Scommessa Parma-Ancona: quando fu gettato il fango sulla squadra

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Calcioscommesse il tema tristemente attuale e mai banale nella forma e nella composizione. Sono ancora troppi i casi di calciatori e/o squadre coinvolte in determinati giri e che macchiano lo sport più bello e giocato al mondo.

Diversi anni fa ci fu un caso che sconvolse la comunità calcistica e non solo. Quel famoso Parma-Ancona del 9 aprile 2017 fa rumore ancora oggi. Sembra uno 0-2 di Lega Pro come un altro, ma intorno ad esso si scatena un vero e proprio putiferio mediatico.

Il caso Parma-Ancona che ha scosso il calcio italiano

Quella partita valeva per il campionato di Lega Pro girone B. Una classica partita di fine stagione che non doveva lasciare strascichi più di tanto. Il Parma è secondo in classifica, l’Ancona nelle retrovie con grossi problemi economici.

Finisce 2-0 per i marchigiani e questo fa scattare un sospetto. Persino la pesante accusa di una combine associata al fenomeno calcioscommesse. Una vera e propria piaga, soprattutto nelle categorie inferiori.

Le accuse sul web si sprecano e mettono nel mirino i calciatori del Parma, accusati di essersi venduti la partita. Spuntano persino le immagini di tifosi che avevano scommesso sulla sconfitta del Parma.

Da dove scaturisce l’accusa di combine Parma-Ancona

Tutto nasce, in buona sostanza, da un flusso anomalo di scommesse registrato, in particolar modo, nella zona di Pozzuoli, in provincia di Napoli. Molti di loro avrebbero persino indovinato il risultato esatto della partita e i punti esatti del match all’interno del quale sarebbero arrivati i gol.

La cassa di risonanza è ormai aperta a tutti gli effetti e a quel punto stampa e magistratura intervengono pesantemente per vederci chiaro. Il Mattino di Napoli pubblica le testimonianze di un responsabile di centri scommesse di zona, il quale ribadisce la consistenza e ripetitività delle puntate effettuate nella fattispecie.

Le cifre incassate si aggirerebbero anche sulle migliaia di euro per giocata, almeno secondo i media. Altre testimonianze anonime subentrano e mettono in discussione la regolarità di quel match.

Il flusso anomalo di vincite chi ha favorito?

Un intero condominio di Pozzuoli ha puntato sullo 0-2, incassando ben 30000 euro in un solo colpo. Tutto ciò dà la dimensione di quanto la voce, circolante già da giorni in città sull’esito della partita, si sia curiosamente concretizzata, dando libertà a qualsiasi ipotesi o pensiero sospetto.

Quel gol segnato nel recupero dal calciatore dell’Ancona Del Sante era come se fosse stato in qualche modo previsto dagli scommettitori. Una soffiata allargatasi, poi, a Monterusciello e altre zone limitrofe del puteolano.

Lo stesso flusso di scommesse è stato registrato anche al di fuori del territorio napoletano, segnatamente ad Ancona. Eppure quella partita non è stata bandita dalle agenzie di scommesse, le quali continuavano a bancarla. 

Una dura presa di posizione viene espressa, a suo tempo, da giocatori e dirigenza di casa. Capitan Alessandro Lucarelli, insieme all’allora direttore sportivo Daniele Faggiano, in rappresentanza dell’intera squadra chiarisce che non c’è nulla da nascondere e che, in presenza di una partita venduta, ci si doveva procurare le prove. 

Un intrigo ancora oggi poco chiaro e trasparente, anche se molta chiarezza, con annessa parola fine, ce l’ha messa la giustizia, grazie, anche e soprattutto, al lavoro della procura federale.

La vittoria del Parma con l’archiviazione della procura

Il Parma perde sul campo, ma vince fuori. Sia come squadra che come società nel suo complesso è stata tirata in ballo in maniera pesante e pressoché immediata durante la vicenda Ancona. A distanza di anni da quanto accaduto sul campo la società ducale continua ad essere nel mirino della cronaca giornalistica, ma anche delle indagini preliminari.

La procura federale, con la collaborazione dei Carabinieri afferenti al nucleo operativo di Napoli, hanno avviato nel corso del tempo una serie di controlli volti ad appurare eventuali responsabilità dirette e oggettive.

Ma la buona e bella notizia per il club ducale è che la verità, alla fine, è venuta a galla in tutta la sua perentorietà. Lo si evince dal comunicato diffuso dalla stessa società all’interno del quale si conferma la propria estraneità ai fatti. 

Un documento rinforzato dalla sentenza della procura federale, la quale non ha riscontrato illecito sportivamente e penalmente perseguibile dopo la chiusura dell’indagine in atto. Una situazione che ha fatto del male, compresi i lavoratori dell’indotto calcistico. Con queste tante chiacchiere, la fiducia nel calcio è scesa ancora di più e anche le aziende collegate alle scommesse ne hanno risentito, considerando che ci sono imprese che operano non solo nel calcio. Per dire anche i casino di eurobet, di snai e di altre aziende italiane hanno rischiato di perdere la fiducia dei consumatori non sapendo che le aziende su citate hanno un sistema di controllo efficace che segnale qualsiasi flusso anomalo.

Ciò vuol dire che, di fatto, la società Parma Calcio 1913 ne esce pulita in relazione al procedimento di archiviazione successivamente emanato. Non ci sono elementi sufficienti per procedere in relazione al flusso anomalo di scommesse considerato.

Parma-Ancona, dunque, va in archivio dopo diversi anni di polemiche e supposizioni che, però, non hanno portato a nulla di rilevante sul piano strettamente disciplinare. Una partita che doveva essere solo di calcio, ma i cui confini si sono allargati oltremodo. Destinata, in ogni caso, a restare nella storia e nella mente degli appassionati di calcio vecchia scuola, per un motivo o per un altro.

Il caso Parma-Ancona assume una dimensione centrale come emblematico rispetto ad una cultura del sospetto e del pensiero malpensante molto radicata, soprattutto in Italia. 

Come avrebbe detto qualcuno un tempo: “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Si sarebbe sbagliato nella fattispecie. Facebook e i social sono diventati la cassa di risonanza di un concetto di base negativo allargato ancor più nelle sue proporzioni.

È da lì che è partito tutto e si è gonfiata una questione sconvolgente atta a minare la credibilità del calcio italiano. Le voci si sono rincorse sul web, con tanto di scatti documentati e apparentemente emblematici. I beninformati, così come si fanno chiamare, hanno la meglio sulla verità assoluta dei fatti. Il tempo, così come il campo, gli ultimi ed esemplari giudici che non mentono mai.

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