Ladri al ProParma, rubato materiale sportivo, vuotate le macchinette.
Della reception rimane la porta a vetri divelta, quella secondaria con segni di effrazione, gli appendi abiti vuoti.
Quello che era un tripudio di colori, maglie, pantaloncini, calzette e borse, racchette e polsiere, ora sono attaccapanni vuoti.
Desolantemente senza colore.
Le macchinette, che erogavano snack e bevande, sul fianco degli spogliatoi, sono aperte e vuote. Violate.
Il passaggio dei malviventi in una notte d’estate non ha lasciato scampo a nulla.
Le luci accese, le palle che rimbalzano, il chiacchiericcio divertito stride con il vuoto lasciato da quel passaggio sgradito. È la speranza della vita che continua oltre lo sgarbo.
La beffa, l’invasione, la violenza di un’intrusione altre volte tentata ma non riuscita.
Su chi e perché indagano le forze dell’ordine. L’attività del circolo non si ferma, come normale, com’è giusto, come insegna lo sport: si può perdere ma essere sconfitti no.
Resta la violenza di un’intrusione mista a una consapevolezza: nulla ha scampo. E poi ci parlino pure di sicurezza.