Villa Matilde, le violenze sotto la lente del Ministero della Salute

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Il caso delle violenze sugli anziani Villa Matilde di Neviano degli Arduini (LEGGI) approda sul tavolo del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. L’interrogazione è stata presentata dalla senatrice Emanuela Munerato di “Fare! Con Tosi”, membro della commissione straordinaria di Palazzo Madama per la tutela e la promozione dei diritti umani.

«Il senatore di FARE! Emanuela Munerato, della provincia di Rovigo – sottolinea Caterina Galli (a sinistra nella foto con la senatrice), impreditrice di professione e coordinatrice provinciale del movimento che fa capo al sindaco di Verona Flavio Tosi – sollecita interventi urgenti. Ed io confido e mi auguro che il Ministero agisca presto, perché non si può continuare a chiudere gli occhi. L’indifferenza è una parziale assoluzione. E invece Parma vuole verità e pene esemplari».

La Munerato, nella sua interrogazione, parla dello “sconcertante caso di abusi su malati di Alzheimer e con problemi psichiatrici, da parte degli operatori socio-sanitari nella struttura “villa Matilde”, nelle campagne di Bazzano, frazione di Neviano degli Arduini (Parma), una di quelle residenze per anziani, descritte nei depliant come “oasi” e “paradiso”, in cui i parenti son convinti di aver sistemato in maniera ottimale il proprio familiare anziano”.

E non risparmia una frecciata all’assessore regionale alla Sanità, – Sergio Venturi, prima di chiedere al ministro Lorenzin se “non ritenga urgente intervenire, nell’ambito delle proprie competenze, per garantire che episodi come quello citato non si ripetano, anche migliorando, sotto il profilo dell’efficacia, della severità e della tempistica, le operazioni di controllo effettuate dalle Asl nelle strutture accreditate”.

La Munerato ha ricostruito la vicenda, dalla denuncia della tirocinante ai 7 arresti dell’operazione Cerbero portata a termine dai carabinieri di Parma, segnalando tra l’altro che sono ben 12 gli anziani affetti da demenza senile finiti nel lager di Neviano.

“La residenza è gestita da una cooperativa bergamasca, Kcs Caregiver – scrive ancora la senatrice – ed è convenzionata con il settore pubblico; da anni presente sul territorio, godeva di ottima fama quale struttura per anziani e per questo, come dichiarato dagli stessi inquirenti, un velo d’omertà avvolgeva gli orrori perpetrati contro i degenti non autosufficienti; altrettanto grave è, a parere dell’interrogante, la dichiarazione dell’assessore regionale delle politiche per la salute, Sergio Venturi, secondo il quale la Asl locale avrebbe svolto controlli senza mai rilevare comportamenti illeciti, il che denota o lacune nella vigilanza o connivenza nell’omertà”.

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