Metro Parma-Salso, Cavandoli (LN): “Opera importante che Pizzarotti non vuole”

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“Non si deve rinunciare alla metro leggera da Parma a Salsomaggiore perché è un’opera strategica, la sola in grado di migliorare sensibilmente l’accesso e l’uscita dalla città nella parte ovest”.
Quello che lancia Laura Cavandoli, candidata sindaco del centrodestra a Parma per le elezioni del prossimo 11 giugno è un messaggio chiaro su una infrastruttura di cui si parla ormai poco ma che comunque è ancora pianificata a livello regionale ed europeo.
“Purtroppo l’amministrazione pizzarottiana, seguendo la sua dannosa visione minimalista, ha cercato di far mettere la parola fine a quest’infrastruttura, con buona pace dei benefici ambientali e viabilistici in termini di importante riduzione del traffico su gomma verso e da Parma che essa porterebbe. I soldi ci sono perché stanziati dal Piano Speciale d’Area per l’insediamento di EFSA a Parma previsto dalla Regione ma sono fermi per questioni burocratiche relative alla stazione da costruire a Pontetaro.
Il problema è che Pizzarotti li vuole utilizzare per ristrutturare il Ponte sul Taro di Maria Luigia. I finanziamenti per la prima urgente ristrutturazione di questo importantissimo e monumentale ponte sulla via Emilia, sono però finora stati reperiti per altre vie grazie in particolare alle insistenze sulla Regione Emilia-Romagna del Vice Presidente dell’Assemblea regionale Fabio Rainieri e del sindaco di Fontevivo Tommaso Fiazza, entrambi esponenti della Lega Nord. Quello che manca per metterlo definitivamente in sicurezza deve essere preteso dallo Stato e dalla Provincia, dando finalmente seguito alle varie promesse fino ad ora non mantenute che gli amministratori provinciali del PD hanno fatto nel merito.
Tornando invece alla metro Parma Salso prendo invece l’impegno di attivarmi perché l’iter per la sua realizzazione sia sbloccato al più presto. La sua realizzazione consentirebbe tra l’altro di potenziare realmente la rete cicloviaria in una prospettiva di miglioramento dell’attrattività turistica attraverso la costruzione lungo i margini della ferrovia di una lunga pista ciclabile. Così infatti hanno fatto in altre parti d’Europa dove sulla mobilità ciclabile si è lavorato davvero e non ci si è fermati alle promesse come fa Pizzarotti”.

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