In Consiglio provinciale si discute dell’erosione del Taro vicino al Cepim

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Il Consiglio Provinciale di stamattina si è aperto con una mozione presentata dal Gruppo Provincia Nuova in merito allo stato di erosione della sponda sinistra del fiume Taro in località Interporto di Parma, relatore Benecchi.

La situazione sta degenerando, ha sottolineato Benecchi, le piene di quest’anno hanno reso inutilizzabili un tratto fognario e la strada comunale del Pescatore, e sta mettendo a rischio anche il Cepim. Il problema si è evidenziato dopo che la Regione ha realizzato una difesa spondale sul lato orientale verso Parma, proprio di fronte al Cepim,  intervento che potrebbe aver causato il repentino spostamento dell’alveo verso la sponda opposta di Fontevivo. Ora l’erosione minaccia anche la linea ferroviaria e la ditta Lampogas, distributrice di Gpl e la linea di scarico della tangenziale di Parma. La mozione è tesa a sollecitare l’intervento della Regione.

Un contributo importante alla discussione è venuto dal Servizio provinciale Pianificazione, il cui dirigente del dott. Peri ha presenta una relazione realizzata dal geologo dell’Ente dott. Ruffini. La nota inquadra il problema dal punto di vista normativo, ricorda che nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (Ptcp) è ben presente il rischio importante a cui è sottoposta la zona e vi si analizzano anche i fattori di monte del fiume. Il documento individua anche tutte  le competenze (Aipo, Regione con la Protezione Civile, Provincia per la pianificazione, Parco del Taro, Comuni rivieraschi) e indica strategie di soluzione che coinvolgono tutti gli attori, per costruire un percorso condiviso, in un’ottica multidisciplinare, e risolvere il problema sia nell’immediato sia nel lungo periodo.
Cantoni (Pdr), Delegato alla Pianificazione, ricorda che vi sono criticità anche a Medesano e Noceto, che nel tempo il fiume ha fatto nascere una “sponda nobile” a destra che difficilmente viene erosa, mentre la sponda di sinistra viene erosa più facilmente, forse già per le opere realizzate da Maria Luigia nell’800. “Occorre mettere una toppa alle criticità, ma anche verificare se le antropizzazioni lungo l’asta del fiume sono compatibili, comprendere dinamiche ed evoluzioni” ha affermato.

Nel dibattito sono intervenuti anche il Vice presidente Garbasi (Ipt – Insieme per il territorio), che ha auspicato che la Provincia si faccia portavoce del problema nei confronti della Regione, dopo avere ascoltato anche i privati che rischiano di venire danneggiati, Del Sante (capogruppo Pdr) per cui la mozione di Pn era condivisibile nei contenuti ma non nei toni, Saglia Codeluppi (Pn) che ha chiesto di fare appello alla Regione e anche agli altri enti, affinché si assumano le proprie responsabilità.

Tassi Carboni ha sottolineato come il Consiglio provinciale non deve tanto avere il ruolo di opporsi ad altri enti, ma piuttosto quello di aprire collaborazioni virtuose con altri livelli di governo, lavorando seriamente per ottenere risultati, anche per il futuro.
E’ stata infine accolta la proposta di De Maria (Ipt) e del Presidente Rossi di rimandare la votazione al prossimo Consiglio del 20 dicembre, per dare modo ai capigruppo di elaborare un documento condiviso più ampio, che parta dal mozione di Provincia Nuova ma accolga anche le osservazioni dei consiglieri e lo studio dell’Ufficio Pianificazione e abbia così la massima forza politica.

La seduta si è conclusa con l’approvazione di due delibere tecniche relative a partite economiche.

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