Camera di Commercio Parma: 27 ex dirigenti e componenti sotto accusa per danno da 9 milioni di euro

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La Corte dei Conti dell’Emilia Romagna chiede ai giudici di condannare componenti, ex dirigenti ed ex componenti di giunta della Camera di Commercio di Parma. L’accusa è un danno erariale di 9 milioni di euro per non aver accertato l’obbligo di deposito bilancio e conseguenti sanzioni tra il 2005 e 2013. A riferirlo l’agenzia stampa Dire.it. 

A un totale di 27 persone andrebbe la “colpa grave”. Secondo i difensori, il calcolo della Procura “muove da premesse sbagliate”, perché, spiega in udienza l’avvocato Elena Pontiroli, “ricomprende una serie di imprese che non potevano presentare il bilancio, o perché non l’avevano approvato, o perché erano decotte da anni, ma che continuavano ad essere presenti negli archivi, purtroppo tenuti malissimo, di Infocamere”. Inoltre dal ’98, con la riforma Bassanini, sempre secondo la difesa degli imputati, le Camere di Commercio non hanno più poteri ispettivi, ma solo sanzionatori.

Ma i PM ribattono che una circolare del 2014 del ministero dello Sviluppo economico si legge che, con la riforma del 1998, le Camere di commercio “sono subentrate in tutte le funzioni di accertamento, contestazione e irrogazione delle sanzioni in precedenza svolte dagli Uffici provinciali per l’industria, il commercio e l’artigianato”.

Non può inoltre chiamare la prescrizione, secondo i PM, perché “una volta scaduto il termine di cinque anni, che scatta dall’anno successivo a quello in cui non è stato presentato il bilancio, quindi a partire dal 2006, la Procura ha altri cinque anni per attivarsi”.

A determinare l’esatta ed eventuale somma di risarcimento danni saranno i giudici.

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