No alla violenza sulle donne: Polizia in piazza per informare e difendere

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Mrcoledì 8 marzo, in occasione della giornata internazionale della donna, la Polizia di Stato è scesa in Piazza a Parma per rinnovare l’impegno assunto con il Progetto Camper che, dal luglio del 2016, vede la Polizia di Stato al fianco delle donne in una campagna di sensibilizzazione e di informazione sugli strumenti di tutela esistenti nell’ambito delle violenze di genere. L’obiettivo è quello di favorire una maggiore consapevolezza nelle vittime di tali vicende, circa la possibilità di denunciare senza correre il rischio di rimanere sole nelle loro battaglie domestiche.

La Questura di Parma per l’occasione, ha installato alcuni gazebo in Piazza Garibaldi nei pressi dei Portici del Grano. L’iniziativa è stata coordinata dal dirigente dell’UPG-SP Commissario Capo della Polizia di Stato Chiara Ippoliti, con la collaborazione attiva degli specializzati nella prevenzione e contrasto delle violenze di genere, tra cui operatori della sezione “reati contro la persona” della Squadra Mobile, dell’ufficio minori della Divisione Anticrimine e della Squadra Volante, personale del Nucleo Antiviolenza della Polizia Municipale e rappresentanti dell’Associazione Futura per le mamme in difficoltà. Sono stati presenti anche i responsabili dell’Adas Fidas donatori sangue che già dalle prime ore del mattino hanno organizzato presso il “centro trasfusionale” dell’Ospedale Maggiore, l’iniziativa “La donazione è donna”.

Ogni tre giorni e mezzo, in Italia, si verifica l’omicidio di una donna in ambito familiare o in ogni caso in ambito affettivo. Seppure la statistica dei reati inerenti la violenza di genere risulti in flessione nell’ultimo anno, l’impegno della Polizia di Stato aumenta costantemente, non solo perché il numero di vittime continua ad essere inaccettabile ma anche perché l’esperienza della Polizia e degli addetti ai lavori, racconta dell’esistenza di un “sommerso” che troppo spesso non si traduce in denuncia. In questa prospettiva è stato elaborato il protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite”, che è stato adottato da tutte le Questure d’Italia e che consente agli equipaggi che intervengono su segnalazione di presunte violenze domestiche di gestire gli interventi, utilizzando specifiche procedure che consentono di tracciare situazioni di disagio e di tenerle al contempo monitorate.

“Se ti ricatta, non è amore. Se minaccia te o i tuoi figlio, non è amore. Se ti isola, umilia, offende, non è amore. Se ti perseguita con mail e sms non è amore. Se ti prende con violenza quando non vuoi, non è amore. Se ti chiede “l’ultimo appuntamento”… non è amore. Se ti uccide, non è amore.

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