Curò cancro al seno con decotti e tisane, causando la morte di una 38enne: la Procura chiede 16 anni per un naturopata parmigiano

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Sedici anni di carcere per omicidio volontario. Questa la condanna chiesta lunedì in Corte d’assise a Parma per un naturopata 73enne residente in provincia, Alfonso Fabrizio, di Albareto.

L’uomo è accusato della della morte – avvenuta nel 2006 – di una parmigiana di 38 anni, madre di due figli,colpita da un tumore al seno.

Secondo l’accusa, il naturopata l’avrebbe curata con fanghi, impacchi, decotti e dieta depurativa. Cure non utili per guarire la donna, che, colpita dal male nel 2004, solo due anni dopo ha tentato di sottoparsi a cure mediche tradizionali, ma era troppo tardi.

L’avesse fatto per tempo, probabilmente, il male sarebbe stato arginabile.

“Non le ho mai sconsigliato di sentire anche pareri medici”  ha replicato il 73enne davanti alla Corte d’Assise, mentre i pm Ausiello e Dal Monte lo accusavano di cure scellerate
Una versione che non ha convinto la Procura, che chiede 16 anni di reclusione per il naturopata: inizialmente l’accusa era morte in conseguenza di altro reato, ma il Gip ha ritenuto di aggravare l’imputazione in omicidio volontario.
Imputazione per cui il 73enne è stato rinviato a giudizio nel 2014: oltre a 16 anni di carcere con la concessione delle attenuanti generiche, la Corte ha chiesto anche 16.000 euro di multa, oltre il rimborso da fissarsi in sede civile.
Quanto la donna, legata all’uomo dal l’appartenenza ai Testimoni di Geova, ne era succube? Giovedì e’ attesa la sentenza.

 

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