più la libertà, che il padre si è ripreso con un lenzuolo intorno al collo in una sera d’estate.

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