Calaiò: “La mia maglia nel Museo un’emozione. Per vincere la Lega Pro ci vuole l’ignoranza giusta”

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La sua maglia, la maglia sporca di erba dopo la rovesciata che domenica ha consegnato la vittoria al Parma contro il Pordenone al 93esimo, sarà al centro del Museo Ernesto Ceresini, che oggi apre ufficialmente i battenti.

Lo ha comunicato il Parma Calcio con una nota: “La maglia Crociata, non lavata, della rovesciata storica di Emanuele Calaiò per la vittoria al 92′, domenica, in Parma-Pordenone (3-2), da oggi pomeriggio sarà al centro del Museo del Parma ‘Ernesto Ceresini’, grazie alla proposta, accolta dal club, dell’associazione Parma Museum Onlus.

La casacca sarà momentaneamente posizionata nella teca centrale dedicata alla leggendaria muta del 1918 appartenuta al calciatore Leone Uluhogian.

Il Museo da oggi è aperto al pubblico tutti i giorni dal martedì al venerdì dalle ore 15 alle ore 19 e il sabato dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 19.

Il biglietto di accesso costa 5 Euro. Per gli abbonati con Tessera Crociata, l’ingresso è gratuito”.

Calaiò maglia Parma Pordenone

E lui, Emanuele Caliò, una vita in serie A, a Parma per scelta, commenta, commosso: “La società ha deciso di mettere la mia maglia della rovesciata di domenica nel Museo del Parma appena inaugurato, che oggi apre al pubblico. E’ una scelta che mi onora vederla in questo museo straordinario. E’ un’emozione che mi porterò dentro sino alla fine della mia carriera“.

Poi commenta la vittoria contro il Pordenone –  “E’ stato il mio 160^ gol in partite ufficiali tra i professionisti. Sono numeri davvero importanti, ma solo finché la squadra vince. Per i tifosi e per noi qualche sofferenza in meno è meglio. Allo stesso tempo, però, è sempre bello vincere le partite così. Significa che siamo una squadra con carattere e volontà. Sinceramente, dopo il furto di Venezia, pareggiare o perdere domenica con il Pordenone sarebbe stato davvero brutto.

L’atteggiamento è l’aspetto più importante. Siamo strafelici, perché la vittoria ci dà morale. Una gara vinta in questo modo, può essere un crocevia, anche se ci sono tante tante partite ancora da giocare ed è presto per dirlo. Nel girone di ritorno dobbiamo fare più punti rispetto all’andata. Il tempo passa e serve accelerare, soprattutto ora che siamo in buona condizione. Domenica è stata una bella soddisfazione per tutti. Sono momenti che dobbiamo portarci dentro, come carica, sino a fine anno. Quella palla al 92′ l’ho annusata e l’ho sognata. In quel momento, sapendo che è un colpo che ho nel mio repertorio, non mi sembrava vero. Sono un po’ pazzerello. Faccio le cose che mi vengono e mi piacciono. Quelle difficili.

Non ci ho pensato due volte. Il mister, in questi due mesi, è stato bravissimo a gestire la squadra e a migliorare sia le lacune in campo che quelle mentali. Non eravamo sereni. Era dall’inizio della stagione che avevo detto che con i nomi non saremmo arrivati da nessuna parte.

Qui, in Lega Pro, serve l’ignoranza giusta. In questo momento si vince perché pareggiano l’intensità e la decisione che hanno i nostri avversari. Solo così, se pareggiamo l’atteggiamento con gli avversari, emergono le nostre qualità. E’ un campionato strano, in l’Ancona all’89’ prende un gol assurdo e perde col Venezia. La nostra squadra, ora, ha una maturità davvero importante. Non è facile avere sei o sette undicesimi rispetto a un mese fa. Tutti sono stati bravi a farli inserire e loro ad ambientarsi.

Il festeggiamento del 3-2 che si è visto domenica racchiude il gruppo che c’è al Parma Calcio. Non è facile per alcuni ragazzi stare fuori allenandosi bene. Il Parma ha una rosa ampia. Sono arrivati giocatori importanti. La forza della squadra deve essere il gruppo. Chi non gioca deve mettere in squadra un clima di competizione capace di far rendere tutti. Il mister non guarda in faccia a nessuno. Nunzella e Mazzocchi, domenica, per esempio, sono entrati benissimo in partita dalla panchina. Non era per nulla facile e per nulla scontato.

Sono venuto qui a Parma con l’idea di sposare un progetto importante. Ho firmato un triennale con una società gloriosa, in una città importante. Non potrei chiedere di meglio. La mia felicità non deriva dall’essere l’idolo della settimana. Il gol per me conta relativamente. Se la squadra vince con doppietta di Frattali, a me va bene così. A trentaquattro anni credo di non dover dimostrare nulla a nessuno. Voglio solo portare la mia esperienza a disposizione della squadra. Sono felice di aver dato una gioia ai tifosi e al gruppo, dal mister a tutto lo staff. Dobbiamo credere al primo posto fino alla fine”.

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