Emergenza crisi acqua: falda di Parma a -2,70 metri. A forte rischio agricoltura

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Malgrado il temporale di ieri, 14 giugno, l’Emilia Romagna continua ad essere in crisi idrica. In mancanza di precipitazioni prolungate, nelle prossime due settimane quella che oggi è una situazione di emergenza potrebbe trasformarsi in una emergenza catastrofica che mette a serio rischio l’agricoltura e l’equilibrio ecosistemico. Lo aveva già denunciato il Consorzio di Bonifica Parmense, che ha avviato un tavolo tecnico con tutti gli attori istituzionali.

La falda di Parma è sotto 2,70 metri e quella di Piacenza di 2,61 metri. Sono queste le aree più colpite dalla siccità e dalla carenza di risorse idriche. Ma anche Reggio Emilia, sotto di 2,24 metri, non è in condizioni rosee.

 

L’Anbi Emilia Romagna, l’associazione che riunisce i consorzi di bonifica, forte degli ultimi rilievi registrati direttamente nelle locali falde acquifere superficiali, concorda pienamente con il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini che ha deciso di chiedere lo Stato di Emergenza nazionale. I dati rilevati in campo negli ultimi giorni dicono chiaramente che a livello regionale le falde sono completamente scariche e che i livelli raggiunti sono, in quasi tutti i territori della Regione, al di sotto di quelli registrati durante l’inverno.

A questo punto la situazione inizia ad essere davvero preoccupante: quantità di acqua nelle falde praticamente nulla, riserve negli invasi quasi azzerate e a differenza delle annate maggiormente siccitose 2011-2012 si aggiunge che tale stato di crisi è arrivata a giugno quando l’agricoltura ha bisogno di massimo apporto di acqua che si protrarrà fino a tutto il mese di agosto. I Consorzi di bonifica che trasportano la risorsa a quasi tutti l’agricoltura regionale lanciano l’allarme richiamando tutti i portatori d’interesse a “fare sistema” mettendo al centro delle loro scelte questa priorità, in caso contrario i prodotti tipici alla base del Made in Italy agroalimentare dell’Emilia Romagna quest’anno potrebbero venire colpiti duramente, provocando perdite enormi.

I Consorzi di bonifica emiliano romagnoli hanno tra l’altro in questi anni praticato il risparmio idrico tramite la messa in punto di sistemi intelligenti come Irrinet-Irriframe, ma la situazione in questo inizio estate 2017 si presenta particolarmente grave e a questo si aggiunge il timore che le piogge, se arriveranno, siano più distruttive che rigeneranti per l’agricoltura. Il presidente dell’Anbi regionale Massimiliano Pederzoli non ha dubbi: “Le falde scariche come mai prima dimostrano che la situazione è di emergenza reale e rischia anche di generare, oltre a danni colossali, anche situazioni di tensione tra i territori se non si metteranno a punto da subito, precise e condivise norme di comportamento in situazioni di tale gravità” .

Anche i grandi invasi presenti nella parte occidentale della regione, per la precisione le dighe piacentine di Molato e Mignano, sono ai minimi storici di capacità d’invaso. In questo momento solo il Canale Emiliano Romagnolo (CER) conserva disponibilità di acqua ed è in grado di essere anticiclico, finché gli sarà possibile il prelievo dal fiume Po che nelle ultime ore ha anch’esso registrato comunque un calo rilevante di quasi mezzo metro. Non va infine dimenticato che l’acqua del CER oltre ad essere fondamentale per l’agricoltura di 5 Province approvvigiona anche tre potabilizzatori in Romagna: quello di Ravenna-Bassette, Ravenna-Standiana e Forlimpopoli-Selbagnone. In cifre una fornitura che supera i 1300 litri al secondo (110.000 metri cubi di acqua al giorno) per soddisfare le esigenze di consumo di oltre 500 mila abitanti.

 

Intanto a Parma, battesimo improvviso quanto inatteso per la cassa di espansione del canale Burla inaugurata lo scorso anno e messa a dura prova nel bel mezzo della terza primavera più siccitosa dal 1830. Il violento temporale abbattutosi ieri sera sul parmense ha subito causato un repentino incremento dei flussi di acqua che si sono immediatamente riversati nel nuovo invaso del Consorzio di Bonifica contenendo i fenomeni alluvionali in prossimità dell’abitato case Vecchie e vicina ad alcuni importanti opifici industriali. La cassa di espansione nella giornata di oggi – giovedì – è stata poi progressivamente svuotata e l’acqua immessa nella rete di bonifica per portare un minimo di sollievo alle colture messe a dura prova dalla crisi idrica-irrigua dovuta proprio alla siccità e alle alte temperature ben al di sopra della media stagionale.

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