Via Bezzecca, il “day after”. Denuncia: “Lo spaccio esiste, mai parlato di ronde”

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“Ci tengo a precisare una cosa: non facciamo nessuna ronda, cerchiamo solo di infastidire i cavallini che consegnano la droga nelle nostre zone. A chi dice che ce li siamo sognati, lancio l’invito di venirmi a trovare e passare qualche ora sul mio balcone”.

Celeste (il nome è di fantasia, per garantire un minimo di anonimato alla residente di Via Bezzecca, già esasperata), non ci sta. Giovedì, la denuncia della presenza di pusher nella strada, il giorno successivo, la replica alle polemiche.

“Ho letto in giro di tutto”, sospira Celeste. “E voglio precisare alcune cose. La prima, che non facciamo ronde. Siamo un quartiere di anziani, i più giovani siamo noi, di mezza età, non siamo gente da mazze e pile. Semplicemente, quando vediamo questi ragazzi, di colore, nella nostra a consegnare la droga, cerchiamo di farli andare via, accendendo i fari dell’auto, girando intorno a casa, scendendo con il cane, fissandoli”.

E loro se ne vanno? “Beh, per forza di cosa si spostano. Vede, Via Bezzecca è molto tranquilla, non è una via di passaggio. Non stanno fermi lì ad aspettare i clienti, ma li incontrano per la consegna, suppongo previa telefonata, approfittando proprio della tranquillità della zona”.

Spaccio incondizionato e continuo – Ma il quartiere non è “nuovo” allo spaccio. “Io non parlo solo della mia strada. In via Varese, via Solari, nel parco lungo il fiume, mica è da oggi che spacciano. Da anni li vedo sfrecciare in bici senza fanali, in gruppi di due o tre contromano, si spostano da una strada all’altra e sono anche pericolosi per chi gira in macchina e rischia di investirli. Pensi che nel 2015, lo ricordo perché facevo dei lavori in casa, si erano insediati in zona dei rom.

Lasciavano una sporcizia pazzesca lì intorno e sostavano ai semafori chiedendo l’elemosina e aggredendo chi rifiutava. Pensi che lo avevo segnalato al Comune settore pubblica sicurezza: ho scritto a marzo, mi hanno risposto ad ottobre. Mi hanno risposto dopo 8 mesi dicendo che avrei dovuto chiamare. No comment”.

Ora che ha aperto il nuovo Bar in Piazzale Marsala  – “Da quando ha aperto il Petit – commenta Celeste – mi sento un po’ più tranquilla perché fanno girare gente tutto il giorno. Ed è “bella gente”, non come quella che girava anni fa, quando dentro al chioschetto si erano piazzati dei sudamericani, non le dico il caos e il giro di gente…”.

E basta avvicinarsi al Bar, parlare con avventori e clienti per avere conferma delle parole di Celeste. “La sera, col buio, vediamo dei ragazzi neri in bici….ma si sono spostati. Si fermano più indietro, oppure vanno sul viale delle scuole”.

Come dire che si spostano ma non desistono.

La casa “incriminata” in Via Bocchialini – All’angolo tra Via Bezzecca e Via Bocchialini, strada a senso unico che sfocia su Viale Milazzo, una casa “chiusa”, con la porta murata ma le finestre aperte. Davanti, un camper con targa straniera, semi abbandonato.

“E’ di tre sorelle, la villetta, ricche e sole, adesso in casa di riposo” – spiega ancora Celeste. “Anni fa ci si erano insediati dentro alcuni ragazzi di colore, forse ci avevano anche fatto base per spacciare, poi la porta è stata murata. Ma le finestre sono aperte, alcuni residenti li vedono ancora andare e venire”.

Da una finestra al primo piano fa capolino una persona, furtiva. “Non dico che spacciano li dentro, non lo ho mai detto come non ho nemmeno mai detto che Via Bezzecca è ridotta come il Bronx o che faremo le ronde”.

E allora cosa voleva dire? “Che mercoledì tornando a casa ho visto un cavallino che consegnava droga, girando due volte in auto lo ho fatto andare via. Mio marito e un altro signore della zona hanno fatto altrettanto. Speriamo di evitare che diventi “zona di consegna” infastidendoli e con l’aiuto delle forze dell’ordine. Solo questo”.

 

 

 

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