A tu per tu con Paolo Scarpa, l’indipendente che ama la cultura. “La mia scommessa? Rilanciare Parma”

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Paolo Scarpa
, ingegnere, classe ’58, candidato vincente alle primarie del centrosinistra a Parma e “indipendente” ci tiene a sottolineare, non per prendere le distanze ma per aggregare al di là di appartenenze politiche.

Lo abbiamo incontrato dopo la schiacciante vittoria del cinque Marzo su Dario Costi e Gentian Alimadhi in un luogo simbolo della sua proposta politica, la Galleria d’Arte Rizomi di via Bixio.

Arte in Oltrettorrente, cioè cultura nei luoghi abbandonati di questa città troppo bella ma troppo immobile, cristallizzata in un’apnea culturale che vive di rendita senza aver avuto l’occasione di evolversi verso un sistema moderno di valorizzazione.

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“Del sindaco Pizzarotti apprezzo la buona volontà ma contesto la sua disattenzione ai quartieri e al degrado che ne consegue. Ha tralasciato il tessuto sociale con esiti disastrosi in diversi punti di Parma. Uno di questi è l’Oltrettorrente, quartiere popolare ma ad alta vocazione creativa e artistica che non ha mai fatto parte di un progetto di città funzionale e integrata” – così Paolo Scarpa commenta la politica dell’attuale giunta.

Nella storia de “Il Borgo” di cui è stato presidente si legge che l’associazione nacque nel “77”, un tempo in cui pareva che la cultura a Parma avesse necessità di un risveglio. “Dopo 40 anni partiamo ancora da lì?”

Non esattamente. In 40 anni tanti progetti sono stati fatti per un rilancio culturale di questa città, da Lavagetto con la splendida piazzale della Pace, poi completamente trascurata, fino ad Ubaldi prima della “svolta megalomane”. Ma da troppi anni non ci sono visioni generali dell’identità di Parma. Abbiamo storia e radici uniche nel panorama culturale e la scommessa del futuro è quella di recuperare la nostra unicità integrandola con i cambiamenti sociali inevitabili ai quali dobbiamo portare un gran rispetto. Proporre un progetto culturale significa avere una visione dell’intera città e valorizzarne differenze e fragilità.

Da dove partirebbe se fosse eletto sindaco?

Per quanto riguarda la cultura partirei da tre eccellenze museali: il complesso della Pilotta come Museo Europeo, porta d’accesso alla città che deve essere luogo di aggregazione e di proposte; segue l’Ospedale Vecchio come Museo della Città che aiuterebbe a far rivivere un intero quartiere; per finire lo C.S.A.C. (Centro Studi e Archivio della Comunicazione) che contiene un patrimonio immenso di opere d’arte contemporanee in un posto meraviglioso ma mai veramente valorizzato come merita.

Altre priorità nei primi 100 giorni di un suo ipotetico governo?

Sicurezza: riappropriarsi degli spazi pubblici che ci sono stati scippati da degrado e illegalità mai realmente contrastate. Welfare: riprendendo la magistrale lezione di Mario Tommasini che aveva reso Parma una città all’avanguardia per l’attenzione alle fragilità, completamente dimenticata negli ultimi anni. Maggiore attenzione agli anziani, il nostro passato, e ai giovani, il nostro futuro, senza dimenticare i nuovi “parmigiani” costruendo una rete di relazioni e di scambi culturali organizzati a sistema e non a eventi isolati ricostruendo un dialogo tra le diverse realtà sociali. E per finire: i rifiuti. Riorganizzare il porta a porta che, soprattutto nelle zone del centro, non è sostenibile.

Ha già qualche nome per la sua squadra?

Non ho ancora pensato a nomi specifici ma quello di cui sono certo è che coinvolgerò i giovani in questo progetto e affiderò sicuramente l’assessorato alle Politiche Giovanili ad uno di loro. Dobbiamo ascoltarli e costruire una città con spazi su misura alle loro esigenze. Molti si stanno riavvicinando alla politica e cercano un confronto senza imposizioni dall’alto. Vogliono essere artefici delle politiche cittadine e non solo spettatori e la mia politica è quella dell’ascolto e del dialogo con il contributo di tutti per ripartire. Insieme.

Ci sarà posto per i due sfidanti delle primarie Costi e Alimadhi?

Me lo auguro! Io ho invitato tutti a condividere il percorso e a contribuire alla riuscita del progetto, politici e cittadini. Soprattutto chi ha partecipato con me alle primarie per offrire un’alternativa a Parma. E solo collaborando e condividendo si può tentare di costruire un nuovo modo di rilanciare la città che merita il meglio da tutti. Corriamo tutti insieme per costruire.

Un’ultima domanda personale per conoscere Paolo Scarpa: libro, musica e artista preferiti?

“Il Rosso e il nero” di Stendhal, Beethoven e Caravaggio. Un pizzico di lucida follia che serve per aggiungere fantasia alla concretezza della politica.

Condivisione, dialogo, relazioni e confronto: queste le parole più usate da Paolo Scarpa. L’esatto contrario del sentire nazionale all’interno del centro-sinistra degli ultimi tempi. Parma come laboratorio di idee? Parma come nuova politica di aggregazione e non di divisione? Parma che è stata la prima città ad esprimere un governo guidato da una lista civica (Ubaldi) e la prima città capoluogo ad eleggere un sindaco pentastellato sarà anche la prima ad essere guidata da un centro sinistra unito? Parma e la fine della politica scontro, povera di idee e ricca di polemiche?

(Tidu)

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