Audit: “Debito Comune aumentato, non ridotto. Si apra inchiesta pubblica”

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La Commissione Audit ha convocato i candidati sindaco in conferenza stampa per far luce sulla situazione debito pubblico del Comune di Parma.

Oggi, 23 maggio, presso il circolo Zerbini, erano presenti la rappresentante di Audit Cristina Quintavalla, il ragioniere Emilio Ceci, i candidati sindaco Ettore Manno, Daniele Ghirarduzzi e Paolo Scarpa.

Dopo la lettera aperta inviata ai candidati, Quintavalla ha fatto delle richieste: “Chiediamo un’indagine pubblica che faccia luce su questa situazione e di non dover pagare eventuali quote di debito illegittime. Chiediamo che le tasse tornino ad essere riabbassate e che queste entrate non vengano usate per ripagare le banche. Che si dica basta con le privatizzazioni e che si sviluppi un vero programma per chiudere le partecipate e reinternalizzare i servizi”.

Il principale punto su cui si è concentrata la commissione è che il piano di risanamento debito “si basa sull’integrale pagamento entro il 2018, con tasso d’interesse dell’1%. -spiega Quintavalla – L’amministrazione non ha mai messo in discussione le eventuali responsabilità delle banche. La maggior parte del debito infatti è verso gli istituti di credito. Ci sono probabilmente quote illegittime che non sono state messe in dubbio”.

Secondo il rapporto della commissione, riportato in foto, “il debito è stato risolto grazie a un ‘teorema’: il teorema Stt”. Una parte di debito è stata ripagata con la “svendita delle azioni IREN, 18 milioni finiti alle banche per sanare gli obblighi di Stt e come ha confessato lo stesso delegato della società ‘le banche non ci hanno rimesso quasi nulla’”. La parte strettamente legata al Comune, e non alle partecipate, è stato invece ripagato con i fondi liberati dal Patto di Stabilità. Spunta poi il fallimento della storica partecipata SPIP.

“Si nota inoltre – continua Quintavalla – che il debito bancario delle maggiori partecipate non sia diminuito ma aumentato di 12.751.957 euro. Partecipate che hanno anche subito una perdita patrimoniale, grazie alla vendita o cessione di immobili, di 14.885.600 euro. Parma risulta inoltre superare di molto la media nazionale per quote di trasferimenti da Comune a partecipate: dal 2012 al 2015, 162 milioni di euro, il 27% delle tasse comunali”. Audit denuncia anche l’eccessiva pressione fiscale: “I parmigiani sono passati da essere nel 2011 i meno tassati in regione ai più tassati con più di 940 euro pro capite”.

Un’ultima richiesta da parte della Commissione riguarda invece il palazzo dello studentato di borgo Cocconi, sequestrato dalla magistratura nel gennaio del 2016 dopo l’accusa di bancarotta fraudolente dell’imprenditore Borettini che avrebbe rilevato terreni da un amico per poi rivenderli alla partecipata Spip a prezzi notevolmente maggiori. Per gli inquirenti avrebbe investito i proventi dell’attività illecita legata al crac Spip anche nella realizzazione della palazzina oggi oggetto di sequestro.

“Vorremmo che tornasse a essere della comunità, – chiede Quintavalla – non al Comune di Parma, ma ai cittadini. Che la comunità possa riprendere questo spazio come luogo di aggregazione e associazionismo come sta facendo De Magistris a Napoli”.

Il candidato Paolo Scarpa – della coalizione PD, Parma Unita Centristi e Parma Protagonista – ha ricordato come il piano sia stato delineato dal commissario Ciclosi. Nelle proposte di Scarpa c’è “il desiderio di far sì che anche Tep non diventi una scatola vuota ma che si possa fondere con Infomobility”.

Daniele Ghirarduzzi, del M5s, ha invece ribadito come Pizzarotti abbia “tradito da subito i valori dei 5 stelle accettando queste condizioni e pagando il debito”.

Il candidato di PCI e consigliere comunale Ettore Manno ha ricordato invece come “in questi anni gli avanzi di bilancio siano stati modificati all’infinito sino a formare un tesoretto che il sindaco sta usando in questi giorni. Pizzarotti è come Achille Lauro che ti dava la scarpa destra e ti prometteva la sinistra dopo il voto”.

 

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