Sex toys: una storia dalle antiche origini

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Quando si pensa ai sex toys (espressione inglese che sta per “giocattoli sessuali”) si tende a pensare a prodotti moderni, frutto di recenti evoluzioni tecnologiche. Ovviamente è vero che l’evoluzione della tecnologia ha influito molto negli ultimi anni sulla realizzazione di questi prodotti pensati per il benessere personale e per una migliore scoperta della propria sessualità, ma è altrettanto vero che la storia dei sex toys ha antiche origini.

Oggi si hanno a disposizione prodotti come il vibratore bullet (vibratore a pallottola, così denominato a causa della sua forma), il vibratore rabbit, il vibratore wand, il dildo, le geisha balls e via discorrendo, ma anche nell’antichità sono stati realizzati oggetti pensati per l’autoerotismo e per il piacere di coppia.

Sex toys: una storia antica

Le prime tracce di sex toys sembrano risalire all’era paleolitica: nella regione storica dell’Aquitania, in Francia, sono stati infatti ritrovati alcuni reperti di forma fallica realizzati in pietra e osso. Va precisato che la loro funzione, data la loro antichità, non è stata precisata con certezza, ma le principali ipotesi fanno ritenere che fossero usati come oggetto di piacere sessuale oppure per scopi rituali.

In un museo cinese di Shangai, dedicato alla cultura sessuale, è stato esposto un oggetto di forma fallica realizzato in pietra di giada presumibilmente risalente a 6.000 anni fa circa.

Dalla Cina sono arrivate anche le cosiddette geisha balls talvolta dette anche palline Ben Wa, piccole sfere generalmente collegate da una cordicella e pensate non soltanto per procurare piacere, ma anche per rendere più tonici i muscoli del pavimento pelvico.

Nell’antica Grecia, verso il 500 a.C., i sex toys erano essenzialmente dei dildo fabbricati in legno o pelle spesso oliati per risultare maggiormente scorrevoli. Erano chiamati olisbos e venivano venduti dai mercanti del porto di Mileto. La civiltà greca accettava di buon grado questi giocattoli sessuali che non erano assolutamente tabù, tant’è che venivano menzionati spesso nella letteratura dell’epoca.

Per quanto riguarda l’Impero Romano, nel 1992, nel forte romano di Vindolanda (nel Northumberland, una contea situata tra Inghilterra e Scozia) è stato ritrovato un sex toy risalente al periodo dell’occupazione romana; soltanto recenti studi lo hanno identificato come tale. Inizialmente si pensava che la sua funzione fosse del tutto diversa, ma una nuova ricerca pubblicata di recente sulla rivista Antiquity fa luce su quella che era con ogni probabilità lo scopo di questo oggetto.

In epoca medievale, i giocattoli sessuali non sono ben accetti a causa del clima di repressione del tempo. Le cose però cambiarono in epoca rinascimentale.

Andando più avanti nel tempo, nel XVII secolo, in Giappone, gli shunga raffiguravano frequentemente l’utilizzo di vari sex toys dimostrando che erano normalmente accettati e utilizzati in quel periodo. Gli shunga, per la cronaca, erano delle xilografie. Il termine significa “pittura della primavera”, un modo poetico ed elegante per riferirsi ai rapporti sessuali.

Sex toys: dall’epoca vittoriana fino ai giorni nostri

Nella società occidentale, in epoca vittoriana, ritornano i tabù relativi alla sessualità. Detto ciò, la cosa curiosa che è in questa epoca che nasce il primo vibratore a vapore. È un americano a inventarlo, George Herbert Taylor nel 1869. Il cosiddetto “manipulator” ha come scopo quello di curare l’isteria femminile, una malattia che secondo le credenze dell’epoca poteva essere guarita solamente attraverso il raggiungimento del piacere. Il primo vibratore elettrico a batteria arrivò nel 1880 e fu ideato da Joseph Mortimer Granville, medico britannico.

Si arriverà poi ai giorni nostri, con i sex toys che hanno attraversato fortune alterne. Oggi però i vecchi tabù che hanno circondato a lungo questi prodotti si stanno progressivamente dissolvendo e oggi sono moltissime le persone, single e coppie, che ricorrono a questi strumenti di benessere personale.

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