Il calcio è in crisi, per il Napoli è fondamentale la Champions

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L’edizione della Gazzetta dello Sport di qualche giorno fa lo diceva chiaramente: “il ritorno in Champions League è fondamentale per evitare che l’aggravio in bilancio diventi pesante”. È questa la situazione dell’economia del Napoli, una squadra in ascesa, forte sul campo ma con qualche difficoltà, come tutte le sue colleghe, fuori, nei comparti finanziari. Il bilancio attuale parla infatti di oltre 130 milioni di spese relative agli stipendi, a cui si vanno ad aggiungere 80 milioni di ammortamenti. Totale presto fatto: 210 milioni di euro.

Aurelio De Laurentiis, in questo senso, era stato chiaro durante la conferenza stampa di inizio stagione: “Senza la Champions, il prossimo anno, potremmo avere difficoltà molto serie e io non voglio far fallire il Napoli”. Parole che fanno tremare e che trovano riscontro in un calciomercato funzionale, sì, ma senza grandi “botti”. La sessione di acquisti targata 2021 2022 si è chiusa con soli due giocatori in più: Juan Jesus, ex difensore della Roma e dell’Inter arrivato all’ombra del Vesuvio a parametro zero, e Anguissa, centrocampista roccioso del Fulham, arrivato in prestito. Nessun riscatto per Bakayoko, tornato alla base, nessun rinnovo per Maksimovic e Hysaj. Stando a quanto riporta Calcio e Finanza le operazioni in uscita dovrebbero avere un impatto positivo di circa 8.8 milioni di euro per il bilancio 2021 2022.

E dunque la Champions League come mantra, come obiettivo, come imperativo. Lo sanno i tifosi, lo sa bene anche Luciano Spalletti. Secondo quanto si legge sul canale di notizie gestito da Leovegas Gaming Ltd, il tecnico toscano punterà tutto sul piazzamento europeo, anche a costo di snobbare le altre competizioni. È troppo importante infatti accedere al massimo torneo nazionale, a maggior ragione se si pensa al periodo difficile che le squadre di tutta Europa stanno vivendo.

Lo sa bene anche Valentina Vezzali, sottosegretaria allo sport, che in una a recente intervista Libero ha dichiarato: “L’impatto del calcio sull’economia nazionale è dello 0.21% del PIL nazionale. Non possiamo abbandonarlo. Prima di qualsiasi intervento, però, è necessario evidenziare le ragioni più profonde che hanno portato all’attuale stato di emergenza. E non c’entra solo il Covid. Servono riforme: un nuovo piano dei conti da applicare a livello contabile ad hoc per le società sportive, l’impiego di nuovi indici ed indicatori per il monitoraggio economico e finanziario dei club, l’inserimento del tetto salariale”.

In attesa però di queste riforme, le squadre nostrane sono chiamate a un unico obiettivo: raggiungere l’Europa per non scomparire.

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